Pianeta America: Dio e’ Repubblicano e Obama e’ Satana

Per la destra USA Dio sarebbe conservatore in economia ed odierebbe l'intervento statale.

HOUSTON, Texas – Nato per l'esigenza di un gruppo di Britannici di professare liberamente il proprio credo religioso gli Stati Uniti continuano ad essere ancora un paese nel quale l'effettiva separazione tra lo stato e la chiesa non rimane tale anche nella maggioranza della mente degli Americani. Dalla nostra parte dell'Atlantico l'attivismo religioso e politico a volte coincidono ed addirittura si sovrappongono fino al punto di determinare curiose commistioni politico-fideistiche che, nell'era attuale, lasciano piuttosto perplessi chi guarda dall'esterno alla grande potenza del mondo occidentale.

Le statistiche parlano chiaro. Dai microfoni degli intervistatori o dai questionari, preziosi per le indagini demoscopiche, emerge una società spesso arroccata su punti di vista sconcertanti che non ci si aspetterebbe di trovare a distanza d'alcuni secoli della creazione pionieristica della Piantagione di Plymouth.

Circa meta' degli intervistati e' fermamente convinta che Obama e la sua amministrazione starebbero ficcando il naso in settori che sarebbe meglio lasciare nelle mani dei privati. Quasi l'ottanta percento sostiene che ai disoccupati che si rifiutano d'accettare gli impieghi disponibili non dovrebbe essere corrisposta alcuna indennità di disoccupazione e più del novanta percento, nonostante le evidenti difficoltà economiche attuali, professa una fede cieca nel principio tradizionale americano che l'America e' ancora “la terra delle opportunità” nella quale “tutto e' possibile per quelli che lavorano sodo”. Sono in molti anche a credere, non tenendo in alcuna considerazione il principio del libero arbitrio, che non si muove foglia che Dio non voglia e ad essere fermamente convinti che il Signore dell'Universo lavori a tempo pieno per confezionare piani di successo destinati a premiare tutti quelli che hanno fede in Lui.

A volte, esaminando alcuni aspetti del Pianeta America, si rimane sconcertati nello scoprire che il fatalismo e' diffuso considerevolmente per motivazioni di tipo religioso tra i continuatori della civiltà che prese l'avvio da Atene e dalla Città Eterna non diversamente dalla gente mediorientale o orientale in genere.

Proprio qui nel Texas un'indagine sulla pratica religiosa, condotta in ambiente universitario, ha evidenziato come i Repubblicani della “Citta' dello Spazio” siano pronti a giurare che Dio e' impegnato ad operare nel mondo, giorno dopo giorno, fondando la propria azione sull'ideologia conservatrice che avversa i tentativi di regolamentazione statale e che sostiene il liberalismo economico come uno dei pilastri più importanti della fede. Questo nuovo tipo di conservatori, che coincide specialmente con le frange più conservatrici della destra, ritiene che il Creatore operi direttamente attraverso il libero mercato globale. L'economia alla fine, e contrariamente alla congiuntura attuale, ritornerebbe all'ottima situazione di prima perché sotto il controllo autorevole della Provvidenza. Sarebbero quindi perfettamente inutili infrastrutture come quella dell'informazione diretta a fornire analisi utilissime come quelle relative al rapporto costo-guadagno.

In contrapposizione ai fondamentalisti di questa nuova forma di fede economico-religiosa, che predicano di lasciar fare a Dio riducendo l'intervento di Obama nel quale con un'evidente strategia di demonizzazione s'intravede l'opera di Satana, un quinto della popolazione e' pero' convinto che da come vanno male le cose non sembra proprio che il Signore che abita ai piani superiori abbia trovato ancora il tempo d'occuparsi dell'economia americana. La disoccupazione rimane un problema gravissimo e difficile da risolvere e le iniziative dell'amministrazione in carica sono avversate e rallentate sistematicamente dai Repubblicani perché eliminarla o anche ridurla darebbe al presidente democratico più possibilità di rimanere al suo posto a seguito delle elezioni dell'anno prossimo.

Molti Americani, quindi, continuano a non potere pagare i propri mutui ed a perdere la casa che, secondo il solito copione, viene requisita e poi messa in vendita. Secondo questi ultimi, si starebbe facendo poco o nulla per varare una tassazione più giusta che faccia pagare di più chi ha di più. Si reperirebbero finalmente, in questo modo, quelle risorse delle quali si ha urgente bisogno per far ritornare i disoccupati al lavoro e per rimettere in moto gli ingranaggi inceppati dell'economia evitando d'attendere con angosciante rassegnazione un intervento divino miracoloso e risolutore.

RO PUCCI

09 / 29 / 2011

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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