Il responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti: “Temiamo che tali fondi anziché favorire politiche di sviluppo, andranno a servire e soddisfare in partegli appetiti irrefrenabili di tutta quella pletora di soggetti che campa sulle spalle del contribuente”
La proposta di legge che istituisce un fondo di un milione e mezzo di euro per i danni conseguenti alle alluvioni del maggio 2010 è stata approvata all’unanimità dalla commissione Lavori pubblici e politiche della casa del Consiglio regionale del Lazio. I provvedimenti riguardano i Comuni di Casaprota, Montopoli in Sabina, Monteleone Sabino, Poggio Moiano, Poggio Nativo, Fara in Sabina, Scandriglia, Nerola, Palombara Sabina, Montelibretti e Castelnuovo di Farfa. Il fondo riguarderà tre tipi di interventi: contributi ai Comuni e alle Province di Roma e Rieti; contributi ai soggetti gestori di servizi pubblici locali di rilevanza economica; contributi a fondo perduto alle imprese per favorire la ripresa delle attività produttive, commerciali e artigianali. Prima dell’approvazione definitiva la proposta di legge dovrà avere il via libera dalla commissione Bilancio. Sarà necessario, inoltre, un regolamento per disciplinare le modalità di erogazione dei contributi.
Vittorio Marinelli, responsabile per il Lazio dell’Italia dei Diritti, ha così commentato: “Sulla carta il provvedimento sembrerebbe anche condivisibile, se non fosse che paghiamo lo scotto di essere permeati in toto di cultura cristiano-cattolica. Tale religione ci insegna che paghiamo la colpa ab origine del cosiddetto ‘peccato originale’ anche in Italia e quindi nel Lazio. Ogni stanziamento pubblico in realtà, per rimanere in iconoclastica cristiana, serve per preparare il presepe e, in particolar modo, la mangiatoia. Temiamo, dunque, che tali fondi anziché favorire politiche keynesiane di sviluppo, andranno a servire e soddisfare in parte, e solo in parte, gli appetiti irrefrenabili di tutta quella pletora di soggetti che campa sulle spalle del contribuente, grazie agli accordi clientelari con i vari politici.
Forse – continua l’esponente del movimento presieduto da Antonello De Pierro – dovremmo essere più leghisti dei leghisti e chiedere un commissario settentrionale e non della Val Brembana o della provincia di Bergamo, ma oriundo di Stoccolma o di Oslo. Sono quelle felici nazioni, infatti, dove i fondi pubblici vanno a finire veramente per il pubblico e non come in Italia in vari mali affari. Speriamo quindi – conclude Marinelli – che in futuro non solo sulla carta questi provvedimenti siano validi”.
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