FONTANONESTATE

Sedicesima edizione
21 giugno – 11 settembre 2011

Giardino della Fontana dell’Acqua Paola al Gianicolo – via Garibaldi 30 – 00153 ROMA
Orario degli spettacoli: ore 21
Prezzi: Intero Euro 20 (1-2 ago), 18 (3-4-5-6 ago) – Ridotto Euro 15 – 12
info e prenotazioni: 06.5883226 / info@fontanonestate.it

Direzione artistica: Enzo Aronica, Riccardo Barbera e Roberto Della Casa

Ufficio stampa: ELISABETTA CASTIGLIONI
tel/fax 06 3225044 – mob. 328 4112014 – elisabetta@elisabettacastiglioni.com

PROGRAMMA DAL 1 AL 7 AGOSTO

Lunedì 1 – Martedì 2 agosto
LI ROMANI IN RUSSIA

Di Elia Marcelli
Con Elisabetta De Vito, Nicola Pistoia e Paolo Triestino
a cura di Stefano Messina
Musiche di Pino Cangialosi
eseguite dal vivo da Sade Mangiaracina, Sara Natalizi e Michele Secci
Una produzione Neraonda
Tra il 1939 e il 1943 Elia Marcelli (Roma, 1915-1998) partecipa a quattro campagne di guerra come sottotenente di complemento: Francia, Jugoslavia, fronte greco-albanese e Russia. Durante queste campagne si distingue sia per l'impegno militare, sia per una attività volontaria di alfabetizzazione di numerosi soldati. Ferito e invalido di guerra, è insignito della croce al merito di guerra e decorato al valor militare.
Una volta tornato in patria, Marcelli lavora per lasciare la testimonianza della propria esperienza nella guerra di Russia (che costò la vita a più di 200.000 italiani), e lo fa con lo strumento che più gli sembra vicino a esprimere la verità: il dialetto, il suo dialetto romano colloquiale e schietto, l'unico strumento capace di raccontare fino in fondo l'immane tragedia di quella vicenda. Così nasce il poema Li Romani in Russia, che ricostruisce, con la forma tipica del genere epico, e cioè le ottave classiche, la campagna di Russia, e che è considerato dalla critica letteraria una delle opere più importanti della letteratura in romanesco della seconda metà del Novecento.
Nel poema la storia di Remo, Peppe, Mimmo, Sarvatore, Nicola, er Professore, e soprattutto Giggi, l'amico fraterno della voce narrante, è raccontata rispettando assolutamente la verità della storia, alternando i registri stilistici, dal grottesco (la parata iniziale) al lirico, dal narrativo al tragico, e facendo rimanere il racconto costantemente sul livello d'una immediata leggibilità. Ne viene fuori un quadro straordinario di verità, dove il freddo e la fame, la paura e l'angoscia, la volontà di fuga e la scelta di rimanere fermi nel rispetto del proprio dovere e nella solidarietà fra commilitoni sono verità che si evidenziano dai nudi fatti.
Noi seguiremo questa tragica epopea, dall'inizio alla fine, attraverso cinque momenti: l'adunata alla caserma romana della Cecchignola e il viaggio (dal 25 giugno alla fine di luglio del 1941); l'attraversamento delle nazioni balcaniche e della steppa russa (agosto-settembre); la battaglia sul fiume Dnjepr (ottobre); le battaglie, il gelo del “feroce” inverno 1941/42; la conclusione della tragedia, dall'avanzata degli eserciti italiano e tedesco sulla steppa del Don (estate del '42), alla controffensiva dell'esercito russo, alla battaglia di Arbusow, fino alla ritirata degli eserciti italiano e tedesco (gennaio 1942).

