La nostra nazione ha celebrato il 17 marzo del corrente anno, il 150° dell’Unita’ d’Italia ed e’ bene che gli italiani che operano in Italia e quelli residenti all’estero, sappiano che l’Italia non si’ e’ unita a tavolino e non fu facile il percorso del progetto unitario sviluppato e sostenuto dell’allora Regno di Sardegna e nel 1861 l’Italia con la proclamazione della Fondazione del Regno d’Italia e la provvidenziale collaborazione di tutto il popolo affronto’ un lungo percorso irto, da enormi sacrifici e centinaia di migliaia di vittime umane, prima che si concludesse l’Unita’ d’Italia.
A distanza di oltre mezzo secolo, la nostra Italia, usata ed abusata come se fosse un oggetto da custodirlo e poi disfarsene come fosse un giocattolo o metterlo in soffitta come cosa inutile e quindi relegarla come fosse un fatto ormai remoto e declassato in quanto scomoda a una certa classe politica.
Lo Stato Italiano tendenzialmente disposto ad aggregazioni per determinati interessi politici che sacrifico’ parte della sovranita’ nazionale perche’ furono affascinati come protagonsti e coofondari del super stato europeo e modellandolo su misura per la costituzione di una grande Europa e convinti che non saremmo piu’stati solo noi italiani, a difenderla, ma uniti con le altre Nazioni dell’Unione Europea.
Innanzi tutto, dovremmo chiederci, perche’ la nuova classe politica italiana tendenzialmente distratta e consapevolmente responsale nell’illudersi che i confini nazionali a difesa della nostra Italia, dovrebbero essere gli altri Stati Europei ad aiutarci per difenderla da invasioni o col pericolo di essere occupata e saccheggiata com’era putroppo avvenuto ed abbondantemente descritta dalla Storia?
L’iniziativa della coalizione politica e approvata dell’allora Parlamento Italiano, ritenne utile varare la legge d’abrogazione della Leva Militare, oggi si puo’ fare un lecito ammonimento ai leader di detta coalizione che non si fossero dimenticati l’avere letto libri di Alessandro Mazioni, scrittore e autore del piu’ famoso dei libri “Promessi Sposi”, all’epoca la nazione non si era compiuta, dovrebbero ricordare che in una determina circostanza menziono’:gli italiani! E non gli stranieri dovranno risolvere la questione dell’unita’ d’Italia.
Quindi, i politici italiani, erano convinti di poter essere aiutati dalla Super Nazione Europea ancor non compiuta, che allora tutt’altra cosa pensata dalla vecchia classe politica italiana, avviata dopo qualche anno dalla fine del II Conflitto Mondiale e l’Assemblea della Costituente introdusse nella Costituzione della Rupubblica, l’articolo11, che l’Italia ripudia la guerra ed in condizioni di parita’ con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita’ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni. Quanto descritto poteva avere valenza politica positiva e logica nel costiture una coalizione di Nazioni europee e non. ll Patto Atlantico e la Nato sono come esempio, ma la pace nel mondo occidentale si era consolidata da tempo e forse per l’Italia, come membro dell’UE, un progetto gia’ superato.
Perche’ venti guerra nell’area europea si sono diradati da oltre mezzo secolo. E forse e pensabile ripensare l’opportunita’ se continuare od interrompere l’aggregazione a tale Unione. Probabilmente rimanere nell’area dell’Euro, potrebbe essere ancora vantaggioso, quello politico si nutrono molti e molti dubbi. In Italia da quando esiste la Repubblica si sono indetti molti referendum, perche’ non farne un’altro e chiedere al Popolo Italiano se sono ancora disposti ad essere infastiditi e bacchettati dall’Unione Europea, certemente piu’ abile e rigorosa nella gestione dell’Euro, ma non sufficientemente informata su tradizioni e comportamenti della sociata’ Italiana.
Per quanto piccola la nostra Italia ha esperienze riconosciute dalla Societa’ Mondiale e non si puo’ negare che il Regno d’Italia e poi la Repubblica Italiana con il suo Stato Unitario si sono realizzati quando non esisteva nemmeno l’idea della Fondazione dell’Unione Europea. L’Italia ha le indiscutibili capacita’ con o senza l’Europa e se la volonta’ del Popolo Italiano dovesse decidere un discatto dall’EU, puo’ proseguire con dignita’ ed orgoglio il suo cammino nella Storia.
