Renato Brunetta a tutto campo e senza freni. Il ministro italiano della pubblica amministrazione e dell’innovazione è stato ospite, due settimane or sono e in quel di Viterbo, dell’evento Medioera, noto festival dell’innovazione digitale. Nel bel mezzo della serata il ministro sale sul palco per affrontare un dibattito sulle riforme e sui progressi tecnologici, fatti in ambito di pubblica amministrazione da quando lui stesso ha ricevuto l’incarico di occuparsi del dicastero. L’incontro con Brunetta è moderato dal direttore dello storico quotidiano romano il Tempo, Mario Sechi, che subito inizia con una domanda sul vissuto del nostro ministro. Brunetta risponde: “ero figlio di un ambulante, nella vita ho iniziato lavorando come ambulante e mi è stata offerta anche la possibilità di studiare. Se non avessi studiato sarei andato immediatamente a lavorare”. Sono partiti subito i primi fischi e le prime contestazioni contro di lui, ma il tenace ministro non si fa intimorire e a coloro che lo fischiano replica così: “su continuate, fate pure, andate avanti così, più fate in questo modo più vi auto- emarginate”. I fischi continuano, stentano a cessare e dopo un po’ Brunetta risponde: “Voi non lavorate, siete dei cretini. Non vi rendete conto di quanto siete disperati? Ho l’appoggio di 60 milioni d’italiani e visto che ho il loro consenso posso anche accettare i fischi di qualche poveretto e cretino. Sono un uomo democratico e accetto tutto”. Non è la prima volta che Renato Brunetta da vita a queste particolari “performance”; l’ha fatto un po’ di tempo fa quando per la prima volta suscitò polemiche, parlando dei famosi “bamboccioni”, applaudendo un’espressione che fu del suo collega ed ex ministro dell’economia, Tommaso Padoa Schioppa, quest’ultimo scomparso lo scorso dicembre. In quell’occasione Renato Brunetta disse: “Ho condiviso Padoa-Schioppa quando ha stigmatizzato la figura dei “bamboccioni” anche se quella sua invettiva mancava di un’analisi più complessa. Secondo il ministro i “bamboccioni” non lo sono in sé e per sé, ma sono vittime del sistema italiano di organizzazione sociale. Brunetta è convinto che ci sono i “bamboccioni” perché le università funzionano male, perché il welfare funziona male e perché si dà più ai padri che ai figli”. Peccato che il ministro della pubblica amministrazione in carica, dopo l’accurata analisi sul perché esistono i “bamboccioni”, abbia “macchiato” le riflessioni costruttive con ulteriori uscite poco felici: non molto tempo fa Brunetta ha ridato spettacolo quando definì i precari l’Italia peggiore senza dimenticare quando si rivolse a un altro gruppo di giovani dicendo loro: “scaricate le cassette ai mercati”. Le uscite poco diplomatiche del primo responsabile della nostra P.A. hanno dato vita al fenomeno intitolato “Brunetteide”. L’unico uomo di governo a prendere le distanze da Brunetta sembra essere stato il ministro dell’economia, Giulio Tremonti che, durante l’intervento del suo collega della pubblica amministrazione, nel corso della conferenza stampa organizzata per la presentazione della manovra economica, si è rivolto ad alcuni collaboratori del dicastero di via XX Settembre, pronunciando una parola poco complimentosa nei riguardi dell’amico Brunetta: “Un cretino”. La “Brunetteide” ormai spadroneggia, ma il cittadino italiano si sente insultato, preso in giro e umiliato da una nazione che non offre quasi niente. I precari hanno tutto il diritto di manifestare il loro disappunto; però piuttosto che fischiare il ministro sarebbe più giusto e intelligente chiedere allo stesso Brunetta come mai in alcune pubbliche amministrazioni funzionano ancora la metà degli sportelli presenti oppure, quesito ancora più interessante, come mai molti giovani, laureati brillanti, volenterosi e desiderosi di costruirsi un futuro, sono condannati ad attendere mesi e mesi prima di fare una prova presellettiva per un concorso pubblico? Il Comune di Roma ha bandito due anni fa un concorso per 1.995 posti e recentemente è stata rinviata l’uscita della data delle prove preselettive. Prossima uscita prevista per il 25 ottobre sulla Gazzetta Ufficiale. Riusciranno in autunno i numerosi candidati a mostrare tutta la loro preparazione in ambito di pubblico impiego, a preparare il loro futuro professionale o saranno condannati nuovamente ad incrociare i pollici, aspettando ancora chissà per quanto tempo? Questo lo sapremo fra un paio di mesi. Un altro aspetto interessante da chiedere al ministro Brunetta e al resto della classe politica è: come mai otto annunci di lavoro su dieci offrono un impiego solo ed esclusivamente nel settore commerciale? Molti portali on- line come Monster.it, Infojobs, Lavoro.org fino ai quotidiani Lavorare o Roma Lavoro presentano a un buon 80% offerte di carattere commerciale. Portare i soldi alle aziende per guadagnare sembra essere diventata una regola fissa. Vendere non è mai stato un mestiere facile, ma ancor di più non è facile in questo momento storico in cui regna una crisi soprattutto psicologica e nessuno è disposto a comprare. L’Italia è nella morsa di un’infinità di problemi e fra questi il mercato del lavoro, il settore più in crisi in assoluto. La speranza è sempre l’ultima a morire, ma il periodo attuale del paese italiano spiega a chiare lettere perché i presunti “cretini e poveretti”, come li definisce il ministro Brunetta, non lavorano.
Marco Chinicò