Si pensi ad un padre di famiglia, un amorevole padre di famiglia, che assesti un potente pugno sulla testa del figlioletto innocente. La madre spaventata, sorpresa, angosciata: “Perché, marito mio, hai fatto questo?”. E lui: “Volevo mettere alla prova lui e te, per avere testimonianza della vostra fiducia in me”. Oppure ad un padre che potendo aiutare il figlioletto che sta per cadere dalle scale, lasci che ruzzoli giù. Stessa domanda da parte della povera mamma, stessa risposta da parte del padre. Un mondo folle, irragionevole. Eppure la follia di quel padre, senza sapere d'essere blasfemi, la si attribuisce tranquillamente al buon Dio. Antonio Socci, in un suo libro, trascrive come perla preziosa la seguente letterina: “Caro Antonio, sono rimasta molto colpita da quanto è successo a Caterina. Me lo spiego solo con il fatto che il Signore sta mettendo molti alla prova, forse per avere testimonianza di vera fede e per vagliare il cuore di chi si dice cattolico”. Andatelo a dire a tutte quella mamme addolorate che hanno i figli negli ospedali, oppure che i figli li hanno persi per sempre. Andateglielo a dire. Ovviamente mi auguro con tutto il cuore che i medici (non il buon Dio che non c'entra davvero) riescano a portare Caterina a completa guarigione.
Attilio Doni