Ricordate il referendum di giugno 2011, quello che aveva sancito che l’acqua è un diritto di tutti e la sua gestione deve essere pubblica? L’Italia dei Valori era stata tra i promotori di quel referendum e quasi 26 milioni di cittadini avevano votato per l’abrogazione della privatizzazione dei servizi idrici locali nella conferma del principio che l’acqua è un bene pubblico. Ebbene, oggi ci stanno fregando perché tutti i partiti presenti in Parlamento, tutti eccetto noi ovviamente, sono favorevoli al ritorno della gestione ai privati. Nessuno ne parla, tranne un meritevole articolo del Fatto di un paio di giorni fa ripreso da qualche blogger indipendente.
Oltre alla Lega e al Pdl, che della democrazia non hanno un concetto preciso, basta vedere come eleggono i loro capi, la cosa più sorprendente è il doppiogiochismo del Pd che nel giugno scorso provò a intestarsi la vittoria del referendum senza aver raccolto neanche una firma e che oggi, con alcuni suoi rappresentanti, anche di un certo peso, come il liberal Morando, sta provando a cancellare con un tratto di penna quel voto.
E’ un insulto a 26 milioni di persone e alla Costituzione che prevede l’istituto del referendum come fondamentale strumento di democrazia popolare ma, ovviamente, gli interessi delle lobby, molto ben rappresentate in Parlamento, sono superiori anche alla Costituzione e dunque, oggi, ci troviamo a dover combattere per conquistare un diritto che credevamo ormai acquisito, il rispetto di un voto popolare mai così ampio negli ultimi venti anni.
Il Partito democratico, sulla vicenda, deve al più presto farci sapere se gli emendamenti al decreto sulle liberalizzazioni per privatizzare la gestione dell’acqua, in esame al Senato, sono personali, e allora può non votarli, o se rappresentano la posizione ufficiale del partito. In quel caso deve assumersi le proprie responsabilità davanti agli elettori e dovrà rendere conto a quei 27 milioni di cittadini di quello che sta facendo: un furto di democrazia, nel silenzio assordante di giornali e televisioni.
Noi, ovviamente, davanti a questo scippo non resteremo fermi. Di fronte al tentativo arrogante di negare un diritto metteremo in atto tutte le tecniche ostruzionistiche in Aula e mobiliteremo i cittadini in tutte le piazze.