di Riccardo Bolognesi
Leggo sui quotidiani che il Presidente del CNF continua a “candidare” gli avvocati a nuove e del tutto gratuite funzioni supplenti.
Diecimila avvocati sarebbero pronti a smaltire l'arretrato dei processi civili e a scrivere, senza corrispettivo, le sentenze che i Giudici non sono riusciti a scrivere negli ultimi quindici anni.
Il Prof. Alpa, durante la conferenza OUA del 25/26 novembre, ha affermato che lui sarà il primo a scriverle. Lo ha ribadito al Salone della Giustizia il 1 dicembre. Il 20 dicembre ha inaugurato l’Officina del CNF.
Il 14 gennaio, sul Sole 24 Ore, e nel Comunicato Stampa del “manifesto dell’avvocatura” ritorna sul tema di una task force di avvocati e di uno staff di giuristi che potrebbero affiancare il magistrato in questa “rimonta”.
Grande ed intelligentissima replica, certamente di natura politica, a tutti coloro, compreso il legislatore, che continuano a scaricare sugli avvocati le responsabilità dell'arretrato civile.
Nonostante il frenetico succedersi di riforme al processo civile, che hanno solo reso più serrati i termini, tutti perentori, delle attività dell'avvocato, l'arretrato dei processi pendenti è lì e quasi si prende gioco di noi. Ci irride dagli armadi collocati nelle cancellerie e nei corridoi dei nostri palazzi di giustizia. Urla, dai sotterranei e dagli archivi “rotanti”, i nomi di quegli ignavi che l'hanno generato, nuocendo anche all'immagine di molti loro Eccellenti Colleghi che lavorano alacremente.
Persino negli uffici del Giudice di pace si era creato un arretrato mostruoso, che sfiorava il numero di anni che ci separa dalla sua istituzione. Sono bastati sei (sì, solo sei) impiegati del Consiglio dell'Ordine, pagati con i contributi degli avvocati (come se gli altri, al servizio dello Stato, li pagasse il Ministero con fondi piovuti dal cielo) e muniti di bacchetta magica (la voglia di lavorare), per risolvere il problema del ritardo della pubblicazione delle sentenze.
Ma dobbiamo sempre pagare noi?
Dobbiamo dire, senza timori, che non è il numero crescente degli avvocati la causa dei ritardi della giustizia, ma quei cartelli “appiccicati” alle porte, con rinvii d'ufficio che non ci vengono quasi mai comunicati, le interminabili attese di decisioni e i troppi rinvii a due/tre anni per l'aggravio dei ruoli e per i continui avvicendamenti dei Giudici.
Un avvocato che non fa il suo lavoro è destinato a non lavorare più e a scomparire.
Un Giudice che non fa il suo lavoro potrebbe arrivare alla pensione, lasciando dietro di sé montagne di fascicoli aperti e strazianti.
Anche negli studi degli avvocati, con i ritmi impressi al processo civile, con tutti i termini dimezzati, con le tre memorie da redigere ex art.183 c.p.c. e con la necessità di spostarsi, ancora, fisicamente per far pervenire l'atto a destinazione, ne abbiamo pieni i … “ruoli”!
Meritiamo più gratitudine e rispetto, dagli altri protagonisti del processo e soprattutto dal legislatore, non solo perché scriviamo i verbali, facciamo file interminabili, mettiamo timbri e preleviamo e rimettiamo a posto fascicoli d'ufficio per poter depositare gli atti, ma soprattutto perché dobbiamo fare ogni cosa entro un termine, sempre perentorio, rischiando azioni di responsabilità dai nostri assistiti se lo lasciamo scadere.
Nessun termine, per un Giudice che deve sciogliere una riserva o depositare le motivazioni di una sentenza, è perentorio.
Ci sono volute le Sezioni Unite, con la recentissima Sentenza n. 18697 del 13 settembre 2011, per spiegare al CSM che è comportamento inaccettabile e disciplinarmente rilevante, quello di un Magistrato, peraltro della sezione fallimentare di Roma, che pubblichi le motivazioni di una sentenza con 742 giorni di ritardo e più di 40 sentenze oltre il termine di un anno. Comportamento che era stato ritenuto giustificato dalla sezione disciplinare per il carico del ruolo.
Le Sezioni Unite, bontà loro, hanno ritenuto che, superato l'anno, il ritardo nella pubblicazione della sentenza non è mai giustificato, restituendo alla sezione disciplinare del CSM la decisione sul comportamento del Magistrato.
La Suprema Corte, ancora, con Sentenza n. 10867 del 18 maggio 2011, ha affermato il principio che costituisce illecito disciplinare il comportamento del magistrato che, quale giudice in una causa civile, ne protrae ingiustificatamente la durata, violando gli artt.24 e 111 della Costituzione e l’art.6 CEDU.
Gli Avvocati non scriveranno sentenze gratis, perché non vogliono subire sospetti sull'indipendenza, sull'autonomia e sulla terzietà di Chi le scriverà .
Ci sono 60.000 avvocati, in Italia, fra i 217.000 iscritti agli Albi, che non sono iscritti alla Cassa Forense.
Evidentemente hanno poco lavoro, visto che non fatturano abbastanza per aprirsi la posizione previdenziale. Per molti di loro, giovanissimi, il problema è la mancanza di relazioni, di conoscenze personali che gli consentano di mettere in luce le loro capacità , e non la mancanza di preparazione.
Che si apra una selezione, seria, e che gli si offra questa opportunità di lavoro, giustamente remunerata.
E lasciamo fare agli avvocati il loro lavoro.
www.lalistamaurovaglio.it
Questi sono i 15 candidati de La Lista Mauro Vaglio, che ti invito a votare e a far votare tutti quanti alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine di gennaio/febbraio 2012
(puoi vedere il profilo di ciascun candidato semplicemente cliccando sul nome)
Riccardo Bolognesi, Fabrizio Bruni, Antonio Caiafa, Alessandro Cassiani, Donatella Cere',
Pietro Di Tosto, Antonino Galletti, Carlo Giacchetti, Mauro Mazzoni, Aldo Minghelli,
Roberto Nicodemi, Matteo Santini, Mario Scialla,Isabella Maria Stoppani, Mauro Vaglio