CATANIA CITTA’ DA TERZO MONDO — ALLARME FREDDO – CHIEDIAMO INTERVENTO IMMEDIATO ONU!

Forse è normale avere una o più baraccopoli in Etiopia o in Somalia ma ci troviamo in una città europea dove la povertà dovrebbe non esistere più da tempo e ogni cittadino dovrebbe avere diritto ad una casa in cui stare civilmente.
Ma basterebbe invece andare a guardare i fossati di quella che è considerata una infinita speculazione che ha devastato Catania negli anni 50 e 60 fino ad oggi (ovvero quello che fu il quartiere di S. Berillo oggi conosciuto come Corso M. Della Libertà e che ancora oggi rischia di trasformarsi in un monoblocco di cemento armato) per poter vedere con i propri occhi come vivono, o meglio sopravvivono, centinaia di persone e tra questi bambini, donne incinte e malati. Persone ridotte a “fantasmi” della cosiddetta civiltà a cui nessuno da ascolto a partire dalla politica e da chi amministra la città. Qualcuno si è limitato a denunciare l’aspetto dell'igiene, che ovviamente è uno degli aspetti del grave degrado in cui si trovano i reietti senza diritti e senza voce di una società che continua a girarsi dall'altra parte per non vedere quello che accade a pochi metri da casa propria e non a migliaia di kilometri di distanza. Per non parlare di dei tanti altri che dormono sotto i vari portici e ponti che la città offre loro e delle sempre più lunghe file per avere almeno un pasto al giorno dalle associazioni di volontariato.
E’ più che urgente, vista la scarsa volontà da parte degli organi istituzionali di occuparsi di tali sciagurati (tanti di essi sono
catanesi ridotti anch’essi alla povertà) abitanti della più che fatiscente baraccopoli. dove peraltro il freddo di questi giorni rischia di fare strage di uomini e donne di ogni età, chiedere alle Nazioni Unite e all’Unione Europea di intervenire prima che sia troppo tardi.

Alfio Lisi
Catania

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