“Questa manovra è frutto di accordi sottobanco, la dimostrazione che ancora una volta Berlusconi s’è fatto pagare per lasciare il posto”. Lo afferma il presidente dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, intervistato dal quotidiano L’Unità.
Onorevole Di Pietro, affermazione coraggiosa. Su cosa è basata?
“E’ stato calcolato che la deindicizzazione delle pensioni dai 935 euro in su, la misura più odiosa tra quelle decise perché umilia chi ha sempre lavorato e pesa sui consumi, produce una cassa di circa tre-quattro miliardi. Bene: era possibile ottenere subito la stessa cifra mettendo in vendita le frequenze tv. Si poteva raddoppiare l’una tantum sulle cifre scudate, portarla al tre per cento anziché uno e mezzo del totale evaso e condonato. Noi dell’IdV avevamo proposto il 10 per cento”
Il ministro Fornero ha pianto domenica sera, la parola sacrifici le è rimasta in gola, non voleva uscire. Crede che non abbia condiviso?
“Credo che il ministro abbia vissuto in diretta e sulle sua pelle l’ingiustizia di quello che stava accadendo. Ha tutta la mia solidarietà. E però l’hanno fatto lo stesso”
Lei ha molto criticato la manovra Monti
“Più che altro sono deluso. Bastava che i Professori che compongono il governo avessero riletto gli editoriali in cui nelle scorse settimane avevano indicato le possibili misure per ottenere un risultato migliore. Intendo più equo”
Appunto, critiche molto dure anche lunedì in aula. Però gli indici di borsa sono rimbalzati, lo spread è sceso a quattrocento, i Btp crollati sotto il 6 per cento. Ai mercati piace una manovra che fa cassa, interviene in modo strutturale sulle pensioni, s’impegna sulla crescita, pensa alle aziende, ai giovani e alle donne.
“Potevano essere prese decisioni ugualmente incisive ma non di macelleria sociale. Questo invece è un modo truffaldino di far quadrare i conti. L’IdV farà opposizione dura e costruttiva. Stiamo scrivendo la contromanovra. Proponiamo misure che ottengono gli stessi risultati ma sono di segno contrario”.
Come il taglio degli armamenti?
“E’ una rivisitazione delle spese militari. Una cosa è la missione – millantata – di pace che abbiamo in agenda da anni. Altro è acquistare caccia e bombardieri con un incremento di sospesa rispetto all’anno passato di 244 milioni su un totale di spesa corrente pari a tre miliardi e mezzo. Il taglio di queste spese sarà il cuore di uno dei nostri emendamenti”.
Lei si aspettava qualcosa di più sul fronte della lotta all’evasione fiscale stimata intorno ai 160 miliardi l’anno?
“Contro l’evasione è stato fatto molto poco. L’Idv propone una nuova ipotesi di reato di furto aggravato specifico per il datore di lavoro che non versa i contributi all’Inps. È un’evasione fiscale tra i due e i quattro miliardi l’anno. Se riusciamo a recuperare anche solo la metà, è un buon modo per fare cassa. Chiediamo anche il reinserimento del falso in bilancio contro la piaga della corruzione (60 miliardi l’anno, ndr) e la confisca dei beni non giustificabili sulla base della dichiarazione dei redditi. Chi ha il Ferrari, o lo spiega sulla base dei redditi, oppure viene confiscato il Ferrari. Bisogna invertire l’onere della prova”.
Bce e Bruxelles chiedevano interventi strutturali sul nostro sistema pensioni. Il governo si è mosso in questa direzione. IdV ha alternative sul tema?
“Siamo d’accordo sotto il profilo dell’allungamento dell’età pensionabile ma non bisognava intervenire sull’adeguamento di quelle di anzianità bensì sui privilegi accumulati da alcuni. Così come si doveva intervenire sugli stipendi dei manager pubblici, una misura che avrebbe avuto effetti immediati sulla cassa. Invece il governo Monti ha detto ok a una buonuscita di cinque milioni e mezzo per Guarguaglini (l’ex presidente di Finmeccanica coinvolto in alcune inchieste per forde fiscale, ndr)”
Voterete contro?
“In Commissione faremo una serie di interventi mirati con cui individuiamo diverse tipologie di entrate ed uscite. Il governo deve riscrivere la manovra e accogliere alcune nostre proposte. Un governo sordo e cieco non è all’altezza della fama che l’ha accompagnato fin qui”.
Il segretario del Pd Bersani ha appena detto, al Tg3, che se ‘continuate così andrete per la vostra strada’. Vi sentite un po’ soli in questo ruolo di sentinelle?
“Stupisce l'atteggiamento intimidatorio e ricattatorio dell'amico Bersani. Dal governo Monti gli italiani si aspettavano misure eque, giuste e non norme dettate da banchieri, speculatori e proprietari dell'industria bellica. Invece di attaccare noi, che difendiamo le fasce sociali più deboli, provi a interpellare i suoi elettori e vedrà che è lui a rischiare l'isolamento dall'Italia reale che piange e soffre. Abbiamo dato la fiducia a Monti per eliminare l’anomalia nell’anomalia che si chiamava Berlusconi. Abbiamo voluto un altro interlocutore ma questo non vuol dire che facciamo parte della sua maggioranza politica. Monti ci ha chiamati nel fine settimana per le consultazioni. Ho ringraziato ma ho spiegato che per rispetto del nostro reciproco ruolo il dibattito deve essere pubblico e trasparente. Non mi piacciono accordi preliminari per trovare punti di accordo al ribasso”.
La foto di Vasto, l’alleanza Pd-Idv-Sel è sempre più sbiadita?
“Non c’è alternativa a quell’alternativa là. Berlusconi ha aumentato la forbice tra poveri e ricchi, Vasto propone di ridurla e di ristabilire maggiore equità sociale. Questo piaccia o no è un governo di destra e di emergenza che deve far quadrare i conti ma non può risolvere tutte le emergenze. A quelle deve provvedere la politica. Quindi confido sul referendum sulla legge elettorale per andare a votare il prima possibile con regole nuove”.
Bersani sente molto anche Casini che vuole la cabina di regia tra i partiti che hanno votato la fiducia.
“Un conto è che Bersani chiami Casini. Ma qui con Casini c’è anche Berlusconi e l’IdV non si può incontrare con il Pdl, è contro natura. In un sistema bipolare maggioritario bisogna decidere, o stai da una parte o stai dall’altra”.