Nella pancia di neri scafi, ventra del Mediterraneo che mangia e rigurgita cadaveri, preda di Caronti trafficanti d’anime, i migranti arrivavano in Italia – sulle coste pugliesi o nei porti dell’Adriatico – con becere navi o piccole imbarcazioni “in costante pericolo di vita”. Non sempre la destinazione finale è la mitica penisola: spesso i migranti, giunti clandestinamente, vengono “trasferiti” nell’Europa centrale, in Germania, Svizzera, Danimarca, Austria, Francia e Belgio.
Bologna, in particolar modo, è lo snodo principale per il traffico di immigrati provenienti da Afghanistan, Pakistan e Iraq che qui un’organizzazione ramificata dirotta ai quattro angoli del vecchio continente o, meglio, dirottava. La direzione nazionale antimafia e le procure di Bologna e Lecce hanno infatti sgominato questo traffico con decine di arresti in tutta Italia, dalla Lombardia alla Puglia. Le indagini, partite oltre un anno fa dall’arresto di due scafisti che avevano appena effettuato uno sbarco sulle coste del Salento, sono state condotte dal Servizio centrale operativo (Sco) e dalle squadre mobili di Lecce, Bologna e Ravenna, sotto il coordinamento della Direzione nazionale antimafia e dalle procure di Bologna e Lecce. Gli inquirenti hanno così scoperto che l’organizzazione è dotata di un vertice operativo in Grecia e Turchia con molteplici cellule operanti in Italia come nel resto d’Europa. Cellule sgominate a Roma, Milano, Bergamo, Brescia, Bologna, Ascoli e Bari.
(m.zol)