Trascorsero pochi anni e la necessita’ di gettare le prime basi con l’obiettivo primario a coofondare l’Unione Europea e l’intesa dell’introduzione dell’Euro, come moneta unica, con una valutazione non correttamente bilanciata con la nostra Lira italiana e da quel momento l’Italia affronto’ un percorso tutto da inventare, e dificolta’nelle prime fasi di cambio tra Euro e la Lira e con le opportune strategie evito’ contenziosi e scherma- glie politiche con Unione Europea, costituita da poche nazioni e l’ Italia agevolo’ il processo unitario legata alla moneta unica, poi via via, il progetto europeo provvisoriamente consolidato con 27 Stati membri.
Infatti, dopo mezzo secolo di convivenza tra le nazioni membri dell’Europa. alcuni fatti penosi legati a norme che poi si tradussero a molte bacchettate alla produzione ed a prodotti alimentari tradizionali del Made in Italy, gia’ riconosciuti eccellenti nei vari mercati mondiali. Oltre alle problematiche delle quote di produzione del latte ai danni delle aziende agricole italiane penalizzate con le salassate multe a carico degli agricoltori. Ma altri contenziosi molto piu’ seri a difesa dei diritti umanitari e problemi provocate dall’incontrollabile immigrazione clandestina, dimostrarono e lo dimostrano che tale passo politico nell’appartenere all’Unione Europea, non ebbe l’eclatante esito positivo. e non si annotarono interventi solidali a difesa dell’Italia e delle sue frontiere.
A conferma di quanto sopra descritto, in quest’ultimi giorni d’ottobre, una inattesa stuazione condita di non pochi contrasti nell’affrontare decisioni che possano indicare le strategie e misure emergenziali per uscire dalla crisi economica e finanziaria, due leader delle nazioni piu’ autorevoli membri dell’UE, hanno offerto uno spettacolo colorito dall’inopportuno sarcasmo ai limiti del piu’ marcato pessimismo e soprattutto con espressioni poco serie e ridicole all’indirizzo dell’Italia, questi fatti creano tensioni internazionali e poco favorevole alla nostra nazione, ovviamente non sono i migliori auspici che i che i politici italiani vogliono.
C’e’ da chiedersi quale valenza politica potrebbe assumere l’Unione Europea senza gli opportuni coordinamenti e punti di riferimenti essenziali nell’ambito del Super Stato Europeo, senza alcun dubbio si evince che l’Unione Europea e’ costituita senz’anima in quanto rinuncio’ a citare nel documento statutario le due semplici, ma importanti e fondamentale parole: “popoli di origine judaiche e cristiane”.
Si percepisce che la volonta’ di fare l’Europa fu’ essenzialmente espressa dai leader dei partiti storici, che allora furono i protagonisti ed oggi le loro sigle politiche sono inesorabilmente state spazzate via dal nuovo orizzonte geopolitico. In questo periodo critico sociale, economico e finanziario tale aggregazione all’Europa, costa enormi sacrifici al popolo italiano, anzi sarebbe cosa positiva sapere quanto e’ costosissima all’Italia coprire il ruolo di membro coofondatrice dell’ Unita’ Eurpea.
A questo discutibile passaggio politico l’Italia implicitamnte rinuncio’ una parziale indipendenza dell’Italia ed ha inevitabilemente compromessa la nostra sovranita’ nazionale, in quanto le decisioni ovvero le piu’ importanti sono state gia’ da molto tempo delegate al Psrlamento Europeo e tacitamente costretti nell’osservare e nell’ allinearsi a rispettare ed applicare leggi, regole e disposizioni legislative varate dal detto Parlamento.
La rinuncia parziale della nostra indipendenza non corrisponde ne all’utilita’ e nemmeno alla logica di appartenenza alla UE, si pensa all’erogazione di contributi onerosi ed inefficienza nell’adottare rapidamente soluzioni, laddove le esigenze di carattere emengenziale e’ prioritaria, ed in molti casi assente o notevoli ritardi quand’e’ necessaria la sostanziale solidarieta’ e cooperazione a sostegno della nostra nazione.
