Manifestazione del 26 gennaio: meglio tardi che mai …

Certe volte non fa piacere dire “avevamo ragione” specie quando, come in questo caso, è in gioco il futuro stesso dell'Avvocatura.

Siccome siamo ottimisti, vogliamo pensare che anche i componenti dell'attuale maggioranza del Consiglio dell'Ordine si siano finalmente resi conto che, se siamo dovuti arrivare ad una manifestazione di piazza, è stato principalmente a causa della supina posizione da loro tenuta.

Certamente le problematiche dell'Avvocatura non sarebbero apparse sconosciute ed estranee al mondo politico, vista la numerosa rappresentanza di Avvocati nelle file parlamentari. Eppure abbiamo sentito affermare per due anni come la funzione del Consiglio doveva essere limitata alla sola organizzazione amministrativa e disciplinare.

Ma ora siamo arrivati a questo punto e dobbiamo partecipare uniti alla difesa del ruolo dell'Avvocatura che trascende le nostre posizioni individuali e che rappresenta uno degli ultimi baluardi della difesa democratica del cittadino.

Noi che siamo stati sempre in prima linea accogliamo oggi con piacere anche quei Colleghi che invitavano a non aderire alle manifestazioni pubbliche (leggi la dichiarazione del Presidente Conte) e che, con il loro appello ad una vasta partecipazione alla manifestazione di giovedì, dimostrano un'intelligente resipiscenza.

Ci saremo anche noi, quindi, alla manifestazione del 26 gennaio (anche se l’O.U.A. non l’ha citata nella propria delibera) ed alle successive manifestazioni, indette invece dall’O.U.A., del 23 e 24 febbraio davanti a Palazzo Chigi, alla Camera e al Senato, con contestuale astensione dalle udienze e “occupazione simbolica” degli uffici giudiziari.

Le iniziative di protesta culmineranno con il Congresso Straordinario Forense, convocato dall'O.U.A., dal C.N.F. e dalla Cassa Forense per il 23 e 24 marzo a Milano.

Ci auguriamo, infine, che la giornata di giovedì prossimo che vedrà finalmente tutti gli Avvocati romani uniti non sia, al solito, svilita da una strumentalizzazione che la etichetti come la “VITTORIA” di un qualche schieramento elettorale.

Mauro Vaglio, Pietro Di Tosto, Donatella Cerè, Alessandro Cassiani

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