Mentre le piccole e medie imprese italiane muoiono, soffocate da una crisi durissima, il governo dei tecnici usa la tecnica del rinvio. In Senato erano in discussione oggi le mozioni sul ritardo nei pagamenti da parte della Pubblica amministrazione, ossia quel grave fenomeno per cui le imprese lavorano per lo Stato ma vengono poi pagate solo a distanza di mesi, se non addirittura anni, e il governo che fa? Invece di far votare le mozioni che lo impegnano a saldare i debiti verso le imprese decide di insabbiare il riconoscimento di un sacrosanto diritto rimandando tutto alle calende greche.
Una decisione incomprensibile, sconcertante: ci sono i soldi per comprare 131 inutili cacciabombardieri ma non ci sono i soldi per saldare le aziende italiane. Un colpo durissimo al mondo produttivo, che da tempo giustamente rivendica lo sblocco urgente di quei crediti. Insomma, il governo si conferma a double face: intransigente quando deve incassare, attendista quando deve pagare, con buona pace della tanto sbandierata equità. Che equità c’è in tutto questo? Il presidente Monti dovrebbe spiegare, anziché mandare in Aula il sottosegretario Polillo per dire… nulla!
Ma il governo si ritrova in ‘buona’ compagnia, perché singolare e sconcertante è stato anche il comportamento della maggioranza Pdl-Pd-Terzo Polo, che, invece di schierarsi a fianco del sistema produttivo italiano, ha sposato in modo incomprensibile e acritico la richiesta del rinvio. Alla fine, a farne le spese è sempre il mondo del lavoro. Ma se lo Stato non paga nemmeno i propri debiti, che senso ha parlare di crescita dell’Italia?