Liberalizzazioni, c’è il blocco del beauty contest

E' ancora presto per dare un giudizio sulle misure varate dal governo in un Consiglio dei ministri durato più di otto ore. Al momento però è apprezzabile il blocco (seppur non ancora definitivo) del cosiddetto beauty contest (l'assegnazione di alcune frequenze televisive), come espressamente richiesto dalI'IdV.

Nelle sue prime dichiarazioni Antonio Di Pietro fa sapere che “l’Italia dei Valori esaminerà con attenzione il merito dei singoli provvedimenti appena perverranno i relativi testi, ma una cosa è certa: bene ha fatto il ministro Passera a bloccare il beauty contest, che era solo un regalo corruttivo alla Rai e a Mediaset”. Per il leader IdV, sarebbe stato meglio se Passera lo avesse bloccato definitivamente “perché – avverte -, in tre mesi, tutto può succedere. Il Governo potrebbe cadere, Passera potrebbe essere messo fuori gioco e le lobby e i poteri forti potrebbero far tornare il Governo tecnico sui propri passi. Ci aspettiamo che il ministro Passera, al più presto, intervenga con un provvedimento risolutivo che metta la parola fine alla sconcia auto-assegnazione gratuita delle frequenze che Berlusconi si era fatto. Riteniamo che quelle stesse frequenze possano essere messe in gara, non tanto per assegnarle a questa o quella televisione, visto che ormai il mercato è saturo, ma per attribuirle alle future generazioni delle 5G”.

Sulle altre misure approntate dal governo il giudizio è rimandato: “Le decisioni definitive – dichiara Di Pietro – dobbiamo leggerle perché una cosa è vendere un prodotto, un altra è assaggiarlo”. In ogni caso, “come Idv avremmo voluto un po' più di coraggio”.
Di Pietro precisa: “Noi pensiamo che più c'è libera concorrenza, più c'è la possibilità di avere il miglior prodotto al minor prezzo. Sulle ferrovie c'è stato un rinvio, mi è sembrato un vorrei ma non posso'', aggiunge.

Il presidente dell'Italia dei Valori è perplesso anche per alcune, importanti questioni sulle quali il governo ha scelto di non decidere: “Delle banche non se ne è parlato un granché – ha sottolineato -. Adesso vogliamo vedere. Il problema è che le cose più incisive sono state rinviate. Le omissioni hanno riguardato ferrovie, energia e settore bancario assicurativo, ma bisogna leggere il testo”, ha concluso.

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