La situazione in Darfur, e in tutto il Sudan, è sempre più grave

Cari amici,

La situazione in Darfur, e in tutto il Sudan, è sempre più grave. Come forse avete saputo in questi giorni dai mezzi di informazione, Francesco Azzarà, operatore dell'ospedale pediatrico di Emergency a Nyala. è stato rapito mentre si recava in aeroporto a Nyala. La drammatica storia del giovane volontario di Emergency, organizzazione il cui operato è apprezzato da tutti in Darfur, ha riacceso i riflettori sulla immane tragedia che continua a consumarsi in quelle terre da oltre otto anni.

“Il rapimento dell'operatore di Emergency a Nyala è solo l'ultimo di una serie di episodi che portano alla luce quanto denunciamo da tempo: la situazione in Darfur è più grave che mai” ha dichiarato alla stampa Antonella Napoli, giornalista africanista e presidente di Italians for Darfur.

“La zona dell’aeroporto è praticamente blindata, tutta l’area è sotto controllo governativo”.” Mi sembra un sequestro anomalo maturato in un contesto rischioso e avvenuto in una zona teoricamente sotto il controllo governativo. Non vorrei che fosse un messaggio alle organizzazioni umanitarie internazionale che già hanno un rapporto complicato con Khartoum”. Infatti, secondo fonti del Corriere della Sera, Azzarà sarebbe stato rapito da miliziani filogovernativi. Ahmed Tugul, negoziatore per i ribelli darfuriani del Jem (Justice and Equality Movement) ai colloqui di Doha (per altro falliti) non ha dubbi: «Noi non operiamo in quella zona. E poi in città. Un rapimento di questo genere, sotto gli occhi dei governativi lo può realizzare solo chi gode delle coperture governative . [C.S.]

In Darfur da mesi, ormai, si susseguono violenze, sequestri, arresti arbitrari e sospetti e altre violazioni dei diritti umani. E non solo contro la popolazione locale. E di pochi giorni fa la notizia di un attacco ad Unamid, la missione d'interposizione congiunta di Nazioni Unite e Unione Africana nel Darfur, che ha provocato un morto e numerosi feriti. Inoltre il governo del Sudan ha minacciato di porre fine alla presenza dei caschi blu se il mandato della forza di peacekeeping dovesse essere modificato.

La scorsa settimana il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha deciso di prolungare di un anno il mandato di Unamid così come era stato autorizzato nel 2008. Ma da giugno ad oggi si sono susseguiti sulla regione raid dell'aviazione che ha bombardato i villaggi di Esheraya, di Sukamir e di Labado nell'area meridionale della regione mentre le milizie alleate dell'esercito sudanese hanno incendiato cinque villaggi – Karko, Linda, Abu Mara, Jurab Bray e Asilowa – situati a 50 km a sud della capitale provinciale El Fasher (Darfur settentrionale). I vertici della missione di peacekeeping in Darfur hanno dichiarato che le autorità sudanesi hanno impedito agli investigatori dell'ONU di visitare i villaggi colpiti e di ascoltare i testimoni oculari, limitando inoltre la libertà di movimento ai cooperanti internazionali in grado di portare aiuti alla popolazione colpita.

“Noi di Italians for Darfur, insieme alle altre organizzazioni che fanno parte della coalizione internazionale che porta avanti la campagna per il Sudan, ci siamo appellati al Consiglio di Sicurezza affinché assumesse al più presto decisioni riguardo al potenziamento della missione in Darfur. Ma finora nulla è mutato. Dall'inizio del conflitto nel febbraio 2003 il Consiglio di Sicurezza ha chiesto ripetutamente di fermare i raid che ogni volta fanno centinaia di vittime civili ma non ha mai intrapreso un'iniziativa davvero significativa per impedire che questo massacro continuasse”.


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Indossa la t-shirt “Stop Blood in Darfur” insieme ai rifugiati del Darfur in Italia

Il contributo di 15 euro verrà interamente destinato alle campagne di Italians for Darfur Onlus.

