Michele Gerace Referente Comitato Regionale Utenti e Consumatori – Regione Lazio

Michele Gerace Referente Comitato Regionale Utenti e Consumatori – Regione Lazio

Dico-non dico-ritratto

Incapaci di assumersi la responsabilità di quel che si dice o che si decide, negli ultimi giorni abbiamo assistito ad un grottesco dico-non dico-ritratto da parte tanto di Ministri che sostengono di non aver mai scritto di persona comunicati stampa sui neutrini (e che quindi scaricano elegantemente il barile sui propri collaboratori) quanto di chi, come a Roma, a proposito della volontà di aumentare la tariffa rifiuti (Tassa Rifiuti, TARI) da parte dell’Ama
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Ripensare i fondi interprofessionali in favore di un patto intergenerazionale

Destinare i fondi interprofessionali alla previdenza.
Secondo il “Rapporto annuale sulla formazione continua 2010” dell’ISFOL, dal 2004 al 2010 l’ammontare complessivo dei fondi interprofessionali è stato di più di 2 miliardi di euro. Nei due anni scorsi (2009-2010), i fondi interprofessionali hanno stanziato 670 milioni di euro in favore delle imprese. 135 milioni su 670 sono stati utilizzati per fronteggiare la crisi delle imprese.
A dieci anni dalla costituzione del Fondi paritetici
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Perché?

Il Piano operativo regionale del Lazio prevedeva investimenti per la sicurezza delle stazioni, per i nodi di scambio, per nuovi treni autobus. Tagliati. Si trattava di investimenti
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No comment

Gli annunci e le rassicurazioni hanno potuto molto poco. Inutili gli spot sui provvedimenti mai adottati. Senza senso le ripetute dichiarazioni di risoluzione del problema alla ‘Scommettiamo che’ entro 24, 48 ore.
Il risultato è stato aver lasciato Lampedusa
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Se la prima casa diventa un lusso

Quando la prima casa diventa un lusso, quando si rendono indetraibili a chi ha acceso un mutuo gli interessi sulla prima casa, quando si sceglie di tagliare
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Quando il rame diventa oro
di Manuel Diana

Nella cronaca di tutti i giorni leggiamo sempre più spesso notizie relative a furti di rame, questo metallo, vista l’ampia scala di utilizzo e l’aumento del suo prezzo, è diventato la facile preda dei male intenzionati di turno.
Oggetto delle particolari attenzioni sono i cavi dell’alta tensione, le gronde e, cosa recente, i vasi portafiori dei cimiteri. I furti hanno origini più che decennali ma ultimamente sono all’apice della cronaca per i disagi che arrecano alla popolazione. Si pensi alla sola rete elettrica, un furto comporta ingenti danni, sia per la sostituzione del materiale saccheggiato sia ai poveri cittadini che vengono lasciati, a seguito del furto, senza energia elettrica.
Gli assalti per lo più hanno riguardato le reti di telefonia, che hanno risolto parzialmente il problema interrando i cavi, le ferrovie e la società dell’energia elettrica, anche se con minore incidenza. Tra le proposte per arginare il problema spicca l’idea di sostituire l’intera rete passando definitivamente ad una nuova in alluminio, cosa che in parte è avvenuta con la rete ferroviaria. Il progetto è molto ambizioso e difficile da intraprendere poiché, ad esempio, la rete elettrica è molto più vasta e capillare rispetto a quella ferroviaria, e sostituirla con una nuova richiederebbe anni e un costo elevato. La posta in gioco è il rame, metallo molto richiesto grazie al suo largo uso nell’industria; è quotato 8.800 dollari circa a tonnellata, secondo gli analisti gli aumenti, rispetto al 2010, sono di circa il 15%, incrementi che fanno presagire ulteriori rialzi nei prossimi anni. Possibile che i cittadini debbano stare giornate intere senza energia elettrica o telefono, vedere deviata la corsa del proprio treno oppure non trovare il vaso portafiori del proprio caro al cimitero a causa di ladri sconsiderati senza scrupoli? Questa tipologia di furto sembra ormai essere una moda dilagante tra gli esperti del settore, rendendo necessario un intervento a tutela del consumatore e delle aziende coinvolte.

