Dopo la risposta data dal ministro Elio Vito all’interrogazione dell’on. Di Biagio nel question timedi mercoledì, sottoscritta anche dall’on. Franco Narducci (PD) – risposta poggiante in particolare sulla impossibilità di rispedire i plichi con le schede elettorali anche per la circoscrizione estero, come accade in Italia dopo che si è pronunciata anche la Corte Costituzionale – occorre, come ha sottolineato l’on. Narducci nutrire “fiducia nei giudici di Cassazione che costituiscono Commissione elettorale competente a Roma, poiché le risposte date dai cittadini italiani residenti all’estero sul nucleare non possono essere annullate d’ufficio a causa della riformulazione del quesito e dell’impossibilità di ristampare le schede”.
“La questione dell’energia – prosegue Narducci – travalica i confini nazionali e i nostri concittadini che hanno votato vivono molto spesso in nazioni in cui il dibattito su questa fonte di energia è accesissimo (si pensi alle decine di migliaia di persone che ultimamente in Germania, ogni fine settimana, hanno protestato contro le centrali nucleari). Per cui il voto espresso dai nostri connazionali rappresenta sicuramente un orientamento importante anche per l’Italia”.
“Ritengo che sia doveroso – ha precisato Narducci – salvaguardare il diritto di voto degli italiani all’estero ed il principio di continuità del quesito referendario. Inoltre, ha incalzato il deputato eletto all’estero, dobbiamo condannare con forza le disfunzioni registrate in ogni parte del mondo per la consegna dei plichi elettorali in occasione di queste elezioni referendarie, disfunzioni che segnano un passo indietro rispetto alle elezioni politiche del 2008”.
“Ritengo – ha concluso Narducci – che la diminuzione degli organici e i trasferimenti di molti consolati chiusi e accorpati ad altra sede, unitamente ai cronici errori dei doppi cognomi in Germania, abbiano causato le numerose inefficienze verificatesi. Che il governo si svegli , ha rimarcato Narducci, altrimenti il disastro è già programmato per le elezioni del 2013; siconsideri che stiamo parlando di milioni di dati”.
