Tremonti ammette di aver sbagliato

Errori sì, ma nessun illecito. Il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, ha chiarito così la sua posizione nella vicenda della casa romana di via Campo Marzio del suo ex consigliere Marco Milanese, appartamento che ha usato fino a qualche settimana fa. “Nessun 'nero' e nessuna irregolarità”, ha affermato Tremonti, precisando che “non era dovuta l'emissione di fattura o vietata la forma di pagamento. Ho commesso illeciti? Per quanto mi riguarda – sottolinea – sicuramente no. Ho fatto errori? Sì, certamente”.Le scuse e l'auto-difesa – “In primo luogo – sottolinea il ministro – se qualcosa posso rimproverarmi, vi è il fatto di non aver lasciato prima l'immobile. L'ho fatto in buona fede, ma sarebbe stato senza dubbio più opportuno, dato che proprio questo è ora causa di speculazioni che avrei potuto e dovuto evitare. Con il senno di poi, ripeto, ho sbagliato. Come scusante – aggiunge – rispetto a quelli che Sergio Romano definisce 'un errore di giudizio' o 'un peccato di distrazione', posso solo portare l'impegno durissimo in questi anni non facili, su tanti fronti”. “Chi fa il ministro – conclude Tremonti – ha il dovere di rispondere alle domande che gli vengono rivolte. Credo di averlo così fatto”. Intanto l'imprenditore Tommaso Di Lernia, coinvolto nell'inchiesta sulla casa di Tremonti e sui pagamenti a Milanese in cambio di appalti, accusa altri politici di partecipare ad un sistema che si reggeva sulle tangenti. Di Lernia ha fatto i nomi dell'ex ministro Aldo Brancher e del titolare del ministero dei Trasporti, Altero Matteoli. Altri tre nomi sarebbero per ora secretati.Sotto attacco dell'opposizione e di Romano – Una dichiarazione che arriva dopo una giornata convulsa dove le voci di dimissioni di Tremonti sono rimbalzate in mattinata per le sale operative della Borsa causando un nuovo scivolone degli indici azionari e un allargamento degli spread mentre era in corso il consiglio dei ministri e una delicata asta di Titoli di Stato, chiusa con successo ma a caro prezzo per il Tesoro che ha dovuto pagare forti rendimenti. Un film già visto prima dell'approvazione della manovra quando le ipotesi di uscita del responsabile dell'Economia avevano causato preoccupazioni fra analisti e investitori. A escludere le dimissioni del superministro arriva così il leader della Lega Umberto Bossi secondo cui il passo compiuto da Tremonti “è una buccia di banana, una stupidaggine, non è un fatto grave, è una superficialità”. E lo stesso ministro alla conferenza stampa della Cdp si limita a dire di essersi “dimesso…da inquilino” e che risponderà nelle giornata odierna alle sollecitazioni dell'ambasciatore Sergio Romano. Dichiarazioni che fanno sollevare le opposizioni: “Il ministro Tremonti – spiega Francesco Boccia del Pd – ha il dovere di rispondere in Parlamento delle sue scelte: l'annunciato e atteso intervento sul maggiore quotidiano italiano non potrà mettere in secondo piano il fatto che l'economia del nostro paese è ferma a causa delle sue scelte”. E Antonio Borghesi dell'Idv chiede a Tremonti di “evitare di fare battute di spirito. Piuttosto venga in Parlamento a chiarire i lati oscuri della vicenda che lo riguardano e dimostri, carte alla mano, di non aver pagato in nero l'affitto della casa. Se non è in grado di farlo, l'atto ovvio e conseguente sono le immediate dimissioni”.A settembre la decisione su Milanese – Come annunciato, sulla richiesta di arresto di Marco Milanese la Camera deciderà a settembre: entro il 16 settembre in Giunta per le Autorizzazioni di Montecitorio e, subito dopo, in Aula. Prima della pausa estiva, martedì 2 agosto, verrà solo autorizzata, probabilmente con lo stesso voto unanime registrato oggi in Giunta, l'apertura delle cassette di sicurezza sequestrate al deputato Pdl e l'uso dei tabulati telefonici per ricostruire i suoi rapporti con la Guardia di Finanza. L'ex consigliere politico del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, si è comunque presentato davanti ai componenti dell'organo parlamentare presieduto da Pierluigi Castagnetti per difendersi dalle accuse ma alla fine si è deciso di rinviare la sua audizione a settembre, procedendo soltanto al voto sulle cassette di sicurezza e sui tabulati. Ma sulle ragioni, già messe nero su bianco nelle 80 pagine di memoria difensiva consegnata in Giunta, la polemica continua: dopo più di 24 ore di silenzio, Tremonti, che, secondo la difesa di Milanese, contribuiva con 4mila euro al mese in contanti all'affitto dell'appartamento di via di campo Marzio, fa trapelare che non ha nessuna intenzione di dimettersi e che domani spiegherà tutto al Corriere della Sera che oggi con un editoriale di Sergio Romano gli ha chiesto chiarimenti.Pubblicamente riserva ai giornalisti solo una battuta: “Mi sono dimesso da inquilino”. Su di lui non infierisce l'opposizione. Il leader Udc, Pier Ferdinando Casini, interpellato, si limita a osservare che un chiarimento lo chiede “l'opinione pubblica e la stampa” e che “conoscendo la sensibilità di Tremonti ci avrà pensato da solo, non c'è bisogno che glielo dica io”. 29 luglio 2011Redazione Tiscali Diventa fan di Tiscali su Facebook Stampa

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