Ora e’ giunto il momento di riflettere, ma bisogna fare in fretta, non e’ necessario essere politologi per conoscere lo stato di salute della politica italiana. E’ indispensabile pianificare una serie di riforme, capaci di ridare dignita’, forza e credibilita’ alla Nazione Italiana, Inutile ripetere, servono molte cose indispensabili per rivitilizzare la politica estera ed industriale perche’ utile, saggia e capace di trovare un giusto equilibrio e l’orientamento da dove iniziare a creare e sostenere nuovi progetti innovativi ed industriali.
E’ necessario come pensare a trovare le opportune risorse e le giuste suluzioni alle importanti tematiche del lavoro e soprattutto come dovere affrontare la piaga della disoccupazione e quale strategia per la crescita ed il livello del pil nazionale, affinche’ si riprenda il cammino e l’auspicabile obiettivo di un glorioso futuro.
Questa non condivisione riscontrata tra i due attori responsabili della politica italiana degli ultimi ventanni, sono la conseguenza che dall’episodio negativo relativo al periodo dello scandalo ”mani pulite”, non ci siano stati dei miglioramenti che ovviamente tutti auspicavamo. Gioco forza si creo’ un dannoso vuoto politico e la sensazione d’avere fatto un salto nel buio, ma fortunatamente non si e’ caduti nel baratro, come invece altri politici di orientamenti tendenzialmente catastrofici sognarono.
La situazione politica ed economica, sociale e finanziaria di questo sfortunato periodo sono cose che quasi tutti gli analisti convergono che l’intera classe politica, sindacale, imprenditoriale e finanziaria non hanno ancora trovato l’uscita da questo tunnel che attraversa non solo l’Italia e l’Europa, ma tutto il globo terrestre.
E utile ricordare che da decenni Il credito concesso a tutti in modo sfrenato e senza particolari regole per il rientro, ma al contrario agli specialisti dell’economia mondiale, serviva soprattutto creare una societa’ che sviluppasse un volume da generare il massimo dei consumi e nel caso specifico, non con la ricchezza reale, ma virtuale e come unico obiettivo l’allargamento del fronte operastivo per svilupparlo all’eccesso con un reale consumismo, ma all’entita’ preposte allo sviluppo industriale e commerciale, non era sufficiente tutto questo.
Ai vari governi delle nazioni occidentali l’iniziativa di aprire non solo le porte, ma tutti i portoni d’ingresso delle varie nazioni che allora dominarono e tutt’ora parzialmente dominano i mercati a livello internazionale, quindi volevano raggiungere altri obiettivi e si inventarono l’era della globalizzazione con il risultato di avere praticamente alleggerito ed agevolato con opportune norme e regole le operazioni relative all’import ed export affinche’ entrassero le merci di ogni genere come se non ci fossero le frontiere nazionali.
Si osserva che da un lato l’illusione della ricchezza virtuale, sviluppatesi e senza limiti nell’emisfero occidentale e gli imprenditori delle nazioni piu’ idustrializzate allargarono il loro orizzonte perche’ si sviluppassero secondo una nuova politica industriale che consolidasse gli avviati commerci. Agli industriali la brillante idea di conquistare nuovi mercati nell’area asiatica, che si concluse negativa perche’ da conquistatori in pochi anni si e’ arrivati ad’essere conquistati, ovviamente quest’ultime industrie asiatiche introdottosi sul mercato mondiale offrirono le loro merci a prezzi stracciati e le industrie dei paesi occidentali si trovarono inevitabilmente in grosse difficolta’ a dover competere.
I motivi riscontrati dalle industrie locate nelle nazioni occidentali sono piu’ che giustificate in quanto a suo tempo affrontarono un lungo periodo di tensioni e divergenze sul costo del lavoro a volte giuste e talvolta ingiuste. Non mancarono le dialettiche battaglie sindacali e per definre il contenzioso tra gli imprenditori e la forza lavoro trovarono gradualmente un giusto compromesso e gli industriali riconobbero determinate rivendicazioni sindacali con il risultato di avere concesso maggiori diritti a beneficio alla classe operaia sia del settore pubblico che privato, e per tali accordi sindacali, il prodotto gradualmente aumento’ di prezzo e non piu’ gradito in certe aree d’esportazione ed innevitabilmente nei mercati nazionali, crebbe il costo della vita.