Maglietta Italians for Darfur La maglietta di Italians for Darfur è stata distribuita ai rifugiati del Darfur in occasione del Global Day for Darfur a Roma per denunciare la strage di innocenti e le condizioni inumane degli scampati all'eccidio del Darfur.

Dal 2006 continua ininterrotta la campagna di Italians for Darfur Onlus, unica asssociazione in Italia che è componente della coalizione internazionale per il Darfur e il Sudan. Sostieni le nostre campagne di denuncia con un gesto semplice ma efficace: indossa anche tu la maglietta di Italians for Darfur Onlus.
Disponibili in bianco o arancio fino a esaurimento.


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Dal blog:

Bambini depressi e con gravi disturbi post traumatici, sono i figli del Darfur

di Mauro Annarumma

Oltre il 75 per cento dei bambini intervistati nei campi profughi in Darfur soffrirebbe di Disturbo post-traumatico da stress, e circa il 38 per cento di Depressione. È quanto emerge da una indagine scientifica pubblicata su The Lancet ad agosto.
Bambini e bambine vengono continuamente rapiti, violentati, uccisi, nei campi profughi sudanesi e nel vicino Chad. Molti vengono prematuramente separati dai genitori, e nn ricevono istruzione e cure medichd
Hanno ferite profonde,ma che nn si vedono: i bambini del Darfur hanno perso forse il sorriso.Noi non vogliamo per.dere la speranza.

Immagini satellitari svelano fosse comuni in Sud Kordofan

di Mauro Annarumma

Era già successo in Darfur, si ripete in Sud Kordofan. Dagli occhi dei satelliti geostazionari giungono immagini di fosse comuni, conseguenti agli scontri nella regione, tra forze governative e gruppi armati ribelli, provenienti dalle fila del Justice and Equality Movement e dal SPLM del Sud Sudan.

In un comunicato di ieri, proprio il JEM ha rivendicato gli attacchi all'esercito sudanese presente nella regione, che hanno portato all'uccisione di 150 militari e al furto di numerose armi pesanti. L'aviazione sudanese risponde con il bombardamento delle postazioni. Tutto ricorda, amaramente, quanto è successo in Darfur.

I bombardamenti aerei sono massicci, come testimoniano anche i primi video in circolazione, che abbiamo pubblicato di recente nel nostro blog.
Le fotografie satellitari hanno ripreso tre larghe fosse intorno a Kadugli. Il ruolo delle immagini satellitari è stato spesso determinante nelle campagne di denuncia internazionale sui crimini commessi in Sudan, come in Darfur e in Sud Sudan. Recentemente, prima degli scontri scoppiati ad Abyei, Google svelò gli ammassamenti delle truppe di Khartoum intorno alla città.

Nuovi scenari post indipendenza del Sud Sudan

di Antonella Napoli


Finiti i festeggiamenti per la nascita del nuovo Stato, si teme la disgregazione di altri paesi africani. Il Nord continua a rivendicare la regione di Abyei, minacciando l'intervento armato; il Darfur potrebbe presto chiedere l'indipendenza .

L'incognita di un effetto domino per tutta l'Africa sub-sahariana, a seguito della costituzione del primo Stato indipendente al di fuori dei confini coloniali è ampia materia per analisti e osservatori delle questioni africane che non a caso segnalano nervosismi da attendismo in tutto il 'continente nero' ma anche in Medio Oriente.

Sorvegliato speciale resta il Sudan, che non riesce a disinnescare la 'bomba' Darfur nonostante l'ennesimo accordo di pace a Doha che dovrebbe portare, a detta dello stesso Bashir, alla definizione di un piano di sviluppo per la regione. Non passerà molto tempo prima che il popolo darfuriano del Sud, che si considera africano, pretenda l'indipendenza da Khartoum […leggi sul blog].

Cordiali saluti,

ITALIANS FOR DARFUR ONLUS

www.italiansfordarfur.it

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