Vittorio Arrigoni nel suo blog Guerrilla radio, scriveva quando ancora era vivo, 3 febbraio 2005: In un anno 129 giornalisti uccisi in tutto il mondo Rapporto internazionale sui rischi del lavoro Il 2004 è stato l’anno più nero per i media internazionali, con 129 tra giornalisti e loro collaboratori morti mentre svolgevano il proprio lavoro. Lo sostiene la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) nel rapporto annuale per il 2004 presentato ieri a Bruxelles. «Alla fine dell’anno – ha indicato il segretario generale della Federazione, Aidan White – ci sono stati 129 tra omicidi, vittime di fuoco incrociato, incidenti e morti non chiarite, che rappresentano il numero di decessi più elevato mai registrato nell’arco di dodici mesi». Secondo il rapporto, di oltre 40 pagine, l’Iraq è il paese dove si sono avute più vittime, in tutto 29 reporter e 18 lavoratori dei media. Seguono le Filippine, dove sono morti 13 reporter, tra i quali nove giornalisti radiofonici assassinati presumibilmente per le loro denunce di corruzione, traffici illeciti e droga. Il dossier, che riguarda 34 paesi, informa che lo scorso anno i cronisti uccisi sono stati quattro in Africa, dieci in Europa ed ex paesi sovietici, 26 in America latina, 35 in Asia e Pacifico, 54 in Medio Oriente e paesi del Golfo, di cui 49 in Iraq, tra cui l’italiano Enzo Baldoni. A proposito dell’uccisione del giornalista italiano è stato proiettato un video nel quale il direttore del “Diario” Enrico Deaglio rinnova le sue critiche. L’assassinio di Enzo Baldoni è stato gestito con ipocrisia in Italia e in particolare la Croce rossa italiana (Cri) ha tentato di negare l’esistenza del convoglio umanitario diretto a Najaf, che Baldoni aveva contribuito ad organizzare e sul quale era poi stato rapito, ha detto Deaglio ribadendo quanto scritto dopo l’assassinio. www.corriere.com”.
E c’è la sua ultima intervista, tratta dal film “Gaza a cielo aperto” di Maurizio Fantoni Minnella.
Su Professione Reporter, saltando all’ anno ancora in corsa 3 gennaio 2011, si legge: “Un anno terribile: 109 reporter uccisi Gli ultimi tre sono morti quasi allo scadere dell’anno, il 28 dicembre, e in posti molto lontani fra loro (Henry Suazo in Honduras, Augustine Sindyi in Nigeria e Sun Hongjie in Cina) portando così a 109 le vittime del 2010 fra i reporter. Il mese terribile è stato aprile con 18 vittime. Il Paese più pericoloso nell’anno appena trascorso si è rivelato il Messico, con 14 morti, seguito a ruota da Pakistan (13) e Honduras (10). Seguono nell’ordine Iraq con 7 vittime, Russia, Filippine e Nigeria con 5. L’elenco completo è nel dossier. Al bilancio ci sarebbero da aggiungere i 14 reporter scomparsi. Cinque sono attualmente sotto sequestro. Quasi 300 quelli in prigione: 180 giornalisti e 114 bloggers. Complessivamente negli ultimi cinque anni sono morti 533 reporter. E il 2010 non è stato neppure l’anno peggiore: nel 2009 ne erano morti 122, nel 2007 erano state 115 le vittime (91 nel 2008, 96 nel 2006).”
Stamattina ricevo sulla mia pagina di Facebook, una nota stampa di Enrico D’Agostino: “Nella primavera scorsa è stata disposta la Vigilanza Generica Radiocollegata a tutela del Presidente della Casa della Legalità, Christian Abbondanza, per la situazione di pericolo derivante dalla volontà delle cosche della ‘ndrangheta di colpire chi per loro si è evidenziato essere un “problema”… (l’appello integrale con tutte le adesioni e i video Casa Legalità ). Ieri il Tgr Liguria ha mandato in onda l’appello del giornalista Ferruccio Sansa perché vengano urgentemente adottate le misure di protezione adeguate a tutelare la sicurezza e la vita del Presidente della Casa della Legalità, Christian Abbondanza…. p. l’Ufficio di Presidenza S.Castiglion, E.D’Agostino
TGR Liguria: Appello di Ferruccio Sansa per la sicurezza di Christian Abbondanza
Veniamo poi alle ultime “cifre” date dal Corriere il 19 dicembre 2011, in quanto sono stati “Pubblicati i dati del Press Emblem Campaign, Ong con sede a Ginevra Giornalisti uccisi: sono stati 106 nel 2011 Venti durante le Primavere arabe. Solo un terzo è morto in incidenti. Pakistan e Messico i Paesi dove è più difficile lavorare – Sono almeno 106 i giornalisti stati uccisi nel 2011. Solo nella Primavera araba ne sono morti venti e sette soltanto in Libia. È il bilancio della Press Emblem Campaign, Ong con sede a Ginevra. Sono un centinaio i reporter attaccati, minacciati, arrestati e feriti in Paesi come Egitto, Libia, Siria, Tunisia e Yemen, interessati dalle rivolte arabe. Tuttavia sono Pakistan e Messico i Paesi dove è più difficile lavorare per i giornalisti. Nello Stato centroamericano sono stati uccisi 12 giornalisti; 11 nel Paese asiatico, soprattutto nelle zone al confine con l’Afghanistan. Altro dato sottolineato dall’Ong, è che i due terzi dei reporter morti sul lavoro sono stati uccisi intenzionalmente e solo un terzo è morto in circostanze accidentali, durante manifestazioni, combattimenti, attacchi kamikaze o esplosioni di mine.”
Genova – commemorazione giornalisti uccisi
E a proposito di Primavera, con questo gelo si ripensa a tempi più miti, scrissi ad aprile Blogger nel mondo pedalano per la Libertà Goodbike 2 con Mounir Romdhani: …Ho ritenuto a questo punto aggiungere in breve alcune cose sui blogger che informano, perchè anche oggi 21 aprile è… Una mattina mi son svegliata e pedala la Libertà.
Ucciso a Bengasi il blogger Mohammed Nabbous
A Natale forse i panettoni sono più buoni…Grazie
Doriana Goracci
GOODBIKE 2 Si pedala per la libertà, Pensando sempre a VIK