SERVE UNA RIFORMA DEI MERCATI NON DEL MONDO PRODUTTIVO

La banda Bassotti che ci governa, invece di rovesciare le regole del mondo che produce, dovrebbe concentrarsi sul cambiamento delle regole dei mercati: maggiori controlli, maggiori vincoli, minore libertà di azione. Non basta, ma un Paese non può fare molto di più, soprattutto se a causa del ritardo accumulato, è a sovranità limitata. Oggi, a causa di un governo inetto, siamo nelle mani dell’Europa e degli Stati Uniti, come non ci capitava dal 1945. Loro possono decidere se dobbiamo fallire o se vogliono aiutarci. Forse ci aiuteranno, perché conviene anche a loro, ma quale prezzo saremo costretti a pagare?
Serve, lo ho già scritto nel mio blog, una nuova Bretton Woods per riscrivere, tutti insieme, le regole della finanza internazionale. Solo così si può uscire dalla crisi senza ritornarci. Tutte le altre sono soltanto medagliette che il governo prova ad appuntarsi al petto, ma sono misure inefficaci, brodini per malati gravi.
L’esecutivo ha ignorato sistematicamente le grida di allarme che le opposizioni e tutte le parti sociali stanno lanciando da tre anni a questa parte. Ancora tre giorni fa Berlusconi veniva alle Camere a prenderci in giro annunciando che la crisi non c’era e, se qualcuno aveva ancora qualche soldo da investire, poteva comprare i titoli delle sue aziende confondendo ancora una volta il ruolo istituzionale con i suoi interessi privati.
Ieri la pericolosissima coppia Tremonti-Berlusconi ha lanciato un piano in quattro punti per risollevare l’Italia dalla crisi. Si tratta di misure largamente insufficienti o addirittura pericolose e che non ci aiuteranno. Due di queste sono enunciazioni di principi da inserire in Costituzione con il pericolo di traformare la nostra Carta da liberale, laica e repubblicana in un documento iperliberista e prono alla volontà dei mercati piuttosto che al popolo sovrano. Gli altri due interventi annunciati dal governo rappresentano un pericoloso attentato ai diritti sociali e alle tasche dei ceti più poveri, quelli che già stanno pagando un prezzo enorme alla crisi. Manca un quinto punto: i tagli ai costi della politica. Il governo fa pagare la crisi agli italiani onesti ma non riduce di un centesimo stipendi, benefit e privilegi della casta.
Francamente anche i lavori parlamentari in agosto mi sembrano una misura demagogica e del tutto inutile. O davvero pensiamo che la gente ci trovi più credibili solo perché qualche deputato o qualche senatore sospende le proprie vacanze? Nulla di personale, per carità. Non faccio parte di nessuna delle due commissioni convocate per giovedì 11, ma sarò a Roma lo stesso perché voglio sentire in prima persona le sciocchezze che dirà Tremonti in quella sede.
Domani posterò una mia analisi delle quattro proposte del governo che giudico, ve lo ho già anticipato, insufficienti, demagogiche e, per certi versi, addirittura pericolose.

Lascia un commento

My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.
Attenzione: alcune funzionalità di questa pagina potrebbero essere bloccate a seguito delle tue scelte privacy