Mediazione, linea comune Cnf-Ordini: contrarietà  all’obbligatorietà , sì alla difesa tecnica, in attesa della decisione della Consulta sospendere l’esecutività  della legge. Proseguire il confronto istituzionale senza baratti

“Contrari alla obbligatorietà, sì alla difesa tecnica ed ad altri miglioramenti del testo di legge in modo che l’efficienza della giustizia coincida con la piena difesa dei diritti. E in attesa della decisione della Corte Costituzionale, sospendere l’esecutività della legge.” Questa è la posizione sulla mediazione che il Consiglio nazionale forense ha ribadito ai presidenti degli Ordini forensi e delle Unioni, riuniti a Roma il 21 maggio scorso (rappresentati oltre 130 Ordini su 165). La linea è stata condivisa dalla platea degli intervenuti, che ha anche sottolineato l’importanza che il dialogo istituzionale con il ministro della giustizia prosegua su questo tema ma anche sulle altre riforma della giustizia già annunciate. “Il Consiglio studierà altri sistemi per sviluppare l’efficienza del sistema come la negoziazione partecipata, nella quale le parti potranno trovare un accordo davanti all’avvocato(che autenticherà firme e atti) che potrà diventare titolo esecutivo, e la partecipazione degli avvocati per affrontare l’arretrato. Il rilancio dell’efficienza del sistema richiede una serie di rimedi come lo stanziamento di risorse adeguate, la semplificazione dei riti e anche nella formulazione dei testi, il completamento dell’organico dei magistrati e del personale amministrativo, il miglioramento dell’organizzazione nei tribunali, lo sviluppo del processo telematico ”, ha fatto presente Alpa. “Certo che l’efficienza della giustizia è un motore economico ma nell’individuare le soluzioni più adatte non bisogna trascurare né l’accesso alla giustizia né la difesa dei diritti. Non riteniamo che l’obbligatorietà risponde a principi costituzionali e crediamo che i mediatori debbano garantire una adeguata preparazione giuridica”. La stessa linea è stata affermata con fermezza dal presidente Alpa in occasione del convegno Mediazione: efficienza e competitività, organizzato dal ministero della giustizia a Roma lo scorso 25 maggio, durante il quale si sono confrontate tutte le diverse posizioni sulla legge a circa due mesi dalla sua entrata in vigore. Alpa ha dichiarato di apprezzare quanto il ministro della giustizia ha fatto sapere in un comunicato pubblicato sul sito del ministero, nel quale Alfano aveva aperto a “necessarie modifiche all'istituto della mediazione”, tra le quali interventi volti a “ risolvere le criticità emerse in ordine all'individuazione di un criterio di distribuzione territoriale degli affari da mediare, ai profili di indipendenza e imparzialità del mediatore e degli Organismi di Mediazione, oltre all'introduzione dell'assistenza tecnica necessaria degli avvocati nei procedimenti di mediazione, con la possibilità – per quanto riguarda tale assistenza – di accedere al patrocinio a spese dello Stato da parte dei non abbienti. Nel prosieguo del dialogo sarà prioritario, con il contributo determinante degli avvocati, affrontare il problema della riduzione dell'arretrato civile”.

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