Tutto questo va attribuito alle nazioni del fronte orientale con una scatenante evoluzione industriale non paragonabile alla nostra ed e’ altrettanto vero che il concorrente operatore nell’area asiatica, non abbia fatto passi notevoli nella direzione invocata dalle nazioni democratiche. Questa e’ una delle situazioni non di facile soluzioni ed e’ vero che gli imprenditori occidentali subirono e subiscono da molti anni una incontenibile con-correnza sleale. Infatti non sono poche le fabbriche importanti di molte Nazioni Europee e del Nord America che per sopravvivere decisero di trasferire parte della loro produzione nelle nazioni dove la politica sindacale non la conoscono e nemmeno di che cosa si stia parlando.
A questo punto, e giusta l’opportuna riflessione: per sapere come si e’ mossa la politica delle nazioni piu’ industrializzate in psrticolare quelli dell’area occidentale, non e’ difficile riscontrare che poco hanno fatto per erigere un qualcosa come fosse una diga di protezione a tutti i paesi occidentali. Da che cosa ne e’ derivata questa critica situazione? La logica della disoccupazione. La logica degli immigrati regolari o clandestini, che cercano un paese ove possono avere qualcosa da mangiare. Poi l’estensione smisurata della crisi finanziaria e della economia, che ha paralizzato moltissime strutture organizzative del settore industriale, commerciale e terziario ecc. ecc. quanto emerge dalla panoramica documentale situazione si evidenziano anche le difficolta’ della crescita sulla base del pil nazionale.
Questi sono glii aspetti di alcuni peccati capitali, che in un modo o chi nell’altro ha prodotto tensioni, incertezze e la riduzione delle forze produttive di ogni nazione dell’UE nonche’ quello del nord americano, da sempre consideratata la vera locomitiva economica con una marcia in piu’ a supporto dell’industria e del commercio mondiale.
Quindi, a chi giova inscenare azioni di guerriglia urbana di cui alcuni gruppi eversivi s’immergono nell’ambito del corteo nella speranza di essere coperti dalla folla paretecipativa che protestava perche’ si riteneva la piu’ danneggiata dall’ inarrestabile crisi e non si puo’ negare che le ragioni c’e’ l’hanno anche loro; ma l’episodio di teppismo o di guerriglia urbana creo’ l’onda d’urto che inerosabilmente tutto spazzava via.
C’e’ da scommettere che prima o poi tale crisi colpira’ ancor piu’ impietosa a coloro che in questo periodo si divertirono ad oltraggiare la legge e ancor peggio a metter ferro e fuoco anche la citta’ di Roma, simbolo della Civilta’ Cristiana, come e’ vero che alla fine del turno diabolico dei Black Bloc. questi eversivi saranno divorati inevitabilmente dai tumulti da loro stessi genrati.
Conclusa questa sequenza di cronache ed avvenimenti, una accorato appello ai politici, soprattutto a quelli che vogliono il bene comune, il bene della Nazione, il bene di tutto il popolo che lavora e produce, che putroppo non abbastanza per soddisfare le loro esigenze e le loro prospettive per un migliore futuro. Ora e’ il momento di unire tutte le nostre forze, ignoriamo quelli che un tempo furono Guelfi o Ghibellini e si spazzino per sempre gli egoismi ed essere meno individualisti, che tutti i membri del Parlamento Italiano uniti saldamente tra maggioranza ed opposizione disponibili a creare uno spazio e tranquillita’ per fare governare meglio questo governo, che per quanto criticabile per il suo operato e’ obiettivamente onesto da controbilanciare anche la situazione mossa a carico del Governo e soprattutto all’ indirizzo del Presidento del Consiglio nell’avere subito per lunghi anni valanghe di calunnie e falsita’
Una paradossale anomalia la divulgazione del materiale probabilmente falso o quanto meno inutile, che non chiariscono sufficientemente i fatti legati alle confessioni dei cosidetti “pentiti”. I Magistrati e Cittadini Italiani non dovrebbero prestare attenzione e nemmeno assumersi la responsabilita’ a cuor leggero nel credere tutte le frottole smistate come reazione dalla gente che abusivamente subisce il provvedimento delle intercettazioni telefoniche. E soprattutto sia garantito uno spazio invalicabile nell’ambito delle conversazioni di carattere privato, ma agire con fermezza su determinati casi specifici e sospetti a tutela della sicurezza dello Stato.
