Domenica 4 dicembre ricorre Santa Barbara e per l’occasione il Museo dell’Emigrazione “Pietro Conti” proietterà video documentari dedicati al tema del lavoro in miniera all’interno degli spazi espositivi. Santa Barbara è la santa che rappresenta la capacità di affrontare il pericolo con fede, coraggio e serenità anche quando non c’è alcuna via di scampo. Patrona dei minatori, dei vigili del fuoco e dei marinai. “Il 4 dicembre è sicuramente una data da ricordare” spiega il Direttore del Museo, Catia Monacelli, “attraverso la storia possiamo riflettere sul valore della memoria. Ricordare è un nostro dovere. Il Museo dell’Emigrazione di Gualdo Tadino ha una raccolta di oggetti di lavoro e video – proiezioni dedicate al lavoro in miniera perché questo è un aspetto che ha contraddistinto l’emigrazione umbra. Spetta a noi far conoscere ai più giovani le storie di tanti umbri che partirono per l’estero ed andarono a lavorare al fondo, nelle miniere americane ed europee, per guadagnarsi il pane, spesso a danno della propria salute, e con il ricordo rendere onore al loro coraggio”. Nel percorso museale è esposta anche una statua originale raffigurante la santa che, appartenuta alla circoscrizione delle miniere della Lorena, è stata donata al museo dal Sign. Efrem Rovinalti (Arbed, Francia). La statua veniva assegnata come trofeo alla miniera che aveva avuto meno incidenti sul lavoro, portata poi in processione dagli stessi minatori nel giorno della sua celebrazione ed esposta per un anno nella miniera che aveva ricevuto il riconoscimento. Barbara di Nicomedia (Asia Minore), è vissuta nel IV secolo D.C., fatta rinchiudere in prigione dal padre Dioscoro per avere abbracciato la religione cristiana, si salvò miracolosamente da un incendio divampato all’interno della fortezza. Da allora Santa Barbara viene invocata contro i fulmini ed i pericoli del fuoco. Per informazioni contattare il numero 075 9142445 o scrivere ad info@emigrazione.it.
Foto allegata: gruppo di minatori italiani accanto alla statua di Santa Barbara. Volmèrange-les-mines, Francia, 1953.
Museo dell'Emigrazione