Il primo di giugno del 2009 Rino Zandonai, direttore dei Trentini nel Mondo,
era di ritorno in Italia dopo un lungo giro in Brasile per incontrare
emigrati e figli di emigrati trentini. Solita borsa piena di appunti,
ricordi, informazioni e progetti per i giorni a venire. Non era ovviamente
il primo viaggio, ma le ansie erano quelle di sempre pur frenate dalla
bonomia e dal carattere sereno. Rino era uno di quelli di una volta, che
avevano vissuto l'emigrazione in prima persona e sentiva sia le opportunità
offerte dai vecchi sia quelle portate avanti dai figli e dai nipoti.
Quella sera il volo AF447 decollò senza problemi dall'aeroporto Galeao di
Rio de Janeiro con destinazione Parigi – Charles de Gaulle alle 22:30. Due
ore e mezzo dopo la tragedia. Secondo le inchieste delle autorità francese
facilitate dal recente ritrovamento della scatola nera, l'aereo precipitò
con una caduta verticale di circa 12.000 mentre i pannelli di controllo
della velocità e strumentali indicavano dati errati, e i controlli
dell'aereo erano invece normali.
Secondo le prime ricostruzioni, l'aereo non evitò una serie di temporali
tropicali con relativa turbolenza, e probabilmente i sensori di velocità
smisero di funzionare a causa dei cristalli di ghiaccio, e si disattivò il
pilota automatico. Fu adottata la procedura manuale e richiamato il
comandante che era andato a riposare pochi minuti prima. Inspiegabilmente i
piloti corressero la rotta verso l'alto causando una diminuzione della
velocità con ripetuti segnali di possibile stallo. L'aereo non fu rimesso in
posizione corretta e continuò a precipitare con il muso all'insù. Nei tre
minuti e mezzo successivi i tre piloti non riuscirono a risolvere il
problema nonostante i motori funzionassero regolarmente.. Gli investigatori
continuano a chiedersi come mai i tre esperti piloti continuarono ad andare
contro la procedura che prevede, quando l'aereo va in stallo, di rimettere
il muso in basso per far riguadagnare la velocità, e non di proseguire verso
l'alto.
In attesa delle conclusioni dell'inchiesta, sembra possibile che la causa di
questa tragedia siano attribuibili a errore umano e ad alcuni difetti dei
sensori già noti ai meccanici di Airbus..
Morirono 228 persone tra passeggeri e personale di cabina.
Dopo due anni continuiamo a ricordare l'amico Rino Zandonai, assieme ai suoi
amici Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zontea vittime non della miniera o
della ferrovia, ma di una fatalità pur sempre inspiegabile.
Ernesto R Milani
www.lombardinelmondo.org
www.mantovaninelmondo.eu
Ricordati Zandonai, Lenzi e Zortea a due anni dalla scomparsa
Si sono svolte il 31 maggio a Samone ed il 1° giugno a Trento le cerimonie
per ricordare Rino Zandonai, Giovanni Battista Lenzi e Luigi Zortea, i tre
passeggeri trentini del volo AF 447 Rio de Janeiro – Parigi, precipitato
nell'oceano due anni fa. A Samone si sono esibiti il Coro della Sosat e il
Club Armonia, mentre a Trento, dopo una messa, si svolta la conferenza
«NExT: il Trentino senza confini. Donne e lavoro in Brasile e Scozia, due
esperienze oltre l'emigrazione».
Samone, martedì 31 maggio. È stato seguito in religioso silenzio e con
grande partecipazione emotiva l'oratorio per voci recitanti e coro maschile
«Fra i brazi de Dio», che il Coro della Sosat ed il Club Armonia hanno
rapprresentato·martedì sera nella chiesa di Samone. «Fra i brazi de Dio» ha
alternato poesie sull'emigrazione, brani tratti da lettere e racconti
sull'emigrazione trentina, canti popolari e gregoriani e, come ha affermato
il presidente della Trentini nel mondo, Alberto Tafner, che ha preso la
parola al termine della rappresentazione, «la suggestione della musica del
Coro della Sosat e l'espressività del Club Armonia, hanno aiutato ad aprire
qualche porta socchiusa della nostra coscienza su nuove emozioni e su
antiche commozioni».
