Anche per RAI Internazionale è arrivato, dunque, il colpo risolutivo. Il Sottosegretario all’Editoria ha dichiarato in Commissione alla Camera che a causa dei tagli imposti dalle ultime manovre finanziarie si propone di dimezzare fondi della convenzione con la RAI per quanto riguarda appunto RAI Internazionale e le trasmissioni per le minoranze etniche.
Per la verità, i tagli richiesti sarebbero, per ammissione dello stesso Bonaiuti, del 30-40%, ma quando si tratta di italiani all’estero, i ministri chiamati ad eseguire non si negano mai un 10% di mancia.
Dopo la devastazione nei campi della lingua e della cultura, dell’assistenza, della rete consolare, degli istituti di cultura, della rappresentanza, c’è ancora qualcuno che dubita che siamo di fronte ad una strategia consapevole e organica basata sull’idea che ormai il mondo dell’emigrazione, vecchia e nuova, è un lusso che l’Italietta di oggi non si può più permettere.
E così, dopo la progressiva eliminazione del pensiero e della parola, ora il Governo, agli italiani all’estero, toglie anche la voce.
Quello che più spaventa non è tanto la gravità della crisi, che pure esiste, quanto la pervicacia nel non comprendere che i colpi assestati agli italiani all’estero sono colpi assestati all’Italia e al suo disperato bisogno di non recidere i suoi legami con il mondo in un momento di difficoltà così serie e diffuse.
Anche per RAI Internazionale, dunque, si pone la stessa esigenza che si manifesta per gli altri campi: non rassegnarsi a queste scelte come se fossero ineluttabili, ma organizzare in Italia e soprattutto nelle comunità la resistenza e il rilancio di chi non si rassegna a vedere spegnere il futuro del nostro paese.
Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci, Porta