Lettera del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano agli iscritti

Milano, 22 dicembre 2011

Care Colleghe, cari Colleghi,

ritengo importante informarVi sulle novità in materia di professioni intervenute negli ultimi mesi, fino al recentissimo decreto legge 6 dicembre 2011, n. 201 (Manovra Monti) e alle relative disposizioni di modifica apportate in sede di conversione.

La situazione può essere sintetizzata nel seguente modo:
– nella Manovra economica dello scorso agosto (decreto legge 13 agosto 2011, n. 138) sono stati individuati i princìpi in applicazione dei quali gli ordinamenti professionali dovranno essere adeguati entro il 13 agosto 2012;

– l'adeguamento degli ordinamenti professionali avverrà con decreto del Presidente della Repubblica (delegificazione);

– le norme vigenti degli ordinamenti professionali in contrasto con i predetti princìpi saranno abrogate con effetto dall'entrata in vigore del summenzionato d.P.R. e, in ogni caso, dalla data del 13 agosto 2012;

– il Governo, entro il 31 dicembre 2012, provvederà a raccogliere in un testo unico le norme aventi forza di legge che risulteranno non abrogate;

– la Legge di stabilità 2012 (legge 12 novembre 2011, n. 183) ha disciplinato la possibilità di costituire società tra professioni, anche per l’esercizio di più attività professionali e con la partecipazione di soci non professionisti per prestazioni tecniche, o per finalità di investimento.

Il quadro normativo che è stato delineato dai descritti interventi che si sono susseguiti dall'estate scorsa suscita particolare perplessità e preoccupazione: innanzitutto perché su di esso non è stata concessa alcuna consultazione delle categorie interessate le quali, certamente, avrebbero potuto indicare i veri nodi che impediscono una effettiva modernizzazione del comparto professionale.

Va inoltre evidenziato che, a seguito dell'introduzione dei criteri generali cui dovrà riferirsi indistintamente l'intero comparto professionale, il disegno di legge di riforma della professione forense, approvato da oltre un anno al Senato e ora fermo in Commissione Giustizia della Camera, rischia di essere accantonato definitivamente.

Occorre altresì sottolineare che l'avvenuta delegificazione della materia professionale, peraltro parziale perché riferita ai soli aspetti sui quali trovano applicazione i princìpi individuati dalla Manovra estiva, al di là di ogni considerazione sulla sua legittimità costituzionale, appare fin da oggi fonte di incertezze e difficoltà applicative.

Vi è poi la novella disciplina delle società tra professionisti che, allo stato, si presenta forse come la norma di maggiore impatto per l'effetto di assimilazione delle professioni alle imprese che la stessa produce. Consentire, infatti, come sostanzialmente è previsto, che gli indirizzi strategici (politica aziendale) della società in cui operano avvocati siano decisi da soggetti non iscritti all'Albo ai quali può però ricondursi la maggioranza del capitale sociale, significa fare venire meno l'indipendenza e l'autonomia indispensabili per poter svolgere in piena libertà la professione.

Oggi, perciò, sono in gioco proprio l'identità e la natura fondamentale dell'Avvocatura e l'imprescindibile funzione di tutela dei diritti che essa espleta, sia in sede giudiziale, sia in ambito stragiudiziale. Sotto altro profilo, è posto seriamente in pericolo anche il corrispondente interesse pubblico a prestazioni professionali qualificate e al corretto esercizio della professione forense che rappresenta anche il presupposto giuridico dell'esistenza degli Ordini.

Il Consiglio dell'Ordine su questi fronti sta da tempo collaborando fattivamente con il Consiglio Nazionale Forense e gli altri Ordini e associazioni forensi, per sensibilizzare il legislatore sull'importanza di salvaguardare la specificità della ordinamento che discende proprio dal richiamato ruolo di tutela di diritti costituzionalmente rilevanti. Al contempo e sempre nell'ambito della suddetta cooperazione, il nostro impegno è dedicato all'elaborazione di proposte dirette al contenimento dei tempi e del contenzioso civile arretrato, attraverso il diretto coinvolgimento degli avvocati nella definizione delle cause.

È nostro dovere, infatti, concorrere alla definizione e attuazione di soluzioni che contribuiscano al miglioramento del servizio Giustizia. È accaduto per il Processo Civile Telematico, la cui attuazione a Milano è stata resa possibile dall'iniziativa e dal supporto del Consiglio dell'Ordine (compresa la delicatissima fase di introduzione della Posta Elettronica Certificata che – non va dimenticato – ha rappresentato per gli avvocati un passaggio obbligato imposto dalle nuove norme tecniche ministeriali). Accadrà ogni qualvolta ci sarà consentito di mettere in campo la nostra competenza e la nostra professionalità.

Assicuro a tutti Voi la vigile iniziativa del Consiglio dell'Ordine sui temi accennati e un tempestivo aggiornamento sulle novità che vi potranno essere nelle prossime settimane.

Un caro saluto e un augurio di buon Natale.

Paolo Giuggioli

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