IL GRANDE BLUFF DELLE LIBERALIZZAZIONI

di Matteo Santini

Il decreto sulle liberalizzazioni oltre ad avere sancito l’addio alle tariffe forensi, ha introdotto una serie di norme e principi volti a facilitare l’accesso e la permanenza negli albo professionali.
Uno dei fini del decreto dovrebbe essere quello di garantire non solo l’accesso del maggior numero di professionisti possibili ma anche dare loro la possibilità di poter esercitare effettivamente, con continuità e senza ostacoli la professione.
Per il nostro legislatore uno degli strumenti attraverso i quali eliminare gli ostacoli che si frappongono tra il professionista capace e la sua realizzazione professionale è quello pubblicitario. Il Decreto sulle liberalizzazioni stabilisce infatti che pubblicità informativa, con ogni mezzo, avente ad oggetto l'attività professionale, le specializzazioni ed i titoli professionali posseduti, la struttura dello studio ed i compensi delle prestazioni, e' libera. Le informazioni devono essere trasparenti, veritiere, corrette e non devono essere equivoche, ingannevoli, denigratorie.
Recentemente , alcuni professionisti iscritti all’Ordine professionale sono stati sanzionati dal proprio dall’ordine per aver offerto a prezzi stracciati prestazioni tramite un sito web.
Non si trattava di avvocati ma il problema non si sposta di una virgola. Navigando su internet è facilissimo imbattersi in siti web di avvocati che offrono i propri servizi professionali a prezzi assolutamente ridicoli. Questo significa certamente liberalizzare ma a quale prezzo ?
Non ritengo che questo sia il sistema migliore per garantire le pari opportunità a tutti i professionisti. Ritengo al contrario che la svendita dei servizi sia un ulteriore passo verso lo svilimento della professione e che la concorrenza generata da una competizione al ribasso nei prezzi dei servizi offerti, determinerà inevitabilmente un pericoloso crollo della qualità delle prestazioni professionali. Gli studi per poter sopravvivere dovranno “puntare” sul numero delle pratiche affidate, dedicando il minor tempo possibile alla trattazione e cura del singolo caso.
L’offerta di servizi giuridici è certamente diversa da qualunque altra prestazione di servizi per il semplice fatto che attraverso il patrocinio e l’assistenza in giudizio si realizza il diritto di difesa e di agire in giudizio. Si tratta di un diritto che trova il suo fondamento nell’articolo 24 della Costituzione e non come a molti farebbe comodo ritenere nell’articolo 41 sulla libertà di iniziativa economica privata.
Sino a quando non sarà anche esso abolito, non dimentichiamoci che esiste un codice deontologico che ha forza di legge e che deve essere rispettato da tutti i professionisti. Il Codice prevede una serie di disposizioni volte a tutelare la dignità ed il decoro della professione, ma anche il cittadino che si rivolge all’avvocato; esistono anche due articoli specifici che si riferiscono alla pubblicità informativa dell’avvocato (articoli 17 e 17 bis). Fino a quando esisteranno due norme di legge (decreto sulle liberalizzazioni e codice deontologico) che stabiliscono regole e principi in contrasto tra di loro non vi potrà essere certezza del diritto (e ciò a prescindere dal fatto che uno sia favorevole o contrario alle liberalizzazioni).
Matteo Santini

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