La viceresponsabile regionale dell’Italia dei Diritti : “Si bloccano le operazioni e si danneggiano i dipendenti, provocando disagi e turbamenti nella vita cittadina”
A Palermo un cavillo burocratico ha bloccato l’utilizzo di trenta nuovi auto compattatori per la raccolta rifiuti ordinaria e differenziata. A mancare è l’autorizzazione comunale, sotto forma di lasciapassare, necessaria all’Amia al fine di ottenere il contratto di usufrutto e procedere con l’uso dei mezzi. Il tutto in un contesto oberato dal pattume, in cui alcuni operatori sono in sciopero da una settimana e l’emergenza spazzatura preoccupa i cittadini.
Sulla questione è intervenuta Daniela Infantino, viceresponsabile per la Sicilia dell’Italia dei Diritti : “Purtroppo, come rivela questa situazione ad aumentare sono anche i rischi di sicurezza sul lavoro. Si bloccano le operazioni e si danneggiano i dipendenti perché tanti di essi rimangono sospesi, provocando disagi e turbamenti nella vita cittadina”
I veicoli, fermi da oltre trenta giorni sono costati nove milioni di euro e servivano non solo per offrire un più valido servizio di recupero dell’immondizia ma anche per rendere più sicuro il lavoro degli operatori ecologici dell’Amia. I compattatori in uso, vecchi e malridotti, non contribuiscono certamente a sanare l’allarme rifiuti e preoccupano i lavoratori, come denunciato dai sindacati.
Proprio su questo aspetto si incentrano le riflessioni della Infantino : “. Mi chiedo come mai, vista la legge in vigore continuino ad esserci problemi di questo tipo. Il motivo per cui nonostante l’Istat, calcolatore pubblico ufficiale, rilevi un numero elevato di infortuni, di incidenti con alta mortalità, proprio per l' inefficienza, l' irresponsabilità e la poca considerazione degli stessi, non vengano presi seri provvedimenti”.
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