MOVIMENTO ASSOCIATIVO ITALIANI ALL'ESTERO
“Nella nostra alleanza con l’UDC c’è spazio per il dissenso”
INTERVISTA A MARIANO GAZZOLA (Presidente MAIE Argentina)
di Maila Nuccilli per Hgpress
Mariano Gazzola, giovane italoargentino, militante nell’associazionismo, presidente del MAIE Argentina, presidente del CAVA (Comitato Associazioni Venete in Argentina), Consigliere CGIE e membro Comites, nell’intervista rilasciata a Hgpress, parla della posizione del MAIE sui 4 Referendum del 12-13 giugno e dell’alleanza del MAIE con l’ UDC di Pier Ferdinando Casini.
Referendum 12-13 giugno, come voterà il MAIE?
Mariano Gazzola (Pres. Nazionale MAIE Argentina): Sui referendum del 12 giugno, ci siamo espressi molto chiaramente: i cittadini residenti all’estero devono poter esercitare il loro diritto di voto, come i cittadini italiani residenti in Italia. Il MAIE ha espresso chiaramente quale sia la posizione ufficiale del nostro movimento (4 SI) pensando solo al bene del Paese.
Ma l’UDC alleata del MAIE invece si è espressa per il NO nei due quesiti sull’acqua e ha dato libertà di voto nel quesito sul nucleare. Non le sembra una contraddizione?
Mariano Gazzola (Pres. Nazionale MAIE Argentina): In questo caso, abbiamo una posizione differente da quanto ha dichiarato il nostro alleato, Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, ma la scelta del MAIE di votare per i 4 Si non pregiudica l’alleanza, anzi la rafforza e inoltre dimostra quello che per noi è un principio fondamentale: siamo un movimento nato all’estero, che si sta allargando in tutte le quattro ripartizioni elettorali e che ha una grande vocazione nel fare le alleanze giuste nell’ interesse degli italiani all’estero, ma senza perdere la nostra identità, i nostri principi e, sopratutto, la nostra autonomia.
In che senso la rafforza?
Mariano Gazzola (Pres. Nazionale MAIE Argentina): Quando abbiamo stretto l’accordo con l’UDC, lo abbiamo fatto nel rispetto della nostra autonomia. Noi del MAIE rappresentiamo i cittadini residenti all’estero e abbiamo le nostre idee, siamo indipendenti nel voto anche in Aula. Fra MAIE e UDC c’è un’alleanza non un assorbimento. Inoltre, questo dimostra che all’interno dell’alleanza c’è spazio per il dissenso ed ognuno può ragionare con la propria testa.
Quale sarà dunque la vostra posizione sui 4 quesiti referendari?
Mariano Gazzola (Pres. Nazionale MAIE Argentina): Il MAIE è per i 4 SI. Ai due quesiti sull’acqua noi voteremo “SI”, perché crediamo che la partecipazione dei privati nel servizio potrebbe portare allo sfruttamento delle risorse idriche, ad una potenziale speculazione finanziaria a danno dei cittadini.
L’acqua è un bene pubblico ed è allo stato che deve esserne lasciato il controllo sul consumo, sulla qualità e sulla fissazione delle relative tariffe. Crediamo che lo stato possa, e debba, migliorare la rete di distribuzione dell’acqua: nel farlo può però mantenere un prezzo controllato, nell’interesse generale di tutti. Un’impresa privata, invece, che logicamente e naturalmente opera con la necessità di un profitto, ad ogni investimento deve far corrispondere un utile.
Sul nucleare dobbiamo superare l’idea che solo questo sistema rappresenti il futuro per l’approvvigionamento energetico dell’Italia. Esistono molti studi che dimostrano che nessuno può sostenere che le centrali sono sicure al 100%. Inoltre, il nucleare è un sistema vecchio ed antieconomico: le spese per la gestione dei rifiuti, lo smantellamento e la decontaminazione delle centrali, infatti, sono enormi e generalmente vengono sostenute dai contribuenti; senza parlare del problema della scelta dei siti di stoccaggio e smaltimento delle scorie radioattive.
Il recente cambiamento di indirizzo di un Paese come la Germania che, anche alla luce della tragedia di Fukushima e delle altre numerose catastrofi nucleari note e meno note, ha deciso di uscire dal nucleare, deve farci riflettere e decidere in fretta sulle alternative, per non trovarci in ritardo rispetto ad altri paesi.
Infine, l’ultimo requisito, quello sul legittimo impedimento, ci trova concordi con la posizione dell’UDC. Noi votiamo SI perchè crediamo fermamente nella Carta Costituzionale, che all’art. 3 sancisce l’uguaglianza formale e sostanziale di tutti i cittadini davanti alla legge. E’ un principio fondante e fondamentale del nostro stato di diritto, che stabilisce che la legge non può introdurre discriminazioni di alcun tipo sulla base del sesso, della razza, della lingua, della religione, delle opinioni politiche e, nel caso in questione, delle condizioni personali e sociali.