Continuiamo a pensare che la manovra debba essere approvata in fretta per il bene del Paese. I conti devono restare in ordine per evitare una bancarotta che, per le dimensioni economiche dell’Italia, sarebbe assai più deflagrante di quella della Grecia.
Voteremo contro ovviamente. Si tratta di una manovra che toglie ai poveri per dare ai ricchi, che fa finta di liberalizzare perché lo chiede l’Europa e che privatizza, e questa è la notizia degli ultimi minuti, senza spiegare cosa e perché. Insomma, come al solito una maggioranza pessima partorisce una manovra pessima.
Abbiamo pensato solo al bene del Paese. Bisogna tranquillizzare i mercati in questa fase per evitare speculazioni. Siamo stati presi di mira dalla parte peggiore della finanza internazionale e non possiamo permettere che la parte sana degli investitori, mi riferisco ai piccoli risparmiatori italiani, paghi conseguenze terribili.
Insomma, abbiamo deciso, di non presentare emendamenti se non pochissimi, migliorativi, in accordo con le altre forze di opposizione. Di fronte agli appelli del Capo dello Stato e dell’Unione europea abbiamo deciso di far prevalere il nostro senso di responsabilità. Siamo fortemente critici e la mia dichiarazione di domani in aula sarà di netta contrarietà alla politica economica del governo che in tre anni non è riuscito a creare un minimo di sviluppo e di rilancio della nostra economia. Chiederò a Berlusconi e Tremonti di dimettersi. Hanno inizialmente negato la crisi, poi l’hanno sottovalutata, ora correggono il tiro ma lasciano un’eredità pesantissima a chi li seguirà alla guida del Paese. Il centrosinistra deve vincere le elezioni per il bene del Paese e aggiustare i conti aggiungendo al rigore misure importanti per lo sviluppo e, soprattutto, la tutela dei ceti meno abbienti. Per ora salviamo l’economia italiana e poi mandiamoli a casa per sempre.