Qualche mese fa, l’amministratore delegato Carlo Tosti, aveva dichiarato che se l’Azienda ATAC non avesse affrontato pesanti sacrifici, il fallimento sarebbe stato inevitabile. L’ad di ATAC. a pochi mesi dalla sua nomina si è trovato a gestire la peggiore crisi economica che la società abbia mai attraversato. La medicina che, come al solito si propina, è sempre amara e dopo la descrizione disastrosa di una situazione davvero critica, si cominciano a prendere decisioni più o meno sensate, come l’aumento del biglietto, i tagli al personale e alla manutenzione dei mezzi ecc…
Insomma, si colpiscono i dipendenti e si penalizza la manutenzione e il servizio al cittadino, che dovrebbe invece garantire la qualità e la sicurezza dei mezzi di trasporto. Intanto su un fronte diverso, mentre l’azienda ATAC si strappa i capelli per trovare soluzioni di risanamento, la Regione Lazio per voce di Francesco Lollobrigida, Assessore alle Politiche della Mobilità e del Trasporto Pubblico Locale, continua a sostenere di mantenere in piedi con leggi regionali che si sono susseguite nei vari anni, norme che stabiliscono i requisiti che disciplinano quali enti possono richiedere l'esenzione dal pagamento dell'abbonamento al trasporto pubblico.
Ovviamente ATAC è obbligata a concedere un numero di card gratuite coerentemente con le norme disposte dalla Regione Lazio e con le richieste fatte dagli enti, che attraverso queste leggi ne hanno la facoltà.
Enti, Ministeri e Aziende, che non sono poi cosi pochi, quali: Agenzia delle Dogane, Agenzia delle Entrate, ANAS – Azienda Nazionale Autonoma delle Strade, ANPANA – Associazione Nazionale Protezione Animali Natura Ambiente, OIPA ITALIA – Guardie Zoofile (esclusivamente in divisa), TELESIA (accordi commerciali con Atac), Guardie Zoofile, ARDIS – Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo, ARPA Lazio – Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale, ASL RM A, ASL RM B, ASL RM C, ASL RM D, ASSTRA – Associazione Trasporti, ASTRAL – Azienda Strade Lazio, Consiglio Regionale del Lazio, Regione Lazio – Direzione Regionale Trasporti, Provincia di Roma – Servizio viabilità, IGP Decaux (accordi commerciali con Atac), Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Procura della Repubblica, Corpo Forestale dello Stato, Capitaneria di Porto, Polizia Provinciale, Polizia Penitenziaria, Polizia Municipale del Comune di Roma, Guardia di Finanza, Carabinieri, Polizia di Stato, Esercito, Marina militare, Aeronautica militare e per finire i corpi di vigilanza privata purché indossino la divisa di ordinanza del corpo o istituto di appartenenza (FONTE ATAC – DIREZIONE COMUNICAZIONE).
Insomma, un nutrito popolo di non paganti che, attraverso i meccanismi di legificazione regionale, ottiene tessere gratis a discapito di tutti gli altri viaggiatori che quotidianamente pagano il biglietto o mensilmente/annualmente comprano l’abbonamento.
Come afferma l’on Fabrizio Santori “per motivi di sicurezza, ad alcune Forze dell’ordine, è giusto concedere l’utilizzo gratuito del mezzo pubblico. Una divisa in metro o sull’autobus certo non guasta; ma tutti gli altri enti, aziende e ministeri sulla base di cosa ottengono questi privilegi? A che pro devono ottenere card gratuite? Bisogna andare verso una razionalizzazione delle spese, ed orientarle verso quelle scelte che meglio possano garantire sicurezza al trasporto pubblico, evitando di mantenere inutili privilegi per mero status symbol. Serve un tavolo di confronto che verifichi una volta per tutte l’entità dei costi relativi ai benefit e ponga regole chiare e provvedimenti ad hoc volti ad evitare gli sprechi e garantire maggiore sicurezza e servizi al cittadino”.
Un classico caso tutto italiano, la solita casta politica che si ramifica in tutti i settori. In un momento come questo, in cui il Paese ha bisogno di risposte certe e soprattutto quando un’azienda è costretta a colpire dipendenti e servizi primari per poter evitare un sicuro fallimento, il senso di responsabilità della politica dovrebbe emergere attraverso una decisa rinuncia ai privilegi che oggi sembrano socialmente intollerabili e moralmente inaccettabili.
Antonino Di Giovanni.