Le misure preacuzionali di vigilanza o sicurezza potrebbero essere giustificate se le intercettazioni telefoniche, monitorate e limitate a persone sospettate dl reato e non confermato a loro carico. Ora si spera sia il momento di smetterla nell’abusare indiscriminatamente le intercettazioni e soprattutto per evitare gli alti costi e dovrebbero essere tassativamente vietati quando trattasi di dialoghi strettamente privati e inoqui da qualsiasi valutazione pericolosa o eversiva e senza dubbio un’azione d’irresponsabilita’ ed ancora molto piu’ grave se le notizie trascritte come materiale indiziario offerto indebitamente (ovviamente da ignoti) senza alcuna autorizzazione della magistratura alla stampa.
C’era un tempo la buona osservanza della riservatezza e delicatezza con il vincolo di tutelare le persone e le cosa che si ritenessero conversazioni ineccepibilmente private ed e’ difficile credere che cio’ possa ritenersi positivo l’utilizzo senza alcun freno le intercettazioni, ma al contrario concentrarsi su persone e cose che si riferiscono a societa’ equivoche o comportamenti malavitosi o eversive ed a tutte quelle cosche che si generano nel Sud Italia per estendersi successivamente sul territorio nazionale e talvolta anche oltre i nostri confini.
Eccellenti Signori Magistrati quanto sopracitato e solo a questi dovete perseguire non con la mano leggera, ma pesantemente. Ed al di la’ di tutto questo, la Magistratura e le Forze dell’Ordine si sono mosse egregiamente e molto lavoro resta da fare. A questo punto il governo deve agire in fretta, ma governando bene. Ora il vero problema dopo avere previsto per il 2013 l’obiettivo del bilancio in perfetto oridine come ebbe a dichiare il Ministro del Tesoro e dell’Economia e quindi l’equilibrio tra entrate ed uscite, ma necessari altri sacrifici per salvare i posti di lavoro e maggiore impegno per la riduzione del debito pubblico.
Quali sacrifici:
1) Per un determinato periodo d’emergenza, tutti, dovrebbero fare un passo indietro e cio’ significa che per un lungo periodo non si deve rivendicare nulla ed accettare senza se e senza ma, una minima riduzione dello stipendio, e dove non sara’ possibile, proporre l’alternativa nell’ offeri\ta allo Stato una o piu’ giornate di otto ore lavoro straordinario, gratuite, questa nobile iniziativa da estenderla in tutte le strutture delle amministrazioni, fabbriche, trasporti e servizi pubblici e privati;.
2) La riduzione del personale dell’organico statale e la ristritturazione immediata o comunque entro il 31 dicembre 2011 di tutta l’organizzazione dello Stato, del Parlamento, del Governo e di tutte le strutture nell’ambito delle Regioni, delle Province e dei Comuni di tutt’Italia;
3) Individuare tutti i settori che sono considerati improduttivi e ritenuti rami secchi., decretando la chiusura delle varie organizzazioni para statali che non servono;
4) Tutti le associazioni e sindacati inclusi, consapevolmente dovranno rinunciare a qualsiasi manifestazione, perche’ non esistono in questo periodo cortei tranquilli perche’da qualche tempo viziati da elementi infiltrati che faranno nuovamente degenerare le manifestazioni pacifiche;
5) I sindacati uniti e solidali per un momento cosi grave e d’emergenza sono chiamati con il massimo senso di responsabilita’ ad affrontare tutti insieme alla crisi che non e’ solo italiana ma nel mondo intero;
6) Per questi motivi anche alle donne lavoratrici sara’ necessario l’innalzamento dell’eta’ pensionabile come stabilito per gli uomini;
7) Il Governo dia via libera ed inizi con sue proposte ed il preventivo accordo parlamentare tra maggioranza ed opposizione per il varo di una nuova Legge Elettorale entro la fine di questa legislatura;
8) Per superare questo periodo turbolento e’ necessario ricalcolare con gli opportuni ritocchi chirurgici nella complessa problematica dgli stipendi da applicarsi alle categorie piu’ fortunate che recepiscono al netto di ogni trattenuta un importo superiore a Euro 2,000.00 mensilmente da applicarlo nel settore pubblico o privato;
9) Una struttura che vigili costantemente i prezzi di tutti gli articoli alimentari ed altri di prima necessita’ rientroducendo il “Calmiere” gia’ adottato con risultati eccellenti nei periodi di guerra.
