(Associazioni delle stragi di: Piazza Fontana, Piazza della Loggia, Treno Italicus, Stazione di Bologna del 2 Agosto 1980, Rapido 904, Firenze Via dei Georgofili),
Una sentenza estremamente importante, perché non si limita a condannare i ministeri della Difesa e dei Trasporti, ma lo fa evidenziando le responsabilità dovute alla sicurezza e mette in luce i comportamenti negativi e non collaborativi con l'autorità giudiziaria tenuti da parte di appartenenti ad organi dello Stato che, pur nelle diversità di personaggi e situazioni, sono state comuni alle indagini sulle altre stragi che hanno colpito il nostro Paese.
A fronte di ciò appare ancora più colpevole l'atteggiamento assunto dal sottosegretario Carlo Giovanardi – evidentemente d'intesa con il Governo – che ha preannunciato ricorso contro di essa.
L'unione stigmatizza il comportamento Governo, che:anziché farsi carico del buon esito delle rogatorie internazionali riguardanti la strage di Ustica;impegnarsi nel rendere operativa la nuova legge sul segreto di Stato, promulgata all'inizio del 2007 e tutt'ora priva dei decreti applicativi,sembra cercare in tutti i modi di fiaccare la volontà dei familiari delle vittime nella loro legittima ricerca della verità,
Ne è prova: la mancata partecipazione alla manifestazione per il 31° anniversario della strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, la denuncia per vilipendio inviata dal coordinatore del PdL Fabio Garagnani al presidente dell'Unione familiari vittime per stragi Paolo Bolognesi, per la sua insistente richiesta di giustizia, chiedendo che con il segreto di Stato, non si coprano i mandanti delle stragi,la mancata applicazione della legge 206/04 “Nuove norme in favore delle vittime del terrorismo e delle stragi di tale matrice”, che costringe i familiari a defatiganti iter per farla applicare completamente.
I morti delle stragi terroristiche e l'impunità delle stesse, reclamano ben altra attenzione da parte degli organi governativi. Inoltre, e nel caso specifico di Ustica, non vi sia il necessario impegno governativo nell'azione diplomatica che pretenda risposte alle rogatorie internazionali ancora inevase.
Paolo Bolognesi