Simonetta Zandiri, il 4 luglio ha caricato su You Tube un documento: 3 luglio 2011 NO TAV scene di ordinaria resistenza in Valsusa. Lo ha accompagnato con il seguente testo: “Abbiamo raggiunto Chiomonte con il corteo che partiva da Giaglione, migliaia di persone in marcia verso quel presidio che per molto tempo era stato il nostro punto di ritrovo e di difesa non della valle, ma della nostra democrazia. E’ bastato avvicinarci, marciando pacificamente, all’area recintata dalle forze dell’ordine perché si scatenasse l’inferno: ancora una volta un uso massiccio di gas lacrimogeni, anche al CS, sparati ad altezza d’uomo. Ho visto donne anziane completamente in panico, intossicate, scappare su un sentiero pericoloso, rifugiarsi dietro gli alberi, nel bosco, anche li’ raggiunte da lacrimogeni. La nostra posizione era particolarmente esposta, molto facile per loro colpirci e metterci KO ma, nonostante questo, abbiamo resistito per ore, coprendoci con mascherine anche improvvisate, foulard imbevuti di acqua e maalox. Le forze dell’ordine ci hanno lanciato pietre, ci hanno insultato, ci hanno pisciato in testa da quel cavalcavia dal quale guardavano, dall’alto della loro posizione di assoluto potere, e ridevano di noi. Più o meno a metà massacro, io e Cinzia Dp abbiamo tentato l’ennesimo dialogo con le forze del DISORDINE, avvicinandoci ad uno dei punti dai quali sparavano proprio ad altezza d’uomo e lanciavano sassi. Non tanto per convincere loro, ma per dare a chi ancora crede nello “stato” e nella democrazia l’ennesima prova della sua definitiva morte. “Non colpiranno certo due donne disarmate che tentano il dialogo, giusto?” Indovinate com’è andata a finire? BUM! Ci hanno lanciato lacrimogeni e pietre. Questa è la loro democrazia. Chiamatemi pure facinorosa-anarco-insurrezionalista, ma io sono e resto diversamente democratica.”
Non mi dilungo, l’ho fatto in questi mesi e continuerò a farlo , scrivendo. C’è chi lo fa, pagato e letto ampiamente, come chi ha redatto questo articolo: “Già indagati a Bologna i due ‘Fuoriluogo’ arrestati a Torino Video: “Io, picchiato”Lega: “Chiudere il Tpo”, dove si parla anche di questo ragazzo, in maniera a dire poco discutibile. Un caro saluto, vi invio qualcosa degli ultimi tempi, ricordandovi che anche a sud c’era un giovane studente e lavoratore che diceva Questa è la mia terra ed io la difendo e tu? Si chiamava Giuseppe Gatì: “talvolta dire come la penso mi dà forza.”
Doriana Goracci
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