Il consiglio dei ministri straordinario cercherà un modo di alzare l'età pensionabile e allo stesso tempo proverà a far digerire ai cittadini questo ennesimo sopruso verso i lavoratori, verso i precari e le donne. L'Italia dei Valori è contraria a questa misura, che non risolve la crisi ma getta le basi per una vera e propria depressione sociale ed economica per il Paese. Per questo abbiamo preparato una proposta alternativa che, come abbiamo fatto altre volte, mettiamo a disposizione del governo nel tentativo di scongiurare questo progetto scellerato.
SCHEDA PENSIONI
In Europa oggi l’età effettiva del pensionamento vede l’Italia esattamente allineata alla Germania e alla Francia, così come riportato oggi 24 ottobre sulle pagine del Corriere della Sera.
ETA’ MEDIA EFFETTIVA DI PENSIONAMENTO
Italia |
Uomini |
61,5 |
Donne |
60 |
|
Germania |
Uomini |
61,6 |
Donne |
59,9 |
|
Francia |
Uomini |
58,8 |
Donne |
58,8 |
|
Spagna |
Uomini |
62,6 |
Donne |
59,5 |
dati Corriere della Sera del 24 ottobre 2011
Pensioni da fame mai rivalutate negli ultimi due anni:
– Su circa 15 milioni di pensioni erogate, quasi 10 milioni sono inferiori a 750 euro al mese;
– 2 milioni e 600mila pensioni sono tra 750 e 1.250 euro al mese.
Il Governo Berlusconi è intervenuto più volte sulle pensioni e in particolare su quelle di anzianità e delle donne, utilizzando i lavoratori dipendenti e i giovani precari come l’unica cassaforte da svaligiare:
– nel 2010 il Governo ha inventato le ‘finestre lunghe’: il lavoratore matura il diritto di andare in pensione ma deve aspettare un anno per percepire l’assegno pensionistico;
– nel 2011 sono stati aggiunti altri 3 mesi con il risultato che sulla carta il lavoratore ha diritto alla pensione ma nella sostanza deve lavorare altri 15 mesi per poterla avere.
DONNE: l’età per andare in pensione è stata allungata di 5 anni, da 60 a 65, prima a quelle del settore pubblico e poi a quelle del settore privato, con la garanzia che i soldi sarebbero serviti per creare servizi utili alle donne stesse (asili nido, servizi di cura per gli anziani, copertura contributiva per la maternità per tutte le donne, ecc…). Invece, nell’ultima manovra questi soldi sono stati dirottati verso il ripianamento del debito.
GIOVANI: il sistema di calcolo delle loro pensioni stabilisce che, anche se un ragazzo avesse la fortuna di versare contributi per 40 anni, percepirebbe comunque meno del 40% dello stipendio. Una vera mostruosità sociale, le cui conseguenze sono state definite dal presidente dell’Inps non qualificabili, perché potrebbero portare a reazioni sociali non controllabili.