La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati l’attuale Presidente del Consiglio e leader del Pdl, Silvio Berlusconi, i direttori di Tg1 e Tg2, Augusto Minzolini e Mario De Scalzi. L’accusa è di abuso d’ufficio in seguito ad alcuni video, ritenuti vere e proprie forme di campagna elettorale e alle conseguenti interviste fatte dagli inviati della redazione interni di entrambi i telegiornali. I fatti riguardano edizioni trasmesse lo scorso 20 maggio. L’iscrizione nel registro degli indagati e la seguente indagine sono un atto dovuto, fa sapere la procura. Il fatto è scaturito da una denuncia fatta dal partito radicale, presentata rispettivamente dagli onorevoli Emma Bonino e Marco Cappato; entrambi sostengono che gli interventi del premier in tv erano dei veri e autentici spot elettorali con tanto di simbolo del partito dietro le spalle. Una chiara e netta violazione della regola che vieta di fare campagna elettorale nel corso delle strisce quotidiane d’informazione. Gli stessi leader radicali hanno chiesto il sequestro di tutte le videocassette con i rispettivi filmati, alcuni fogli con i singoli incarichi affidati ai giornalisti e appunti inerenti riunioni di redazione. La procura ha fatto sapere che tuttavia non ci sono i requisiti per procedere contro gli indagati in quanto gli elementi a disposizione non sono sufficienti per parlare di un abuso d’ufficio. Stesso tipo di denuncia è stata presentata dallo stesso partito radicale alla procura di Milano contro i direttori responsabili di Tg4 e Studio Aperto; quast’ultima indagine sarà esaminata nei dettagli prima di pronunciare sentenze troppo affrettate. Non c’è pace per Michele Santoro. Anche il programma Annozero è finito sotto accusa su iniziativa dell’Agcom. L’accusa è di violazione del diveito di manifestare le proprie preferenze di voto, prevista e disciplinata dalla legge sulla par condicio. L’accusa formulata dalla stessa Commissione fa riferimento a un servizio con Adriano Celentano che ha parlato a favore di un candidato alle comunali di Milano. La decisione della Commissione servizi e prodotti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di pronunciare questo capo di accusa al programma di Santoro, è stata presa all’unanimità. Il primo caso, destinato presto ad essere archiviato e il secondo, da seguire sotto tutti i suoi aspetti, rappresentano una prova ad hoc di come politica e informazione non siano adatte a vivere in coppia. Entrambe sono da paragonare alla classica unione fra l’uomo duro, macho e la tradizionale donna, gattina sexy sul tetto che scotta, che fa le fusa anche quando il suo boyfriend ha atteggiamenti brutali. Più l’uomo è macho e fa il duro più la donna lo vuole. Anche l’informazione a volte è particolare; più la politica scoccia, e più quest’ultima non può fare a meno di lei e dei contorni che offre. L’ideale sarebbe vedere in futuro una politica solo dentro ai palazzi istituzionali e fuori da schermi televisivi e copertine di giornale. Purtroppo è solo pura fantasia; la storia ci insegna che i primi giornali nati in Italia, sono venuti al mondo come fonte d’informazione dei partiti nostrani.
Marco Chinicò