“Ieri sera torno a casa dopo una lunga giornata di lavoro e trovo mia moglie che segue su RAI1 il film su Giovanni Falcone. Mia suocera che capisce quasi una cippa di italiano mi chiede chi era Falcone… Le spiego in breve e a grandi linee, alla fine del film ci sta quel pezzo in originale dai funerali dove parla in chiesa la moglie distrutta dal dolore di uno degli agenti di scorta morti insieme a Falcone nell'attentato… Mi giro e vedo moglie e suocera commosse, anzi, in lacrime… Mi chiedono: “Ma che fine hanno fatto poi i colpevoli…?” Rispondo: Gli esecutori stanno in galera a vita… I mandanti li abbiamo messi a governare il paese… Ma tutti noi italiani non ci si dimentica mai di elogiare e commemorarare ogni anno la memoria di persone con un senso civico e dello Stato così alto da arrivare a farsi ammazzare, compensando alla mancanza di tali qualità della maggior parte, per difendere i diritti e la libertà di un popolo di coglioni che eravamo e siamo…! Purché faccia audience,il “sistema” Italia é disposto anche a mostrarsi in tutto il suo squallore umano e parlare male di se stesso… Tutto rimane rigorosamente funzionale al “sistema”… In mezzo il popolo coglione, almeno secondo il “sistema”, che prima girava la testa dall'altra parte invece adesso c'é chi la alza… Una parte per cercare le facce e gli sguardi dei veri colpevoli… L'altra per continuare a commuoversi davanti alla TV…”. Donato S., Vienna