Mercoledì 3 agosto
SEMPRE INSIEME

di Anca Visdei
(Versione italiana di Mariella Fenoglio e Roberto Della Casa)
Con Barbara Alesse e Irene Villa
Regia di Matteo Alfonso
Luci: Sandro Sussi
Fonica: Edoardo Ambrosio
Una produzione Nutrimenti Terrestri
Coprodotto dal Teatro Stabile di Genova
Due sorelle vivono nella Romania di Ceausescu, oltre la cortina di ferro. Una aspira a diventare scrittrice e l’altra attrice. La maggiore, Alexandra, si compromette con l’opposizione al regime e le due sorelle decidono insieme che, per evitare guai maggiari, ad Alexandra conviene andare all’estero. Da questo momento il racconto procede in forma epistolare, con le due ragazze che si raccontano (qualche volta con reticenza) le reciproche esperienze. La solitudine, la fame, la ricerca di un lavoro. In Svizzera, Alexandra riesce infine a realizzarsi come scrittrice, mentre in patria, Ioanna, ottiene qualche successo sul palcoscenico solo grazie alla protezione di un funzionario di partito, che già corteggiava Alexandra. Alexandra ringiovanisce mentre Ioanna invecchia. Così si ritrovano nel dicembre 1989, quando (caduto il muro di Berlino), Alexandra torna a casa con il figlio.
Nata a Bucarest, Anca Visdei, dopo aver studiato regia all’Istituto di Teatro e Cinema di Bucarest, si trasferisce come rifugiata politica in Svizzera, dove diventa assistente alla cattedra di diritto internazionale presso l’Università di Losanna. Oggi vive a Parigi, dove si occupa soprattutto di teatro. Ha scritto e messo in scena una trentina di commedia. Ha inoltre pubblicato alcuni racconti per ragazzi e ha lavorato per il cinema e per la televisione. Giornalista, insegna arte drammatica e dirige due festival di cinema documentario.

Giovedì 4 agosto
PAOLO BORSELLINO ESSENDO STATO

Scritto e diretto da Ruggero Cappuccio
Con Claudio Di Palma
Musiche originali Marco Betta
Impianto scenico Mimmo Palladino
Costumi Carlo Poggioli
Aiuto Regia Nadia Baldi
Luci e Fonica Franco Polichetti
“Palermo non mi piaceva, per questo ho imparato ad amarla, perché il vero amore consiste nell’amare ciò che non piace per poterlo cambiare”. Con questa breve riflessione Paolo Borsellino svela il senso più segreto del suo essere uomo e del suo essere giudice. La sua giovinezza e gli anni difficili della sua maturità sono ispirati ad una tensione vitale che oscilla tra passione per la memoria e progetto instancabile per una costruttività del futuro. La sua singolare esperienza esistenziale porta con sé i tratti inequivocabili dell’eroe. Un eroe moderno. Un eroe lontano dalle tentazioni della retorica. Un eroe che si batte senza armi contro le armi; senza violenza contro la violenza; senza protervia contro omicidi, stragi, tradimenti. Forte unicamente della sua spiazzante lealtà intellettuale, di un intuito espresso a livelli altissimi, Paolo Borsellino è l’incarnazione di eroe psicologico in grado di sacrificare il proprio corpo e i propri affetti per un’idea: la giustizia.
I cinquantasette giorni in cui Paolo Borsellino vive dopo la morte a Giovanni Falcone, fanno del giudice sopravvissuto un uomo solo, accerchiato da elementi deviati dello Stato e della politica, da Cosa Nostra e dall’indifferenza collettiva come prodotto culturale raffinatissimo atto a seppellire la verità. Senza Falcone, senza l’uomo che Borsellino stesso definiva “il suo scudo”, il magistrato elabora la certezza matematica della propria fine. A più riprese disegna come imminente la propria morte a colleghi ed amici con allusiva eleganza. Malgrado ciò rimane. Rimane in Sicilia, rimane a Palermo, rimane fedele a un’idea, a Falcone, a sé stesso. A condividere la sua coscienza della fine è innanzi tutto il mondo femminile, composto da sua madre, sua moglie, sua sorella, le sue figlie, oltre naturalmente a suo figlio Manfredi. Questa partecipazione silenziosa al destino di chi combatte in una sfida con un finale già scritto, torna a parlarci di una consapevolezza tutta classica in cui alla dignità dell’eroe fa riscontro la dignità di chi dovrà piangerlo e continuarlo ad amare nell’assenza del corpo.
Il lavoro si sviluppa in un concentrato di suoni e immagini tese ad esaltare il contrasto tra la spudorata bellezza dell’isola e i suoi umori notturni. L’ironia si rivela come una qualità in grado di percorrere il dramma per svelarlo con più forza e più direzionalità in tutta la sua crudezza. L’azione prende l’avvio dal diciannove luglio 1992. Alle ore sedici e cinquantotto in via D’Amelio, a Palermo, un attentato pone fine alle vite del giudice e degli uomini che lo stavano proteggendo: Vincenzo Li Muli, Walter Cusina, Agostino Catalano, Claudio Traina, Emanuela Loi. Nell’ultimo decimo di secondo tra l’esplosione e la morte, Paolo Borsellino ricompone memorie e sogni della sua vita. Parla, racconta. Dubita di essere ancora vivo. Dubita di essere già morto. La messinscena deflagra in dodici movimenti, quanti sono quelli di uno Stabat Mater, addensando frasi, sussurri, visioni. Ed è appunto uno Stabat Mater doloroso, la prima parte. Il giudice, quell’ultimo giorno, andava a far visita a sua madre: una madre consapevole, metafora e incarnazione del dolore cosciente e fiero di un’altra Sicilia, di quella più invisibile e più vera.

