Si parla sempre più di una ipotesi di fare cassa attraverso la dismissione massiccia di patrimonio immobiliare e mobiliare pubblico.
La “contromanovra” di Italia dei Valori ha previsto il ricorso alle dismissioni patrimoniali dello Stato e degli Enti Locali come forma di abbattimento del debito pubblico. Sia con riferimento ai beni immobili che con riguardo alle partecipazioni in enti economici e società. Si calcola che il patrimonio vendibile abbia un valore di almeno 700 miliardi di euro.
Naturalmente abbiamo la consapevolezza che i beni non si possano collocare sul mercato in modo totale ed immediato, poiché le vendite vanno fatte con criterio e tenendo conto, per le società quotate, dell’andamento del mercato mobiliare. Inoltre anche la dismissione del patrimonio immobiliare richiede la necessaria pianificazione per massimizzare il ricavato, anche utilizzando diverse forme tecniche, come la costituzione di fondi immobiliari, le vendite all’asta, le cartolarizzazioni.
Nota:
(*) se le entrate straordinarie venissero utilizzate per abbattere lo stock del debito si otterrebbe l’effetto di ridurre il servizio del medesimo per un valore pari a circa il 4% delle riduzioni apportate al debito accumulato. Ad esempio, 45 miliardi di maggiore incasso dai ruoli esattoriali, producono una riduzione permanente della spesa per interessi pari a 1,8 miliardi di interessi in meno da pagare.
Per questo nel nostro piano abbiamo previsto, con la cautela necessaria ed opportuna richiesta da simili azioni, un incasso che parte da 800 milioni di euro nel 2012 per arrivare a regime a 3 miliardi di euro all’anno per la vendita di partecipazioni statali, da 300 milioni a 3 miliardi all’anno per le partecipazioni degli enti locali, da 1 miliardo fino a 10 miliardi all’anno per gli immobili. Si tratterebbe comunque in quattro anni della somma rispettabile di 39,6 miliardi di euro.
Qui si parla invece di cessione in blocco a Fintecna (società interamente controllata dal Ministero dell’Economia per la gestione delle partecipazioni e delle privatizzazioni) che dovrebbe poi procedere in un secondo tempo alle alienazioni. Si può fare, ma va garantita in modo assoluto la trasparenza dell’operazione ad evitare che capiti ciò che è già avvenuto con le grandi invenzioni di “finanza creativa” di Tremonti ed in particolare con l’operazione “Scip2”
(http://www.antonioborghesi.it/index.php?option=com_content&task=view&id=144&Itemid=1 ). Con essa il duo Berlusconi-Tremonti , che come è noto sono oggettivamente i rappresentanti in politica di evasori e speculatori, ha di fatto messo in mano dei loro amici, a prezzi ben al di sotto del loro valore, i pezzi pregiati di proprietà degli enti previdenziali generando poi un “buco” di 1,7 miliardi di euro posto a carico dei contribuenti.
Vigileremo con tutte le nostre forze affinché il “giochetto” non si ripeta.
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