La lapide a Roberto Murolo

Non ho partecipato alla dedica della lapide in memoria di Roberto Murolo, non condividendo la scelta, peraltro, per quanto ne sappia, immotivata, di anticipare di un giorno, al 18 invece che al 19 gennaio, la cerimonia per la commemorazione del centenario della nascita del maestro, presso l’abitazione al Vomero, dove visse e morì, laddove anche nell’evento da me lanciato nei giorni scorsi su Facebook si parlava solo ed esclusivamente della data effettiva di nascita, così come riportata nelle biografie. Da napoletano, inoltre, non ho condiviso neppure la dedica che è stata inserita nella lapide. In essa infatti si parla genericamente della “grande canzone” senza precisare che ci si riferisce alla canzone napoletana della quale Murolo è stato sicuramente uno degli interpreti più raffinati e conosciuti in tutto il mondo, così come incomprensibile risulta il sibillino riferimento a “culture musicali altre”. Altre da quale? Manca infine ogni riferimento a Napoli e all’autentica “napoletanità” di un artista che, seppure conosciuto a livello internazionale, ha sempre rimarcato le proprie origini napoletane, laddove tanti, pur non essendo napoletani, continuano ad attingere a piene mani al ricco patrimonio artistico e culturale del capoluogo partenopeo, traendone indubbi vantaggi.

Gennaro Capodanno

gcapodanno@gmail.com

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