Alla Biennale del Flamenco all’Auditorium di Roma, l’Instituto Cervantes di Roma propone 3 artisti rivoluzionari per la danza: Galvan, Yerbabuena e Carasco

l’Instituto Cervantes di Roma

accoglie

il cante jondo e la danza flamenca

in 3 eventi speciali all'Auditorium di ROMA

ISRAEL GALVÁN “La curva”. Prima italiana

Mercoledì 5 e giovedì 6 ottobre, Sala Petrassi alle 21.

EVA YERBABUENA “Yerbabuena”.

Martedì 11 e mercoledì 12 ottobre, Sala Petrassi alle 21.

RAFAELA CARRASCO “Vamos al Tiroteo”

Venerdì 14 e sabato 15 ottobre, Sala Petrassi alle 21.

L’Instituto Cervantes è la principale rete mondiale per la divulgazione del cinema di lingua ispanica [ogni anno si contano più di 3000 proiezioni in tutti i continenti] e di flamenco. In particolare di quest’ultimo, perché il flamenco è uno dei nostri simboli culturali più apprezzati nel mondo. Nella cultura del flamenco si ritrova la storia stessa spagnola. Lo dimostra il riconoscimento conferito appena l’anno scorso a questa disciplina dalla direzione generale Unesco di Patrimonio immateriale dell’umanità. Noi vogliamo fortemente diffondere questa forma d’arte nel territorio europeo e farlo con un festival a Roma, significa stabilire con la capitale italiana una relazione intensa su questa speciale forma di espressione, che si sviluppa sia nel canto che nella danza. Del resto, dopo il Festival di Siviglia, quello che si realizza all’Auditorium di Roma è il festival più importante d’Europa fuori dalla Spagna. Partecipano a questa edizione della Biennale di Roma tre progetti di tre artisti giovani che rappresentano una vera rivoluzione per l’immagine del flamenco, sia in Spagna che nel mondo: Israel Galván, Eva Yerbabuena e Rafaela Carrasco. Tre grandi artisti, tutti rispettosi del classicismo di questa secolare disciplina eppure capaci di contribuire con la loro energia e la loro creatività a una evoluzione stilistica. Loro sono una sorta di icona contemporanea della cultura flamenca perché proiettano il fenomeno culturale “radicale” nel futuro. Galván, Yerbabuena e Carrasco sono la nostra vera avanguardia. Infine, è doveroso sottolineare che il Festival di flamenco è il prosieguo della nostra intensa attività su questa arte, tanto che stiamo già organizzando per il primo semestre del 2012 – nelle sale della nostra sede in piazza Navona – la seconda edizione della rassegna “Cante Jondo”. E visto che siamo sicuri che come nella prima edizione la sala sarà gremita, ciò significa che gli spettatori di Roma desiderano conoscere i segreti della cultura flamenca. Della danza e del canto. Mario García de Castro, direttore Instituto Cervantes di Roma

 

 

¡Flamenco! 2011

ISRAEL GALVÁN “La curva”. Prima italiana

Mercoledì 5 e giovedì 6 ottobre, Sala Petrassi alle 21. Ingresso 30 euro.

