Mentre il Paese non è ancora pronto al presumibile cambio politico, il Centro/Sinistra è ben lontano dall’aver delineato una linea riformista degna di tale nome. Questa innegabile debolezza ha consentito al Cavaliere di fare una prima mossa all’interno del PdL. Ora il Partito, le cui sorti restano, però, assai incerte, ha anche un Segretario Politico. Figura della quale, per la verità, non si sentiva la necessità, né l’urgenza. Di fatto non è cambiato nulla nella struttura politica del Partito di Maggioranza. Il Presidente del Pdl è sempre Berlusconi che ha fatto chiaramente intendere di voler mantenere il suo ruolo di guida all’interno dell’Alleanza con la Lega. Forse anche per consolidare la parziale vittoria correlata alla strategia economica che porterà altri sacrifici ai redditi medio/bassi già dal prossimo autunno. Insomma, il PdL resta saldamente Berlusconiano e l’elezione per acclamazione del novello Segretario Politico è stato più un fatto di facciata che di sostanza. Del resto, il Partito cerca un nuovo equilibrio politico dato che l’attuale non convince più nessuno. Neppure i fedelissimi. Neppure Alfano, cioè il Segretario Politico della squadra d’Arcore. Quali saranno i suoi reali compiti, dato che resta saldamente alla guida del Ministero della Giustizia, appariranno solo nel prossimo autunno. L’importante che, prima, sia varato un organigramma che consenta al PdL di muoversi più agilmente tra le “secche” della Lega Nord che resta la parte “delicata” di questa Maggioranza di Governo. Del resto, Bossi, e Camice Verdi che contano, non sembra intenzionato a pagare un prezzo politico più alto per dar spazio all’Alleato sempre più scomodo. Senza sottacere che anche all’interno del PdL ci sono componenti che non hanno apprezzato l’unzione d’Alfano alla poltrona laterale del Presidente. Ma in politica, quando si vuole mediare, ogni mezzo è buono per evitare guai maggiori. E così è stato. Almeno per ora. Appurato che la nomina del “Delfino” non ha minimamente aperto l’uscita dalla scena politica del Fondatore del Partito, ci sono da valutare le posizioni dei Partiti di Centro che non orbitano ancora nell’area di sinistra. Forse, il vero compito d’Alfano potrebbe essere quello di tentare d’ampliare le possibili alleanze del PdL. Perché il Binomio Pdl/Lega già da tempo non appare stabile come si vorrebbe. Una Maggioranza più articolata potrebbe, invece, garantire una durata dell’Esecutivo sino alla canonica conclusione della Legislatura. Per evitare la disgregazione del PdL e tornare, magari, alle radici di Forza Italia, è indispensabile avere nuove proposte operative, ben più interessanti che quelle portate avanti da Berlusconi. Il Consiglio Nazionale del Partito è servito solo da plateale contorno. Chi ha diretto i musicanti è sempre stato il Cavaliere. Il Ministro della Giustizia, fedele alle linee di scuderia, ha solo detto sì. Ora è Segretario Politico per obbedienza, più che per convinzione. Come tutti i Delfini che si rispettano.