La Direzione Nazionale del PD approva all'unanimità la relazione sul voto alle amministrative di Bersani: “Mai così bene, neanche nel 2006. Governo si dimetta e si vada al voto”.
Con la replica del segretario Pier Luigi Bersani, si è conclusa la Direzione Nazionale del Partito Democratico . Pubblichiamo una breve sintesi della relazione approvata all'unanimità e il video della conferenza stampa del Segretario PD. Referendum. Bersani promette: “Faremo di tutto per raggiungere il quorum. Sarà arduo ma è possibile raggiungerlo. Noi dobbiamo fare la nostra parte e il nostro dovere. Per il Pd sono importanti i quesiti dei referendum. Nucleare: siamo stati e siamo contrari al piano del governo. Il nostro sì è forte. Ma accanto alla battaglia per il sì siamo pronti a mettere in campo anche le nostre proposte per un nuovo ed efficiente piano energetico nazionale. Acqua: che il referendum costringa tutti a una scelta netta tra sì e no, a una semplificazione forzata, è la scoperta dell’acqua calda. Ma bisogna essere seri, sull'acqua non accettiamo speculazioni sulla nostra posizione: un ministro come Ronchi che non sa la differenza tra liberalizzazione e la privatizzazione forzata non dovrebbe avere la patente di ministro. Su governance e investimenti voglio essere chiaro: io non ho cambiato idea. C’è un disegno di legge scritto e presentato in Parlamento dal Partito democratico. Ben prima del referendum abbiamo indicato come dovrebbe essere l’assetto normativo. E questo progetto previsto per tempo è appunto il modo per colmare la lacuna normativa che verrebbe lasciata dalla vittoria del sì. Legittimo impedimento: per la prima volta i cittadini saranno chiamati a dire direttamente se la legge deve essere uguale per tutti, come prevede la Costituzione. Per noi è un passaggio decisivo. Quale scenario dopo le elezioni amministrative. Bersani spiega che all'Italia servono buone istituzioni, civismo, buona politica. Per questo chiede che ora il governo si presenti dimissionario alla verifica parlamentare dato che la maggioranza attuale non è più quella uscita dalle elezioni politiche. “Siamo al ribaltone e al teatrino della politica. La maggioranza non c'è più nel paese. Siamo all'assenza di governabilità. Berlusconi si presenti dimissionario alla verifica parlamentare poi si vedrà. Per noi La strada maestra sono le elezioni”. Siamo disponibili a considerare le eventuali condizioni per cambiare legge elettorale. PD alle elezioni. Per il segretario del PD le scorse amministrative hanno registrato un “risultato elettorale eccellente, addirittura superiore a quello del 2006. Vogliamo essere il primo partito partito italiano e il soggetto primario dell'alternativa democratica e riformista. Ci siamo posizionati alla confluenza di movimenti con cui ci siamo sentiti a nostro agio e non siamo stati sentiti estranei. Movimenti che hanno visto protagonisti tante donne e tanti giovani, movimenti di riscossa civica con cui noi ci sentiamo a nostro agio. È emersa una risorsa civica di cultura democratica, una potenzialità da consolidare”. In conclusione Bersani ha annunciato che entro fine mese “ci sarà una Direzione sui temi del partito per mettersi all'altezza situazione. Abbiamo perso alcune amministrazioni solo dove ci siamo frantumati e questo non potrà più accadere. Bisogna avviare un percorso verso la conferenza sul partito che non sia burocratica ma aperto e largamente partecipato, che coinvolga territorio, circoli e la rete. Serve partito più federale e più nazionale. Approfondiremo il rapporto tra gli amministratori e il gruppo dirigente, il ruolo dell'iscritto e il ruolo dell'elettore. Dobbiamo mettere in sicurezza le primarie e rendere esigibili i codici etici”. Una nuova fase. Il segretario ha voluto chiudere le polemiche nate dopo la recente intervista di Nichi Vendola a “Repubblica Tv” sul sistema di alleanze di governo. “Con Vendola – ha dichiarato Bersani – c'è stato un colossale fraintendimento. Nessuna intenzione di fare il maestrino. C'è la necessità di un impegno stringente di alleanze di governo e questa idea è la stessa che ho avanzato la scorsa estate. Un alleanza che si stringa su un programma di 10 riforme da fare e con un atteggiamento politico di ricostruzione democratica del paese. Un patto impegnativo di governo con tutte le forze di centrosinistra basato sulla generosità e sull'apertura. Ci mettiamo in gioco tutti”. “La crisi del berlusconismo farà vedere gradualmente i problemi per il paese. Problemi, purtroppo, già compromessi. Non è tempo di scorciatoie né di politicismi. Ma nessuno sconto nei confronti dell'irresponsabilità di questo centrodestra che ha governato per 10 anni, facendo quello che voleva e poi oscurando tutto. Svelare il loro fallimento in materia economica e sociale” “C'è parecchio lavoro da fare, ma mi pare che vi siano le condizioni per arrivare al risultato”.