Tutt'altra cosa rispetto alle promesse di equità fatte dal premier all'indomani del giuramento come capo del nuovo esecutivo.Tanto sbagliata da provocare la reazione unitaria di Cgil Cisl e Uil, che lunedì sciopereranno insieme contro le misure introdotte da Monti.
Una manovra due volte ingiusta: scarica il peso del risanamento del bilancio statale sulle spalle delle fasce più deboli; in cambio non garantisce la ripresa dell'economia e dell'occupazione.
Infatti le misure approvate (pensioni, Ici, rincaro dei carburanti ecc.) sono destinate a deprimere ancora di più i consumi interni, innescando una spirale recessiva più grave di quella già prevista dagli organismi internazionali e dallo stesso governo. Ergo, diciassette miliardi di euro in nuove tasse, tanti sono quelli decisi da Monti, deprimerebbero anche la più solida delle economie.
Per queste ragioni, annuncia Antonio Di Pietro, “l’Italia dei Valori si batterà fino alla fine affinché questa manovra diventi equa”. Lo faremo, aggiunge il leader Idv, presentando “una nostra contromanovra ed emendamenti nelle commissioni parlamentari, volti a colpire le numerose sacche d’impunità e di privilegi finora non toccati e a riequilibrare il provvedimento all’insegna della giustizia e dell'equità sociale”.
“Perché – si chiede Di Pietro – rimettere l’Ici sulla prima casa anche per chi, dopo tanti sacrifici, ha solo quella? Non sarebbe più giusto invece far pagare le tasse alla Chiesa per gli immobili che adopera non a scopo di culto, ma per fini commerciali? L’Italia dei Valori – anticipa Di Pietro – presenterà un emendamento alla manovra per eliminare questa ingiustizia”.
Ma sono diversi i settori dove Monti ha evitato di intervenire e che invece potrebbero portare soldi pesanti nelle casse dello Stato. Le sei nuove frequenze televisive digitali, ad esempio, sulle quali i capigruppo Idv al Senato e alla Camera, Felice Belisario e Massimo Donadi, in una lettera inviata al Ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, chiedono venga subito revocata “la procedura per l’assegnazione gratuita”.
“Il cosiddetto beauty contest – affermano – è uno sfacciato regalo a Mediaset, Rai e Telecom, una assurda dispersione di patrimonio pubblico, inaccettabile sempre ma tanto più insopportabile nel momento in cui si chiedono agli italiani sacrifici durissimi. Con l’asta gratuita il governo rinuncia senza alcun motivo ad alcuni miliardi di euro che potrebbero, per esempio, essere impiegati prioritariamente per ripristinare l'indicizzazione dei trattamenti pensionistici ben oltre la soglia individuata dalla manovra approvata dal Consiglio dei Ministri. Se davvero il governo vuole coniugare rigore ed equità – concludono Belisario e Donadi – inizi a dare un segnale importante cancellando questa autentica porcheria”.