Ristabilire la verità  per ristabilire un diritto

Alla cortese attenzione
Presidente Commissione di Vigilanza
Relatore Commissione di Vigilanza
Componenti Commissione di Vigilanza
Presidente RAI
Direttore generale RAI
Direttore Televideo RAI
Segretariato sociale RAI

Gentili Signori
ci risulta che il 24 gennaio 2012 alcuni dirigenti RAI hanno incontrato i dirigenti dell'ENS (Ente Nazionale Sordi) e di due associazioni di interpreti gestuali, Animu e Anios, per discutere dell'utilizzo della LIS, la cosiddetta Lingua Italiana dei Segni, nei programmi RAI “inserendo per gli stessi anche la sottotitolazione per dare la possibilità anche ai sordi non segnanti di seguirle”
Nel compiacerci nel vedere finalmente tale associazione riconoscere e promuovere, pur in seconda battuta, un’esigenza da parecchi anni propugnata dalle associazioni cosiddette “oraliste”, che si battono per il diritto alla parola dei sordi senza il ricorso a linguaggi gestuali, desideriamo evidenziare le reali esigenze di tutte le persone sorde, nessuna esclusa.
Oggi la stragrande maggioranza delle persone sorde (soprattutto le ultime generazioni) non si sente affatto rappresentata dall'ENS e non conosce e non usa i gesti per comunicare, perché da decenni – grazie all'avvento delle protesi acustiche ed all’evoluzione medica riabilitativa e tecnologica – tutte le persone sorde, anche quelle che nascono con una sordità profonda, se seguono un protocollo sanitario adeguato possono imparare in modo adeguato la lingua italiana orale e scritta.
Naturalmente, non udendo, le persone sorde hanno comunque necessità di ricorrere alla lettura labiale, che è indispensabile per comprendere il messaggio linguistico; è pertanto essenziale l’utilizzo della lingua scritta come mezzo principale per garantire il libero accesso all’informazione ed in particolare all’intrattenimento televisivo, fonte privilegiata di notizie, cultura e quindi strumento sociale e di crescita personale.
D’altra parte va sottolineato che la cosiddetta LIS, Lingua Italiana dei Segni, che prevede l'uso solo delle mani per comporre i segni, è praticamente sconosciuta nelle comunità dei sordi che usano prevalentemente linguaggi non verbali perché è nata “a tavolino” e si è diffusa solo tra pochi sordi, tra alcuni studiosi, insegnanti ed un certo numero di interpreti, che hanno scelto questo linguaggio per farne un mestiere. Inoltre va precisato che non esiste una LIS nazionale ma tante LS locali diverse fra loro ed insorge quindi il problema di quale LS proporre a livello nazionale.
Per tutti i mezzi di comunicazione e anche per la televisione (telefono, cinema, personal computer, gli avvisi al pubblico), la comunicazione scritta è dunque essenziale anche per i sordi adulti ed anziani dal momento che anch'essi sanno leggere e scrivere e possono così accedere in maniera naturale alle informazioni.
Dei sottotitoli beneficeranno, inoltre, anche quelle persone anziane la cui età ha comportato una sensibile riduzione delle capacità uditive. In questa nostra società, che vede l’età media elevarsi sempre più, si tratta di un problema – o, se vogliamo, di un “target” – sempre più rilevante.
Lo stesso dicasi per le persone immigrate in Italia, che utilizzano la televisione quale canale principale di apprendimento della lingua e della cultura italiana e che troverebbero un estremo giovamento nel supporto della lingua scritta per approfondire e completare la loro conoscenza.
Pertanto, è logico comprendere che i termini della discussione tra ENS e RAI debbano essere ribaltati e che, invece, se si vuole correttamente garantire – come sarebbe doveroso – l'accesso ai programmi RAI a tutte le persone sorde, è necessario sottotitolare il più possibile, con beneficio anche per le persone adulte e anziane e per le persone straniere perché potranno avere anche loro una informazione arricchita quindi migliore.
In altri Paesi la sottotitolazione è una pratica molto diffusa e accettata nel comune vivere quotidiano, a differenza dell’Italia in cui viene fatta ancora un po’ di resistenza. Per esempio negli Stati Uniti i sottotitoli in TV sono presenti nel 100% dei casi, comprese le pubblicità.
La sfida oggi è dunque quella di proporre alla popolazione un ausilio che rende la vita più facile per tutti, secondo la logica di un aiuto che è opzionale per la maggior parte della popolazione, ma indispensabile per una piccola fascia di essa.
Nella convinzione di aver contribuito a ristabilire la verità su un diritto, quello vero, delle persone sorde ad accedere ai programmi RAI attraverso i sottotitoli siamo pronti ad un incontro di approfondimento con la Commissione di Vigilanza e con i dirigenti RAI preposti a tale servizio.
Con i migliori saluti
Comitato Nazionale Genitori Disabili Uditivi

Giovedì, 27 gennaio 2012

Comitato Nazionale Genitori Disabili Uditivi
http://comitatonazionalegenitorifamiliaridisabiliuditivi.wordpress.com/
comitatodisabiliuditivi@gmail.com

Ref. Diego Salvi

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