“Scripta manent” per i latini voleva dire che gli scritti sono condannati a rimanere nei cassetti e tra le polveri delle biblioteche, sconosciuti, al contrario dei “verba”, delle parole, che invece volano tra i fori e le strade, e tutti ne possono prendere conoscenza; l'esatto contrario di ciò che oggi noi intendiamo e di ciò che Bianca Fasano, docente di storia dell'arte nel napoletano e giornalista di pregio, vuole comunicare col suo nuovo libro che si intitola appunto: Scripta manent, Società Gruppo Editoriale. Una silloge cattivante di racconti e poesie in cui Fasano dipinge stati d'animo e situazioni con la raffinatezza di uno stili chiaro e garbato e col preciso scopo che questo suo intimo mondo fra l'immaginario e il reale permanga nella memoria di chi legge e possa pure parlare in un sussurro a coloro che verranno.
Riflessioni che attingono nella vita di ogni giorno e racconti che molta parte prendono tra la quotidianità della sua stessa vita di donna di scuola, mentre sussurrate sembrano le poesie, poche in vero, ma che vogliono introdurre la parte più robusta della prosa che in qualche modo riprende tonalità poetiche incontrate nei versi. E libro pure di pensieri profondi in cui la realtà spesso dura di ogni giorno si scontra coi mondi che l'arte non smette mai di immaginare e di prefigurarsi soprattutto là dove le grandi contraddizioni del nostro tempo soffiano violenze.
(Di Pasquale Almirante da La Sicilia del 2/12/2011