Ma non siamo proprio in grado di trasmettere agli italiani un senso di trasparenza nella gestione della cosa pubblica? Leggo con grande sorpresa la notizia di un incontro segreto tra la Camusso e il premier Monti, pubblicato da Repubblica, incontro da cui sarebbe emerso, addirittura, un accordo sull’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Leggo ancora più sorpreso la smentita del segretario della Cgil che parla di boicottaggio e la dichiarazione di Repubblica che, invece, conferma la notizia. Tutto questo mentre l’Europa dà all’Italia la maglia nera per gli squilibri economici, a causa dell’elevato livello del debito e della perdita di competitività.
Ora, i ragionamenti sono molteplici. Cercherò di soffermarmi su quelli che reputo più importanti.
Innanzitutto, penso che stia diventando irritante questo alone di segretezza attorno al governo Monti. I cittadini si sono allontanati dalla politica perché hanno avuto la percezione di qualcuno che lavorava chiuso nelle segrete stanze del Palazzo, lontano, se non addirittura contro, i loro interessi. Monti è stato chiamato a risollevare le sorti economiche del Paese e a dare il tempo alla politica di ritrovare se stessa e la sua credibilità nei confronti degli italiani. Passata l’urgenza, deve passare con lui l’orchestra dei suoi professori. Prima succede, meglio è. Altrimenti, di equivoco in equivoco, di inciucio in inciucio, di manovra in manovra, l’Italia somiglierà sempre di più ad una democrazia sottovuoto, mentre abbiamo bisogno di sprigionare l’energia dei nostri giovani.
Che l’incontro segreto con la Camusso sia avvenuto o meno, quello che passa nell’opinione pubblica è un’idea di pasticcio, nel migliore dei casi, di imbroglio nel peggiore. E di questo non abbiamo proprio bisogno.