Israel Galván riporta sul palco della Sala Petrassi i ritmi coinvolgenti e incalzanti della sua danza e stavolta lo fa accompagnato da una delle più grandi voci di canto gitano contemporanee, Inés Bacán, e dal piano della svizzera Sylvie Courvoisier. Tutti e tre insieme per la prima italiana deLa Curva, l’ultimo coinvolgente spettacolo del ballerino sivigliano. La Curva è uno spettacolo in cui convivono musica popolare, musica classica – o contemporanea – e danza. Sin dalla premiere il suo successo è stato lampante. A testimoniarlo, le dodici repliche dello scorso dicembre nel Teatro Vidy di Losanna, quello costruito da Max Hill. La prima tappa del tour europeo del quartetto si è tenuta ad aprile al Teatro Cuyás di Las Palmas de Gran Canaria in occasione della Giornata della Danza per poi fare tappa a Madrid nel Festival Otoño en Primavera. Dopo la performance all’Auditorium sarà la volta di Parigi nel Théâtre de la Ville il prossimo anno. “La curva nasce dalla mia familiarità con il silenzio”, confessa Galván, “dalla mia necessità di destrutturare i recital flamenchi in cui canto, musica e danza sono intimamente legati. Volevo isolare ciascun elemento, mostrare il silenzio. La curva è anche la seconda parte di La edad de oro. Lì mi confrontavo con un cantaor e un chitarrista, qui con il genere femminile – con due donne –, una voce davvero jonda e una concertista d’avanguardia. Inés e Sylvie fuse insieme, ecco il mio ideale d’artista donna. Ho avuto la fortuna di incontrarle a una svolta del mio percorso artistico. Loro mi hanno aiutato a creare la giusta colonna sonora per questa mia personale ricerca sulla danza, facendomi ballare da Lebrija a New York. In questo viaggio mi accompagna il mio fedele scudiero del ritmo, “Bobote”.”

EVA YERBABUENA”Yerbabuena”.

Martedì 11 e mercoledì 12 ottobre, Sala Petrassi alle 21. Ingresso 30 euro.

con Eva Yerbabuena (ballo), Paco Jarana e Manuel de la Luz (chitarre), Enrique El Extremeño, Pepe de Pura e Jeromo Segura (cantaores), Raúl Domínguez (percussioni).L’ultima volta abbiamo visto esibirsi Eva Yerbabuena tre edizioni del¡Flamenco! fa, nel 2005, con le chitarre di Paco Jarana e Manuel de la Luz. Le stesse chitarre tornano ad accompagnare la bailaora Yerbabuena sul palco della Sala Petrassi nella cornice di ¡Flamenco! 2011. Una musica genuina, forte, sensibile con tre cantaores che con le proprie voci toccano l’anima della danzatrice e la aiutano a portare alla luce sentimenti disparati. Canto, danza, chitarra in forma pura e senza concessioni. “La luce muore – dice Eva, nata nel 1970 a Francoforte ma subito (aveva 15 giorni di vita) emigrata a Granada – si perde il suono, se ne vanno le forme e resto sola, priva di sensi nella penombra. Certa in maniera viscerale della temporalità del flamenco”.

RAFAELA CARRASCO “Vamos al Tiroteo”

Venerdì 14 e sabato 15 ottobre, Sala Petrassi alle 21. Ingresso 25 euro.

Per la sua prima esibizione all’Auditorium la famosa bailaora sivigliana Rafaela Carrasco presenta Vamos al tiroteo, spettacolo che reinterpreta in maniera originale le canzoni popolari del poeta spagnolo García Lorca, già fonte di ispirazione per innumerevoli artisti del flamenco contemporanei. “C’è sempre un passato e nel flamenco è profondamente radicato – racconta l’artista – Il passato costituisce la radice di ciò che siamo e facciamo oggi. Restare in esso è non stare nel presente. Viverlo dal presente è incamminarsi verso il domani. I brani di Canciones populares sono importanti per lo spettacolo di ieri e di oggi perché appartengono agli ascoltatori, perché siamo cresciuti con essi e sono parte di noi. Canciones populares costituisce oggi il mio punto di partenza per un possibile cammino verso ciò che verrà domani. L’idea fondamentale è quella di portare in scena la musica di un disco che è stato fonte di ispirazione per tanti artisti. Adattare i temi del 1931 al giorno d’oggi, con un’attitudine musicale, scenica e coreografica che differisce molto da quella dell’epoca, ma con la stessa volontà di far ascoltare al pubblico testi e musiche che appartengono al popolo, che raccontano la maniera di vivere di generazioni passate e sono ancora parte di noi”.

INFO Cervantes: www.roma.cervantes.es – tel. 06 853 736 29 – 28

INFO Auditorium: www.auditorium.com – tel. 06 802 41281

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