Venerdì 5 agosto
CHEEK TO CHEEK

Di e con Marco Cavallaro
Regia di Renato Sannio
Scene: Federico Marchese
Musiche: Matteo Musumeci
Luci e fonica: Francesco Barbera
Una produzione Esagera
Sei alla ricerca dell'anima gemella? Vuoi un amico/a per una sera o per tutta la vita? Chat, comunità virtuali, blog, sono gli ultimi fenomeni comunicativi di massa dove trovare le soluzioni. È un segno dei tempi… Un segno di questi tempi per scoprire e scoprirsi. Per affidarsi e negarsi. Per vincere la timidezza; un sorriso riflesso dentro ad uno schermo ed inviato con qualche bit o qualche riga di codice binario lanciato nell'etere come l'ormai “arcaica” bottiglia nel mare con dentro un messaggio di aiuto.
Alla fine, proprio perché viviamo in questi tempi, è senz'altro più semplice raccontarsi ad un monitor piuttosto che ad una persona reale.
La differenza la fa l'alchimia che si crea, se si crea, al primo incontro.
Il testo di Marco Cavallaro, fresco, attuale e divertente, parte da questo principio per spiegare come, al di là della tecnologia moderna e della apparente disinvoltura nell'approccio, la paura e il desiderio di conoscere una probabile “anima gemella” si concretizzi nell'incontro “fisico”. Nasce così un'attesa snervante, ricca di tensioni e insicurezze dove piacere a tutti i costi diventa l'imperativo.
L'Amore a tempo di internet. Si ride e si riflette sulle nuove frontiere del sentimento e dell'eros tra chat, blog e comunità virtuali. Imperdibile!!!

Sabato 6 agosto
TERESA

Di Toni Fornari
Ispirato al libro di Jorge Amado Teresa Battista stanca di guerra
Con Silvia Siravo
Scene e costumi: Silvia Polidori
Musiche originali: Enrico Blatti
eseguite dal vivo da Ivan Gambini alle percussioni
Luci: Danilo Facco
Regia di Norma Martelli
Una produzione Casa Editrice Alba s.r.l.
Il monologo s’ispira al celebre romanzo popolare di Jorge Amado Teresa Batista stanca di guerra, e narra la vita avventurosa di Teresa, chiamata anche “l’encantada” come la divinità della mitologia afro-brasiliana.
In scena l’attrice Silvia Siravo si cala nei panni dell’eroina: prostituta capace di ridiventare vergine ad ogni nuovo amore, ballerina di samba inarrivabile, debellatrice del diavolo nero.
Teresa si veste di bianco e si prepara per l’ ultimo incontro, il più desiderato, il più atteso. Rivive nel ricordo, le passioni, i desideri, le lotte, nel tentativo di riscattarsi nell’amore e nella speranza di una nuova vita. Questa storia di passione e tormento, vita e morte, è scandita dalla musica eseguita in scena dal percussionista Ivan Gambini.

Ogni sera, lo spettacolo sarà preceduto dalle Spigolature Garibaldine, microstorie sui personaggi che, nella zona del Gianicolo, diedero vita a una delle pagine più esaltanti del Risorgimento italiano: la Repubblica Romana del 1849. Questi gli argomenti proposti a rotazione:
1 LA STATUA CENSURATA (Ciceruacchio e la strana sorte del figlio cancellato)
2 LO SPARTITO SPORCO DI OLIO (Mameli, la protocrocerossina Cristina Trivulzio ed altre storie)
3 LA GARIBALDINA EN TRAVESTI (Colomba Antonietti Porzi, garibaldina per amore)
4 PATRIOTA O RECLAME? (Ugo Bassi e la strana storia del suo monumento bolognese)
5 LA VERA STORIA DEI BAMBINI-PATRIOTI (da Righetto ai Martinitt, i ragazzini in barricata)
6 QUEL VECCHIETTO ERA UN GARIBALDINO? (Storia dei garibaldini fuori tempo massimo)
7 IL CIABATTINO ARGENTINO (ovvero, come nasce Anita)
8 ER BELLI E LI GIACUBBINI (il popolo e la rivoluzione)
9 GARIBALDI VS IL GENTIL SESSO (battaglie vinte o perse con le donne)
10 IL MISTERO DEI 4 VENTI (le ville della Repubblica Romana)

Maggiori info su www.fontanonestate.it

FontanonEstate 2011 è una manifestazione realizzata con il sostegno di Roma Capitale -Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico.

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