10) La rientroduzione della Leva Militare, per difendere meglio i confini nazionali ed allo stesso tempo con la funzione per una buona formazione professionale ed educativa dei nuovi giovani;
11) Controllare e ripensare nuove regole legate a nuovi potenziali flussi’ immigratori e quote fisse come numero di persone muniti di un contratto di lavoro,, documento necessario per l’ingresso in Italia di nuovi immigrati;
12) Inflessibili con gli immigrati clandistini od irregolari, concedendo un’opzione, prima che si proceda all’espulsione, la possibilita’ di rimanere in Italia dopo avere ottenuto un certificato di garanzia firmata dai loro parenti o amici e solo dopo avere accertata la buona condotta, quest’ultimi la prova documentale di essere residenti con un lavoro regolare in Italia presso le industrie o altri lavori utili alla nazione;
13) Il Governo non deve ignorare la realta’ delle cose, quindi la concessione di opportune assistenze approvate con provvedimenti speciali o emergenziali e lo sgravio fiscale a favore delle famiglie piu’ numerose.
14) Il Governo decida e con urgenza varare una legge che favorisca la costituzione di nuove e tradizionali famiglie, perche’ l’Italia ha l’assoluta necessita’ di affrontare il problema demografico;
15) L’Italia dev’essere libera a firmare trattati di amicizia con tutti gli Stati del Mondo e mai dover essere soggetta al servizio di questo o quel Paese.
Queste sono soltante tracce o ricette su linee percorribili per lo sviluppo di buone idee, che se analizzate e realizzate tempestivamente potrebbero essere utili a trovsre soluzioni per il nostro Bel Paese. La formula della bacchetta magica non esiste, deve essere chiaro tutti gli italiani responsabili e non, la necessita’ impellente a rendersi utili e la consapevolezza di dovere affrontare molti e dolorosi sacrifici, solo cosi’ potremmo uscire indenni dalla tormenta che inesorabilemente colpisce e senza alcuna distinzione le nazioni ed ogni grado sociale.
Si Signori, L’Italia’esiste se tutti e con orgoglio convinti d’essere Italiani.. Ed e’ proverbiale ricordare l’infausto ed amaro ricordo della ritirata o disfatta di Caporetto nel 1917. Re Vittorio Emanuele III con uno dei suoi ultimi Proclami, all’epoca della I Guerra Mondiale, chiese imperativamente a resistere non solo ai Soldati del Regio Esercito, ma l’Appello accorato fu soprattutto esteso al Popolo Italiano ed al Regno. L’esigenza militare impose la necessita’ di adottare una nuova strategia che fosse vincente, quindi sotitui’ Il Generale Luigi Cardorna con un altro Ufficiale, il Generale Armando Diaz, che nell’arco di un anno dalla sua nomina, riorganizzo’ le sue Armate sul fronte nord orientale della penisola italiana e consegno’al Re, la Vittoria per avere sconfitto il piu’ temibile Esercito AustroUngarico, costringendolo all’Armistizio, firmato il 3 Novembre del 1918.
Giustamente i lettori potrebbero obiettare a questa analogia, ma quanto descritto e’ in linea con i tempi, perche’ la crisi e paragonabile a tutti gli effetti alla III Guerra Mondiale, si e vero, non ci sono fronti e trincee ma virtuali confini, la crsi mondiale inesorabilmente continua a dissolvere le fabbriche moltiplicandone gli operai senza lavoro e quando si e’ disoccupati ad ognuno non rimane nemmeno l’ultima speranza, che significa virtualmente deceduto.
L’Italia con il suo popolo affrorntera’ con dignita’ e consapevolezza all’infernale periodo storico, perche’ uniti si puo’ e si deve vincere questa durissima battaglia e vincera’ con orgoglio, anche la III crisi Economica Mondiale.
Boston, 25 ottobre 2011
On. Michele Frattallone, presidente del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, Inc., presidente della Galileo Legacy Foundation, Consigliere, membro esecutivo e presidente della Commissione Cultura, Istruzione ed Immagine del Comitato degli Italiani all’ Estero.