CHI E’ CRIMINALE, CHI VUOLE SALVARE IL PAESE O CHI LO HA AFFOSSATO?

Ci eravamo piacevolmente abituati alla ritirata strategica di Silvio Berlusconi, a non vederlo più saltellare ogni giorno in tv da un canale all’altro per mascherare, dietro bugie e false promesse, il totale fallimento del suo governo. La figuraccia a puntate sulla manovra gli aveva opportunamente suggerito di non farsi vedere troppo, almeno per un po’. Ieri, però, il Cavaliere è tornato a dare il peggio di sé, accusando l’opposizione di essere anti-italiana e criminale. Perché? Perché stiamo opportunamente e responsabilmente provando a stoppare una manovra iniqua, debole, recessiva, che una maggioranza in totale stato confusionale ha scritto, stracciato e riscritto innumerevoli volte e che ancora adesso è assolutamente poco credibile.

Una manovra che infatti non piace a nessuno: non all’Europa, non ai sindacati, non alla Confindustria, non alla Corte dei Conti, non alla Banca d’Italia, non a parte della stessa maggioranza. Gli insulti di Berlusconi rimbalzano contro l’allarme e la preoccupazione unanime di imprenditori ed economisti riuniti a Cernobbio, rimbalzano e tornano al mittente inchiodando il grande colpevole di questo disastro alle sue enormi responsabilità.

Il vero anti-italiano e criminale è perciò il presidente del Consiglio, lui e i suoi amici che hanno ridotto l’Italia in mutande e che non hanno nemmeno la dignità di dimettersi. Lui, capo del governo, che ha definito l’Italia un “paese di merda”. Si vergogni di stare ancora lì, disperatamente attaccato alla poltrona, ad insultare chi si oppone alla sua banda di indagati, imputati, prescritti e incapaci che ha fatto sprofondare il Paese in una crisi spaventosa.

L’opposizione sta solo lottando con ogni mezzo per evitare che sugli italiani si abbatta un altro mostro sociale, per correggere un provvedimento ingiusto, pericoloso e inutile. Questo è il compito di un’opposizione responsabile, questo stiamo facendo. Quanto a Berlusconi, se cerca un criminale, prima di insultare gli altri non ha che da guardarsi allo specchio.

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