Sulla situazione della Rai si stanno facendo troppi discorsi vaghi e inconcludenti. La politica ha il dovere di assumersi le proprie responsabilità, anche quando sono scomode e sconvenienti: perciò basta con i giri di parole, è ora di dire chiaramente che il cambio di direzione generale della televisione pubblica è stato l’atto definitivo di occupazione della Rai. La drastica conclusione della vicenda ‘Annozero’ lo dimostra chiaramente. Chi dal siluramento di Masi si aspettava una sconfitta di Palazzo Chigi, è stato poco lungimirante: con la nomina di una figura in apparenza super-partes come quella della dottoressa Lei, il Cavaliere ha vinto la partita sul controllo dei mass media. E così abbiamo perso tutti noi. Sì, perché il nuovo direttore generale è una micosi che sta infettando e destabilizzando dall’interno il servizio radiotelevisivo pubblico.
È forse un caso che, proprio dopo l’addio di Masi, la Rai perda Santoro e probabilmente anche altri conduttori eccellenti? È un caso che con l’avvento di Lorenza Lei si prospetti uno stravolgimento strutturale della tv di Stato tale da ridurla, né più né meno, che a strumento di organizzazione del consenso per Silvio Berlusconi e di conseguenti vantaggi economici per Mediaset ? È un caso, infine, che, proprio con la nuova direzione, la Rai si permetta strafalcioni tragicomici come quelli sulle date dei referendum, a tutto vantaggio di un Governo nuclearista, speculatore e difensore della casta? Di casuale non c’è nulla, laddove il “corpo estraneo” Mauro Masi ha fallito miseramente sta colpendo nel segno il “fungo naturale” Lorenza Lei: nata e cresciuta in Rai, persona di fiducia del “famiglio” berlusconiano Agostino Saccà, componente del comitato scientifico della Fondazione Magna Carta del senatore Pdl Quagliarello. Cosa possiamo aspettarci?
I cittadini hanno il diritto di conoscere gli scenari si prospettano per la Rai. Per questo il DG Lei deve rispondere a otto semplici domande.
1) Il Cda Rai sui palinsesti è saltato per l’assenza dei consiglieri di centrodestra: l’intenzione è di costringere i conduttori a prendere altre strade?
2) Se dopo la chiusura di “Annozero” si teme di non vedere più trasmissioni come “Report”, e “Vieni via con me”, come pensa di recuperare l’esposizione finanziaria di 250 milioni di euro della Rai?
3) Ha intenzione di fermare la privatizzazione occulta della tv pubblica, puntando alla produzione diretta dei programmi e valorizzando i mezzi e le risorse interne, o vuole continuare a far sì che sia Berlusconi, anche con Endemol, a controllare non solo la linea editoriale ma anche i palinsesti?
4) Davvero si assumerà la responsabilità di favorire il progetto del premier, che sta cercando in tutti i modi di ridurre al silenzio le voci di dissenso e di affossare gli ascolti Rai, facendo macinare soldi a Mediaset e imponendo, di fatto, il consenso sulla sua persona con il monopolio?
5) Vuole lasciare che anche Rai3, la rete meno colpita dal conflitto di interessi, venga definitivamente incamerata nel progetto propagandistico del regime come sembra stia per accadere?
6) Pensa che i programmi e le fiction debbano restare postriboli per il clientelismo e che l’informazione debba essere un megafono di Palazzo Chigi, o vuole restituire dignità ai prodotti della televisione pubblica?
7) Ha intenzione di intervenire sulla sconcertante direzione di Minzolini, che sta pesando sulle tasche dei cittadini, e restituire alla testata ammiraglia autonomia e obiettività?
8 ) Lo dica chiaramente: pensa di garantire al Paese una tv al servizio dei cittadini, o siamo alla vigilia di un vero e proprio golpe mediatico? Dalle sue risposte capiremo se dovremo passare dall’opposizione politica alla mobilitazione sociale.