Narducci (PD), il Governo sembra intenzionato a normalizzare i rapporti tra Italia — Svizzera. Imminente avvio dei negoziati

L’approvazione alla Camera dei Deputati della legge di “Ratifica ed esecuzione degli Scambi di Note tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio federale svizzero relativi alla modifica della Convenzione per la navigazione sul Lago Maggiore e sul Lago di Lugano, con allegati, del 2 dicembre 1992, effettuati a Roma il 23 luglio ed il 24 settembre 2010” di cui è stato relatore il Vice presidente della Commissione affari esteri, on. Franco Narducci, ha offerto lo spunto anche per puntualizzare ancora una volta l’urgenza di dare uno sbocco negoziale alle numerose questioni aperte tra Roma e Berna. Questioni di ben altro rilievo, come ha evidenziato Francesco Tempestini, capogruppo del Partito Democratico in Commissione esteri, poiché non è ancora chiaro l'atteggiamento che il Governo intende assumere per avviare con la Svizzera una discussione impegnativa in merito al contenzioso fiscale, sulla base di quanto già altri Paesi europei interessati hanno fatto.

In risposta alle sollecitazioni poste dal PD, l’on. Stefania Craxi, Sottosegretario di Stato per gli affari esteri, è fornito risposte chiarificatrici e incoraggianti. In premessa il Sottosegretario Craxi ha richiamato le quattro mozioni bipartisan approvate dalla Camera all’unanimità il 7 giugno scorso (per i PD mozione Narducci) – che impegnavano il Governo a riaprire al più presto il negoziato su scala bilaterale, a tutelare i lavoratori frontalieri e adoperarsi per l'esclusione della Svizzera dalla lista nera – e l'ordine del giorno Narducci approvato all'unanimità dalla Camera il successivo 14 settembre che stabiliva, tra l'altro, il 31 marzo 2012 come termine ultimo per la positiva conclusione del negoziato. Il Ministro degli esteri Franco Frattini ha più volte ribadito alla Presidenza del Consiglio e al MEF l'urgenza di convocare un vero e proprio tavolo con la Svizzera in materia fiscale.

Subito dopo Sottosegretario Craxi ha sottolineato che il mese scorso in un incontro a Washington tra il Ministro Tremonti e la sua omologa elvetica Widmer-Schlumpf hanno convenuto che a breve si dovrebbe avviare il negoziato sulle questioni fiscali. Una decisione confermata anche dalla notizia di pochi giorni fa relativamente all'invito a Berna rivolto dal negoziatore elvetico Ambühl, segretario di Stato alle finanze, al consigliere diplomatico del Ministro Tremonti proprio al fine di concordare i criteri generali per l'avvio del negoziato formale.

L’on Craxi, ha altresì evidenziato che la ripresa del negoziato fiscale appare, in effetti, ancora più urgente a seguito della recente conclusione di due accordi fra Berna e, rispettivamente, Berlino e Londra, concernenti le problematiche fiscali bilaterali, con particolare riguardo ai capitali tedeschi e britannici depositati anonimamente nelle banche svizzere. Su tali accordi non si è, tuttavia, ancora espressa l'OCSE e lo stesso MEF nutre dubbi sul loro allineamento agli standard di tale organismo. Infine – ha sottolineato il Sottosegretario agli affari esteri -in occasione dell'incontro a Berna il 14 corrente mese tra i segretari generali dei due MAE, ambasciatore Massolo e Maurer, le parti hanno nuovamente convenuto sulla necessità di aprire quanto prima il negoziato il cui risultato non dovrà in alcun modo prestarsi ad essere considerato una sanatoria o un condono, ma consentire, con le dovute formule, di assicurare adeguati rientri per l'erario italiano.

Il partito Democratico ribadisce anche in questa occasione l’urgenza di avviare il negoziato per fissare regole certe che devono contribuire a combattere l’evasione fiscale e a frenare la fuga dei capitali mettendo fine alla logica degli scudi fiscali. Occorrono, a tal fine, soluzioni di natura strutturale pari a quelle che hanno stipulato, per esempio, Germania e Gran Bretagna con la Svizzera.

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