PIANETA AMERICA: Posti di lavoro? Et voilà , il settore energetico ha la risposta

Il Wall Street Journal esce allo scoperto e la sua iniziativa e' calibratissima.

HOUSTON, Texas – In un articolo del WSJ dal titolo “Dove sono i posti di lavoro?”, Harold Ford Jr. avverte gli elettori americani che l'attuale amministrazione democratica del presidente Barack Obama starebbe sprecando tempo prezioso e che quindi, invece d'iniziative tese a combattere la disoccupazione che poi vengono bocciate regolarmente al Congresso, dovrebbe rivolgere altrove la sua attenzione. L'autore dell'articolo promozionale della potente industria energetica americana fa capire che, nella sua miopia, il presidente degli Stati Uniti non s'accorge che la soluzione per reperire i posti di lavoro che mancano ce l'avrebbe non solo a portata di mano ma, addirittura, sotto il naso.

Secondo Ford Jr. in America, in questo momento, la teorizzazione di nuove misure per creare occupazione fa perdere di vista quelle potenziali opportunità che attendono da tempo l'approvazione del governo. Tra queste, la costruzione dell'oleodotto della Keystone XL, dal valore di sette miliardi di dollari che dal Canada dovrebbe giungere alle coste orientali degli Stati Uniti sul Golfo del Messico.

E' un progetto gigantesco, fa notare il giornalista del WSJ, che creerebbe subito decine di migliaia di nuovi posti di lavoro nel settore delle costruzioni, della manutenzione e delle raffinerie.

Ford Jr. rincara la dose rivelando, e questa e' un'informazione molto sconcertante, che persino il Segretario di Stato, la democratica Hillary Clinton, favorirebbe il progetto ma che sfortunatamente, a bloccare la realizzazione provvidenziale, rimangono le pastoie dei regolamenti.

A questo punto l'autore dell'articolo del WSJ esce allo scoperto e palesando senza remore di sorta la sua funzione di portavoce ed addirittura d'araldo lobbistico degli interessi dell'industria energetica passa a spiegare agli Americani che hanno bisogno di sostenere i leader che stanno lavorando per realizzare il potenziale enorme dell'industria del petrolio e del gas.

Ford Jr. afferma di non essere d'accordo con tutto ciò che Obama ha fatto in economia , e di ritenere che sia stata una vera disgrazia vedere che i Democratici non abbiano appoggiato progetti come quelli tendenti ad ottenere i permessi per la realizzazione di strutture petrolifere nel Mare Artico. Secondo il giornalista del WSJ ignorare queste risorse ed il loro potenziale economico e' controproducente. Gli Americani che si chiedono dove siano i posti di lavoro non devono fare altro che guardarsi intorno.

Nell'articolo, naturalmente, si evita di dire alla gente come mai ci siano regolamenti che limitano o impediscono la costruzione selvaggia di strutture petrolifere come gli oleodotti. L'utilità ed il guadagno valgono certamente il sacrificio del paesaggio americano che i primitivi nativi americani avrebbero voluto lasciare intatto nel tempo. Si evita di dire ancora perché alcuni politici s'oppongano al fatto che il continente americano venga tagliato in due da un mega-tubo che per qualche probabilissimo disastro naturale potrebbe poi irrorare d'oro nero le aree attraversate. Mentre ancora non si sa quanto tempo occorrerà per ripulire la costa dall'incubo ambientalistico causato dalla BP nel Golfo del Messico a Ford Jr. sembra logico che sulla medesima costa vada a finire un altro terminale petrolifero nuovo di zecca. Nonostante i verdi americani ed alcuni gruppi ecologisti considerino questa realizzazione pericolosa ed addirittura folle in vista anche delle pesanti ricadute sull'integrità tanto del paesaggio che della salute di chi si verrebbe a trovare ettolitri di veleni dietro l'angolo il Wall Street Journal lancia la sua iniziativa di perfetto agitprop mediatico a favore dei petrolieri e lo fa con estremo tempismo il giorno prima delle elezioni presidenziali lasciando intendere che cosi come gli Americani dovranno appoggiare i candidati che si faranno interpreti delle mire dell'industria energetica anche questa non si mostrerà indifferente verso i politici in corsa per la Casa Bianca, disobbligandosi con l'elargizione di quei milioni di dollari utili per le enormi spese elettorali che poi , alla fine, fanno la differenza tra l'essere eletti o meno.

Gli analisti fanno notare che se si e' seri nel volere risolvere il problema della disoccupazione ci sono due campi in America con i quali e' possibile farlo: il primo e' quello energetico ed il secondo e' quello della sanità. Tutto molto vero. Dando mano libera al primo si ottiene lo scopo di far eleggere i politici che poi si potranno tenere facilmente al guinzaglio. Contemporaneamente, per un po', si metteranno al lavoro gli Americani mentre nel frattempo si creeranno tutti quei numerosi pazienti dei quali l'industria ospedaliera ha disperato bisogno per crescere e prosperare.

Alcuni accusano gli arrabbiati che protestano davanti a Wall Street di non avere idee ed obiettivi precisi. Dopo la lettura di questo articolo molto illuminante e' forse il caso d'auspicare che questi chiariscano a chi li governa che, se per avere posti di lavoro dovesse essere necessario avvelenare il paese ed ammazzare chi vi abita, forse sarebbe meglio che si estendesse anche altrove l'uso delle candele e del calesse che sembrano non disturbare per nulla le comunità Amish della Pennsylvania.

Tutto ciò, ovviamente, a patto che non si vogliano abolire o aggirare le regole che esistono e che rendono impossibile all'industria petrolifera ed a quella sanitaria di realizzare i loro progetti espansionistici sulla pelle degli Americani. Se ciò dovesse avvenire, infatti, l'America verrebbe a comportarsi non diversamente dalla Cina che non e' inceppata da queste pastoie del mondo occidentale e non si pone per nulla questi problemi regolatori perché, e' chiaro, che vede come una benedizione lo sfoltimento della sua enorme popolazione. Ma ciò, forse, non sarebbe possibile perché, in questo caso, la nazione leader dell'occidente verrebbe a trovarsi accanto ed adoperare le stesse politiche di un arretrato e disumano regime comunista che, notoriamente, si cura poco o nulla dei diritti umani.

RO PUCCI

10 / 29 / 2011

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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