Delitti poco segreti della TV di stato del Belpaese. L’ultima glissata di Vespa sul referendum dovrebbe far riflettere gli Italiani

a WINDOW on ITALY

HOUSTON, Texas – Per chi osserva dall’estero quanto scorre sui teleschermi di RAI International, la puntata di Porta a Porta di ieri dell’ineffabile “Dott. Vespa” ha veramente più del ridicolo che dell’incredibile. Presentata come un momento di chiarimento ed approfondimento critico in tempo quasi reale di quanto di più importante si verifica nel paese ieri la trasmissione, inspiegabilmente, ha completamente ignorato la conclusione del referendum per ripresentare una puntata dedicata all’omicidio di Melania Rea e di Sarah Scazzi appartenente, purtroppo, ad un nuovo ciclo targato dal suo conduttore “Delitti e segreti d’estate”.

Il supergiornalista RAI, in versione abbronzata da fighettone ed in abito di colore forse eccessivamente azzurro, davanti ad un’audience nazionale e mondiale che s’attendeva un logico dibattito tra destra e sinistra sui risultati appena diffusi del referendum, ha glissato indecentemente l’argomento del giorno per ritornare ad ammannire un ennesimo numero sui soliti e noti omicidi la cui riproposizione più che tediare ha assunto ormai il valore di metafora della nota espressione italiana di “pestare l’acqua nel mortaio”.

Non solo questi argomenti, infatti, sono continuamente oggetto dei telegiornali e d’altre trasmissioni dedicate come “Chi l’ha visto” ma i clip video che li riguardano sono talmente triti e ritriti che diversi abbonati, e non solo il senatore leghista Roberto Castelli, avrebbero ora tutto il diritto di protestare per il canone corrisposto senza un ritorno qualitativamente giustificato.

Ma che Vespa non volesse parlare del Referendum s’era visto fin dalle puntate precedenti, nelle quali per far valere la sua figura di conduttore autorevole e “di polso” aveva persino zittito tra i sui invitati chi aveva semplicemente accennato a quell’argomento al quale, affermava, avrebbe destinato un’apposita puntata. La sconfitta dei conservatori aleggiava e si respirava già nell’aria e nella trasmissione in cui la colonna sonora e’ costituita inspiegabilmente da “Via col vento” era evidente non si volevano diffondere in vaste aree a numerosi telespettatori messaggi dell'ultim'ora che dessero una mano a chi il referendum lo aveva organizzato, ottenuto e poi vinto.

Alla luce delle ultime e discutibilissime scelte, quale quella dell’eliminazione di Michele Santoro, sembra proprio si possa affermare che la RAI si sia ormai arresa del tutto alla logica delle necessita’ della politica e nel farlo, tramite le sue cariatidi più prestigiose, ha assunto l’atteggiamento del samurai che per riparare al suo disonore preferisce suicidarsi facendo hara kiri.

La vecchia corazzata in disarmo che fa acqua da tutte le parti nonostante occasionali fiammate di qualche spessore qualitativo s'è avviata per una china che porta alla sua obliterazione a tutto vantaggio di una concorrenza che per “conflitto d’interessi” non aspetta altro. Sara' cosi' possibile assorbirne pure i lauti profitti pubblicitari destinati ineluttabilmente a migrare altrove assieme ai migliori dei suoi elementi che non sono ben visti e fatalmente ora l’abbandonano.

A determinare un destino di seconda classe del network pubblico italiano contribuiscono, appunto, scelte come quella di Bruno Vespa di ieri d’ignorare completamente i risultati del Referendum. Non si e’ voluto toccare prudentemente la suscettibilità dell’attuale compagine di governo che esce ancora chiaramente sconfitta e smascherata nella sua pretesa assicurazione di rappresentare i desiderata degli Italiani. Si e’ preferito usare nuovamente il mezzo televisivo con il chiaro intento di distrarre l’attenzione dell’audience porgendo a piene mani delitti intesi a solleticare la morbosità di quelli che non riescono a sfuggire al richiamo di storie delittuose fondate su tradimenti extraconiugali e su infatuazioni e gelosie femminili al limite del patologico. Per piacere e distrarre dai veri problemi reali si tenta ancora d’umiliare il ruolo della televisione pubblica riducendolo a quello della cronachista di un paese visto in formato da festival musicale perpetuo e da telenovella-noir.

Per fare ciò si ricorre al solito copione basato sulla partecipazione d’ospiti sempre uguali e che a volte danno l’impressione di vivere stabilmente presso gli studi del programma con le porte bianche. La loro presenza ininterrotta rende esperti pure qualificati ed apprezzabili come le signore Matone, Bruzzone, Lombardo Puola e Kanakis quasi certamente responsabili di numerosi dirottamenti su altri canali privati tramite l’uso opportuno del telecomando. Anche in un mondo dominato dai media ed in cui non si esiste se non si compare sugli schermi, infatti, dovrebbe risultare evidente che inflazionarsi grossolanamente finisce per generare nel pubblico reazioni di rigetto com'è sempre avvenuto per i film di terza serie prodotti, senza tante pretese qualitative e solo secondo la logica della cassetta.

Non si riesce a capire come anche la RAI, in analogia e parallelismo perfetti nei confronti dell’amministrazione politica attuale, si rifiuti di dare agli abitanti del Belpaese quello che vogliono per imporre serie estive fondate sempre sulla stessa, medesima solfa che, palesemente, ha lo scopo di distrarre dalle tematiche che più interessano i telespettatori come quelle del lavoro, dell’economia, delle scelte internazionali più importanti che comportano costi elevatissimi come quelli destinati a sovvenzionare le attuali imprese belliche libiche.

Anche la RAI per il suo palinsesto ha urgente bisogno di strateghi più preparati di quelli ciechi e del tutto scollati dalla gente comune che hanno portato il centrodestra alla sua seconda Waterloo.

Eppure, sarebbe stato solo sufficiente dare ascolto all’osservazione molto pratica della Prestigiacomo la quale s’era fatta sfuggire che non era il caso di fare “cazzate” perché, a suo avviso, era finita e non si potevano rischiare le elezioni per il nucleare.

Adesso, alla luce di quanto e’ accaduto in politica, sembra di dover affermare che nell’azienda si farebbe meglio a dare ai telespettatori quello che veramente vogliono. Forse si dovrebbe dare meno spazio al personale lobbista più sponsorizzato politicamente, facendo attenzione a qualche Cassandra che continua a rimanere inascoltata come la lungimirante signora, ministro dell’ambiente, il cui linguaggio e’ oggettivamente poco elegante ma e’ piuttosto realistico e, per questo motivo, la sua logica stringente ha avuto un riscontro positivo con i risultati inequivocabili del referendum di ieri.

RO PUCCI

I-AM, HOUSTON, TEXAS

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