“Pagate o si chiude”
di Simona Chiti

Questo è l'ultimatum di Maurizio Flammini, Presidente di Federlazio, alla Regione: “Accolga le nostre proposte e ci stia a sentire, altrimenti inizieranno le serrate nei settori più strategici: trasporti, sanità, rifiuti, con l'inevitabile blocco dei servizi per i cittadini”.
La situazione è drammatica. Guardando l'ultima indagine della Federlazio sulle pmi si nota che queste sono andate incontro alla crisi esclusivamente grazie alla loro forze, continuando ad investire nonostante questo difficile periodo.
Le aziende fallite nel Lazio dal 2008 al 2010 sono state 18.547, niente in confronto a quanto sta accadendo dall'inizio di quest'anno: da gennaio a oggi siamo già molto vicini a questa cifra.
Oggi giorno molte aziende sono costrette a chiudere pur avendo debiti pari ai crediti, Flammini chiede così che la pubblica amministazione realizzi una “compensazione” tra debiti e crediti.
La Federlazio sollecita di sbloccare quei “crediti miliardari” che le piccole medie imprese vantano verso la pubblica amministrazione.
Continuare così non è semplice in molte aziende peggiorano gli ordini e il fatturato.

Le Giornate Europee del Patrimonio
di Manuel Diana

“L’Italia tesoro d’Europa”, questo è lo slogan nel nostro paese delle Giornate Europee del Patrimonio 2011 che s sono tenute il 24 e il 25 settembre. L’Italia ha aderito, con altri 49 Stati Europei, a questo evento che fin dalla sua costituzione nel 1954 è stato apprezzato per la caratteristica di far avvicinare i cittadini al patrimonio culturale europeo.
Nel corso degli anni l’iniziativa ha raccolto sempre un maggiore successo assumendo una rilevanza tale che nel 1999 il Consiglio d’Europa e la Commissione Europea ne hanno fatto un’azione comune. Lo scopo è quello di potenziare e favorire il dialogo tra le varie culture per valorizzare la ricchezza del patrimonio con un occhio alle diversità. Si vuol far conoscere la storia di ogni Paese e dell’Europa per poterla tramandare avanti nel tempo e farne un punto di forza.
Con l’ingresso gratuito nei luoghi d’arte e la possibilità di partecipare ai molteplici eventi organizzati, si permette ai cittadini di scoprire il mondo dei musei, dei monumenti o dei siti archeologici offrendo un momento di riflessione sulle fondamenta della nostra storia. Per quanto riguarda la Capitale, Sabato 24 e domenica 25 settembre i cittadini e i turisti potranno visitare gratuitamente i Musei del Sistema Musei Civici. Sono ad ingresso completamente gratuito: Centrale Montemartini, Mercati di Traiano, Museo dei Fori Imperiali, Museo dell'Ara Pacis, Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco, Museo della Civiltà Romana, Museo delle Mura, Villa di Massenzio, Museo della Repubblica Romana e della memoria garibaldina, Museo Napoleonico, Macro, Macro Testaccio, Museo di Roma in Trastevere, Musei di Villa Torlonia e Museo Civico di Zoologia. Inoltre, sabato 24 settembre dalle ore 20 alle ore 24, Palazzo Senatorio in Campidoglio è stato aperto per le visite guidate gratuite.

Scuole bocciate sulla sicurezza
di Simona Chiti

Pubblicato oggi il IX Rapporto di Cittadinanza attiva su “Sicurezza, qualità e comfort degli edifici scolastici”. Il documento attesta che il 28% delle scuole italiano non rispetta le norme di legge privo di certificazioni e dei requisiti base previsti dalla legge sulla sicurezza.
Gli 8 milioni di studenti che popolano le classi italiane studiano fra banchi e sedie rotte, cavi volanti, porte e finestre rotte, soffitti cadenti, acqua che penetra dall'alto ogni volta che piove e intonaco che cade dalle pareti, pavimenti sconnessi . Cittadinanzattiva ha monitorato 88 edifici scolastici in 12 regioni (Piemonte, Lombardia, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna).
A rendere più grave la situazione il fatto che il 42% delle scuole si trovano in zone sismiche e che lo stato della manutenzione lasci a desiderare come la mancanza di certificazioni igenico-sanitarie.
Fanalini di coda sono Calabria e Lazio.
Nel Lazio solo il 25% delle scuole possiede il certificato di agibilità statica, il 16,7% quello di agibilità igienico-sanitaria, il 22,2% quello di prevenzione incendi.
L'indagine sottolinea l’età avanzata degli edifici scolastici, il 70% del nostro campione risale a prima del 1974 che comporta un deficit maggiore di manutenzione, la mancanza di fondi delle scuole influisce sull'acquisto di prodotti come sapone e carta igenica per i bagni.
La situazione è grave se si pensa che il numero di incidenti è in aumento rispetto allo scorso anno.
Risulta quindi urgente rimediare a queste mancanze utilizzando i fondi già esistenti (circa 420 milioni di euro dei Fondi FAS, circa 220 milioni di euro dei Fondi strutturali Europei) per l'edilizia scolastica e di affidare questi e la manutenzione direttamente alle scuole.
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Associazione Culturale “cento giovani”
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