Nel silenzio generale, il capogruppo dell’Italia dei Valori in commissione Giustizia al Senato, Luigi Li Gotti, ha denunciato il blitz con cui il governo sta di fatto cancellando una serie di procure della Repubblica, smantellando così i principali presidi della lotta contro l’illegalità e il crimine. L’informazione, però, salvo pochissime eccezioni ha sinora sottovalutato la portata devastante di questo colpo di mano, il cui successo rischia di essere facilitato dal silenzio da cui è circondato.
Senatore Li Gotti, come è strutturato questo blitz contro le procure?
E’ contenuto in un emendamento alla manovra, presentato ieri, sul riordino della geografia giudiziaria.
L’IdV è contrario al riordino?
No, sull’opportunità di un riordino noi siamo d’accordo. Il problema è che qui c’è la previsione di un accorpamento delle Procure indipendentemente dall’accorpamento dei tribunali.
Significa che ci saranno i tribunali ma non le Procure?
Esatto: possono rimanere i Tribunali ma spariscono le Procure. In concreto, le Procure che resteranno dovranno gestire anche altri circondari. Ma questo significa smantellare il principale presidio del controllo di legalità. Dove c’è un tribunale, lì deve esserci una Procura, perché l’idea di un procuratore e dei suoi sostituti che devono seguire contemporaneamente più procure significa indebolire fortemente la fase delle indagini. Tanto più dal momento che il nostro codice prevede che il procuratore possa acquisire notizia di reato anche direttamente, e come fa se non sta in quel territorio?
Ci sono altri aspetti inquietanti in quell’emendamento?
Assolutamente sì. Hanno scritto che la Procura accorpante dovrà garantire le funzioni requirenti in altri uffici ma hanno omesso di citare le funzioni inquirenti. Com’è noto il procuratore svolge da noi un doppio ruolo, e quello relativo alle attività investigative è appunto il ruolo inquirente. Insomma non ci sono più le Procure e non c’è più nemmeno nessuno per fare le indagini. Follia pura.
Ritiene possibile modificare questo emendamento in Parlamento?
In commissione è stato votato da tutta la maggioranza, compresa la Lega che ha fatto della sicurezza la sua bandiera e poi vota a favore della cancellazione dei presìdi della sicurezza. Il Terzo polo e il Pd sono sulla nostra stessa linea, ma se il governo insisterà avrà i numeri. Fuori dal Parlamento, credo che magistratura si accinga a prendere posizione. Oggi sui giornali di questo scempio si è parlato troppo poco. Spero che ora si sveglino dal letargo.