Prima di Tafner aveva preso la parola il presidente del Consiglio
provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, che ha rilevato come i testi
recitati e cantati proposti nel corso della serata, avevano avuto come
elementi comuni il lavoro e l'emigrazione, due temi· sui quali Giovanni
Battista Lenzi·è sempre stato impegnato, prima come operaio, poi come
rappresentante sindacale e infine nella varie cariche pubbliche che ha
ricoperto, da sindaco di Samone a consigliere provinciale. Lavoro ed
emigrazione, ha prosesguito Dorigatti, sono questioni di stretta attualità
che richiedono un'attenzione maggiore da parte del mondo politico e
dell'opinione pubblica.
Trento, mercoledì 1 giugno. Davanti ad una Sala dell'Aurora gremita, è stato
il presidente del Consiglio provinciale di Trento, Bruno Dorigatti, ad
aprire la conferenza «NExT: il Trentino senza confini. Donne e lavoro in
Brasile e Scozia, due esperienze oltre l'emigrazione», organizzata
dall'Associazione Trentini nel mondo in collaborazione con la Presidenza del
Consiglio provinciale. Dorigatti ha dato il benvenuto ai relatori ed al
pubblico ed ha ricordato come il tema del lavoro – e della tutela dei
diritti ad esso collegati – dovrebbero tornare la centro del dibattito
politico, tanto più in un momento di crisi come quello che il mondo
occidentale sta attraversando.
Alberto Tafner, presidente della Trentini nel mondo, ha portato il saluto
dell'Associazione ed ha illustrato gli obiettivi di «NExT», il progetto che
punta a mettere in rete i trentini che vivono all'estero e che hanno
raggiunto livelli di eccellenza nei rispettivi campi di attività. La
conferenza del 1° giugno aveva come relatori proprio tre persone iscritte a
«NExT», che hanno parlato delle esperienze maturate oltre confine.
Ad entrare nel vivo del tema della conferenza è stata poi Maria Aparecida
Borghetti, discendente di emigrati trentini originari di Borghetto
all'Adige. Nata nello stato di Santa Catarina, sposata, ha una figlia, ha
una laurea in amministrazione pubblica con specializzazione in politiche
pubbliche, è stata Deputata statale nel Paranà (prima elezione nel 2002,
riconfermata nel 2006). Durante il suo mandato ha presentato un centinaio di
disegni di legge statale, sui temi della difesa della donna e dell'infanzia,
la prevenzione sanitaria, lo sviluppo regionale, ha lanciato la Giornata di
lotta contro il cancro al seno, ha promosso le leggi di regolamentazione
della Regione metropolitana di Maringà (la città nella quale vive).
Attualmente è deputata fededrale, eletta nel 2010 per il partito PP (Partido
Progressista) con quasi 150.000 voti, che ne fanno la donna più votata nella
storia politica del Paranà. È stata nominata vice capo gruppo del suo
partito alla Camera dei deputati – che conta 48 parlamentari – ed è la prima
donna a ricoprire questo incarico.
Maria Aparecida Borghetti ha fatto una panoramica delle iniziative
legislative già in vigore e in corso di approvazione in Brasile, che puntano
ad eliminare le disuguaglianze che esistono nel mondo del lavoro fra uomo e
donna.
La seconda testimonianza è stata portata da Yara Paoli. Trentatre anni, nata
a Borgo Valsugana, si è laureata in Psicologia presso l'Università degli
Studi di Padova con 110 e lode, ha conseguito un Master in Media e
Comunicazione («Comunicazione musicale per discografia e radio») alla
Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed ha intrapreso un dottorato («Phd») di
ricerca ad Edimburgo in ambito della Psicologia Sociale della Musica. Lavora
da cinque anni nell'ambito della Comunicazione come Online Marketing Manager
(dividendosi fra Barcellona ed Edimburgo) e si occupa di sviluppare e
localizzare business esteri in Italia (ad es.Skyscanner.it o Matrimonio.com)
e di espandere, grazie alle potenzialità del mercato online, aziende
italiane o e-commerce all'estero (come l'impresa veneta Intermedia Time).
Nel suo intervento ha parlato delle motivazioni che spingono al giorno
d'oggi un giovane a cercare all'estero le condizioni per realizzare le
proprie ambizioni e le sfide che questa scelta comporta.
La serata è stata conclusa dall'intervento di Luigi Povinelli, 85 anni, di
Carisolo, che nella sua vita di emigrante ha vissuto un'esperienza unica: ha
lavorato per quindici anni come «palace attendant» alla corte della regina
Elisabetta, a Buckingham Palace.
Prima della conferenza, don Beppino Caldera aveva celebrato una santa messa
nella chiesa di San Lorenzo, aperta da un intervento dell'Arcivescovo di
Trento, mons. Luigi Bressan.